Charles Babbage (1791 – 1871) era un filosofo, matematico e ingegnere meccanico parte di quei pionieri pensatori che hanno posto le basi teoriche per l’automatizzazione dei processi e, quindi, per il computer. Sebbene sia figura controversa e anche molto contestata, in tempi recenti il suo ruolo di anticipatore del computer e del suo funzionamento si è dimostrato indiscutibile. Babbage vive in epoca Vittoriana, quando le macchine iniziano a sostituire molti dei lavori dell’uomo. Il matematico intuisce che queste potenzialità di automatizzazione possono essere applicate anche al calcolo mentale.
Negli anni ’20 del XIX secolo, lavora al prototipo del difference engine / il motore differenziale creato ai fini del calcolo aritmetico, per eseguire operazioni relative a tabelle astronomiche e nautiche. Questa enorme macchina, scultura d’ingegneria che occupa quasi le dimensioni di una stanza, era solo l’anticamera della sua successiva intuizione, quella che lo aveva portato a progettare l’Analytical engine. La nuova macchina avrebbe esteso l’automazione del calcolo ad altre funzioni generali, andando sempre più vicino al moderno concetto di computer. Ciò che è interessante notare è l’adozione delle schede forate (pounched cards), come base del suo funzionamento, dall’industria tessile che utilizzava – e utilizza ancora oggi – un sistema simile per ricamare velocemente e ripetutamente patterns su tessuto.
«L’Analytical Engine – così lo descrive Babbage in uno dei suoi scritti del 1864 – è una macchina di natura generale. Qualunque formula si richieda di sviluppare, le leggi del suo sviluppo devono essere comunicate in due set di schede. Una volta posizionate, il motore è pronto per eseguire la formula. Il valore numerico delle sue costanti deve essere localizzato sulle ruote incolonnate nella parte inferiore. Da quel momento la macchina è in grado di calcolare e di stampare i risultati numerici di quella formula. Ogni set di schede programmate è in grado di ricalcolare la formula inserita con qualsiasi tipo di costante».
Oltre a fornire una chiara descrizione della macchina analitica, questo scritto di Babbage fornisce tracce importanti di aspetti molto spesso compresi nel pacchetto delle grandi invenzioni, ovvero lo scetticismo dei più –a tratti anche del suo collaboratore più stretto, i costi altissimi come limite di avanzamento della ricerca, e la sua ostinazione a procedere anche quando la fiducia, e quindi il sostegno economico del governo, viene meno.
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Una parte dei meccanismi di Babbage sono oggi esposti allo Science Museum di Londra dove, nel 1991, in occasione del bicentenario dalla sua nascita e sotto la guida di Doron Swade, direttore e capo delle collezioni, è stato realizzato il primo prototipo, seguendo i disegni e gli appunti originali del suo inventore. Perché il prototipo fosse finalizzato ci sono voluti ben diciassette anni, funzionante completo di stampante solo dal 2002. «Il progetto – leggiamo sul sito del Computer History, dove è possibile trovare informazioni approfondite sull’argomento – ha attraversato un dramma degno di Babbage – mancanza di finanziamenti, sfide della manifattura, scadenze impossibili, ed enigmi tecnici».
Ciò che per molti sembrava appannaggio di un sognatore folle si è dimostrato invece efficace provando che avrebbe funzionato se le condizioni di allora avessero permesso la sua realizzazione. Una tecnologia proveniente da intuizione e immaginazione ha a sua volta stimolato l’ immaginazione moderna del romanzo di William Gibson e di Bruce Sterling intitolato –appunto – The Difference Engine (1990). L’immaginazione ha prodotto ciò che si è poi materializzato nella realtà, quella che scrive il nostro modo di essere di agire attuali.
Immagini
(1 cover) via > www.xrez.com (2) Obituary portrait of Charles Babbage (1791-1871) published in The Illustrated London News on 4 November 1871. (3) Closeup of Babbage Difference Engine #2 – Photo by Larry Johnson, 2012.