Sempre più parliamo di dimensione virtuale, sempre più la associamo ad uno spazio «altro» dove ci conducono i computer, una volta attraversati i loro schermi. Il virtuale però è una dimensione immaginifica e il linguaggio informatico è capace di stimolarne la visualizzazione e di renderla reale attraverso la generazioni di immagini speculari a quelle del mondo reale. La dimensione virtuale è anche quella mentale e alle volte può scaturire da un’operazione analogica, tutta fisica. Ci riferiamo, in questo caso, alle installazioni e scenografie performative della giovane Chiharu Shiota. L’artista giapponese ha da poco realizzato l’ultima delle sue opere A Long Day appositamente realizzata per la Tenuta dello Scompiglio con il sostegno dell’ omonima Associazione Culturale e con la cura di Franziska Nori.
Fili di lana nera sono intrecciati in un lavoro certosino di tessitura a mano, fino al momento in cui lo spazio diventa impenetrabile. Spazio virtuale, disegno tridimensionale, questa è la tela e la scenografia nella quale situazioni sospese guidano nella dimensione virtuale. Tra le fitte maglie si intravedono un tavolo e una sedia. Fogli bianchi sono sospesi nell’aria, catturati nella rete di lane, «congelati nel tempo» come puntualizza il comunicato stampa. Gli oggetti «evaporano» dallo spazio fisico per diventare mentali e vivono di una funzione tutta simbolica. La combinazione di una propensione per la performance, impronta lasciata dalla scuola di Marina Abramovich e un interesse radicato per la calligrafia, tesoro caro alla tradizione giapponese, Chiharu Shiota riesce a traghettare verso la dimensione mentale. Ci si immerge in qualcosa di specifico, una situazione, uno spazio, un pensiero. Si compie un atto catartico, ascetico per intenderla con il metodo Abramovich, e si passa oltre per poter vedere l’insieme delle cose, quello che riguarda tutta la dimensione dell’umano. Perché tutto questo avvenga, è necessario il coinvolgimento del corpo, quello dell’artista che si impegna del lavoro di tessitura e quello del visitatore che si immerge in questa dimensione sospesa per vivere un’esperienza tutta emotiva.
Chiharu Shiota was born 1972 in Osaka, Japan. After graduating at Kyoto Seika University and an exchange year at Canberra School of Art, Australian National University, Australia, by the mid-1990s she had moved to Germany, initially studying at the Hochschule für Bildende Künste in Braunschweig and then at the Universität der Künste in Berlin. These experiences undoubtedly reinforced her concerns with the importance of duration in performance as well as with the intense power of the body – even when its presence is suggested rather than present. Shiota’s oeuvre contains various art performances and installations, in which she uses different everyday objects such as beds, windows, dresses, shoes and suitcases. She explores the relationships between past and present, living and dying, and memories of people implanted into objects. To these she adds intricate, web-like threads of black and red. Today Shiota´s installations, sculptures and paintings were presented worldwide in different Museums and Institutions of international meaning such as the Rochester Art Center (USA), Museum of Old and New Art, Hobart, Tasmania (Australia), Museum of Art (Kochi, Japan), Marugame Genichiro-Inokuma Museum of Contemporary Art (Kagawa, Japan), Casa Asia ( Barcelona, Spain), La Maison Rouge (Paris), Museum on the Seam (Jerusalem ). Chiharu Shiota lives and works in Berlin since 1996.
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immagini
(1 cover, 3) Chiharu Shiota, “A Long Day”, 2014 – Installazione site specific. Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio, Vorno. Foto: Guido Mencari (2) Chiharu Shiota, “A Long Day”, 2014 – Allestimento della mostra – Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio, Vorno.