Cut to Swipe è il titolo della mostra collettiva inaugurata l’11 ottobre 2014 e aperta al pubblico fino al 22 marzo presso il MoMA di New York. L’esposizione, curata da Stuart Comer, Erica Papernik e Leora Morinis, presenta alcune delle più recenti acquisizioni del Dipartimento Media and Performance Art del celebre museo d’arte contemporanea americano, accostando lavori che risalgono agli anni ’80 con installazioni realizzate in tempi molto recenti. Il risultato è una riflessione obbligata sulla forma e sulla sostanza dell’imponente salto generazionale legato al passaggio dall’analogico al digitale in tutte le sue produzioni, siano esse televisive, fotografiche, cinematografiche, legate al web o all’industria.
Il percorso espositivo propone installazioni ed opere che idealmente appartengono alla stessa epoca ma in realtà sono agli antipodi in termini di materiali, supporti, media e tecnologie utilizzate, tanto da apparire estranee le une alle altre. La velocità con cui nell’ultimo ventennio hanno proliferato i mezzi di comunicazione – anche in ambito artistico – si fa in questa sede terreno di indagine e di confronti stimolanti.
Due opere in particolare – l’elaborazione di immagini prodotta da Dara Birnbaum nel 1982, dal titolo PM Magazine, e la produzione del 2013 di Hito Steyerl, How Not to be Seen a Fucking Didactic Educational.MOV File – si identificano come i poli opposti, gli elementi chiave della mostra. In entrambi i casi gli artisti hanno cercato una connessione con il pubblico basata sul flusso di immagini e suoni, ma i risultati sono incredibilmente differenti. È sconcertante constatare come in una manciata di anni la velocità di potenziamento dei software di editing abbia portato ad avere una diversificazione dilagante di supporti e formati, ed interfaccia quali le tecnologie touchscreen.
La riflessione prosegue oltre gli sviluppi della moderna tecnologia per approdare all’utilizzo che siamo soliti farne. A questo proposito il video di James Richards, dal titolo Rosebud, focalizza l’attenzione di ognuno di noi sull’enorme flusso di informazioni oggigiorno reperibili, proponendo una sequenza tale per cui a poco a poco si fa largo una domanda cruciale: siamo capaci di decifrarne il significato?
D’altro canto, il progetto dal titolo Inner Time of Television, ad opera degli Otolith Group in collaborazione con Chris Marker, propone l’utilizzo di tredici televisori a scopo didattico, programmando ognuno di questi perché offra un approfondimento relativo alla cultura dell’Antica Grecia. L’installazione offre la possibilità di concentrarsi su uno o più aspetti del tema sfruttando le postazioni a disposizione nello spazio espositivo.
In conclusione, la mostra si pone come un percorso sfaccettato, ricco di spunti legati anche al titolo scelto per l’esposizione: se per «Cut [taglio]» – s’intende collage e fotomontaggio, due fondamenta dell’espressione artistica del XX secolo, «Swipe [colpo]» – sembra alludere all’impatto della comunicazione nel XXI secolo, dove le immagini tendono a sfuggire al nostro controllo, anche fisico, suggerendo possibilità che vanno oltre i supporti ad oggi conosciuti, ed un’influenza nel nostro reale che è tutta da immaginare.
Cut to Swipe, organizzata da Stuart Corner (Chief Curator) con Erika Papernik (Assistant Curator) e Leora Morinis (Curatorial Assistance, Department of Media and Performance Art), MoMA, New York, 11.10.2014 – 25.05.2015
Immagini (cover) Hito Steyerl. How Not to Be Seen: A Fucking Didactic Educational .MOV File. 2013. Video (color, sound). Video (color, sound). 14 min. Committee on Media and Performance Art Funds. © 2014 Hito Steyerl (1) Dara Birnbaum. PM Magazine. 1982. Four-channel video (color, three channels of stereo sound; 6:30 min.), chromogenic prints, Speed Rail® structural support system, aluminum trim, and painted walls. Dimensions variable. The Modern Women’s Fund and the Contemporary Arts Council of The Museum of Modern Art. © 2014 Dara Birnbaum. Courtesy the artist and Marian Goodman Gallery, New York and Paris (2) Hito Steyerl. How Not to Be Seen: A Fucking Didactic Educational .MOV File. 2013. Video (color, sound). Video (color, sound). 14 min. Committee on Media and Performance Art Funds. © 2014 Hito Steyerl (3) The Otolith Group in collaboration with Chris Marker. Inner Time of Television. 2007. Thirteen-channel video (color, sound). 4 hrs. 55 min. Courtesy The Otolith Group in collaboration with Chris Marker. Installation view of Thoughtform, The Otolith Group, MACBA, 2011. Image courtesy The Otolith Group and MACBA. Photo: Gregory Civera