Eduardo Kac, è riconosciuto su scala internazionale come pioniere, artista e teorico, dell’arte delle telecomunicazioni, a partire dall’era pre-web. Precursore di tele-presence art, Kac ha esteso la telematica alla biologia in ciò che lui ha definito «bio-telematica». Ha fondato nuove e rivoluzionarie forme d’arte come la transgenetic e a biogenetic art. I suoi lavori hanno catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo, costringendo così a riflettere su tematiche attuali, come, l’impatto culturale della biotecnologia, i cambiamenti percettivi spazio – temporali e quelli legati alla memoria.
Prima di tutto questo, oltre ad una ricca produzione di sperimentazioni con ogni genere di tecnologia della comunicazione, come il fax, Kac è stato, negli anni ottanta, pioniere di holopoetry – poesia olografica. Holopoetry è un genere di poesia visiva che esprime la discontinuità del pensiero attraverso una partecipazione percettiva frammentaria, piuttosto che lineare. Gli holopoems si muovono nello spazio della quarta dimensione e prendono vita attraverso la luce e l’occhio di chi guarda. Ciascuno spettatore scrive, quindi, il contenuto dell’opera nel momento in cui insegue con gli occhi il testo in movimento. I segni fluidi possono subire una metamorfosi tra una parola e una forma astratta, o tra una parola e una scena o un oggetto. Ha luogo così una trasfigurazione che produce significati che si trovano ‘nel mezzo’ e che non possono essere sostituiti da una descrizione verbale.
Tornare indietro, a queste sue prime sperimentazioni significa ripercorrere un interesse, quello per il linguaggio, che se per una parte della sua ricerca si è espressamente rivolto alla poesia (poesia olografica, poesia biogenetica, poesia olfattiva) dall’altra ha occupato un ruolo di primo piano costante in tutti i suoi progetti. Basti pensare, per esempio, a Genesis (1998-99) dove una frase della bibbia che proclama la superiorità dell’uomo sulla natura è ripresa da google, tradotta in codice MORSE, da questo in codice ASCII e, infine, in DNA, risultando nella creazione di un batterio originale. La possibilità di modificare il batterio attraverso l’attivazione via web di una luce ultravioletta, segna l’inevitabile metamorfosi linguistica della frase originaria. Nel suo Natural History of Enigma (2003-2008) è l’innesto del DNA dell’artista in una pianta, una petunia, a scrivere una particolare conformazione strutturale e cromatica dei petali della pianta.
La partecipazione, così come il rapporto dialogico, si inseriscono nel discorso sul linguaggio come componenti fondamentali, così come fondamentale è la presenza del corpo. Questo è vero per le poesie di holopoetry, dove il contenuto, le immagini e i colori cambiano secondo il diverso punto di osservazione. E’ vero anche, in forma più autoriale, per suoi rivoluzionari Pornograms, performance di ‘poesia del corpo’ realizzate da Kac sulla spiaggia Ipanema di Rio e Janeiro nei primi anni Ottanta, così come per Aromapoetry, la poesia olfattiva, dove l’unità compositiva (il poema) è generata da odori è può essere letta solo attraverso l’esperienza sensoriale.
Il linguaggio è quindi all’origine di tutti i suoi lavori, nel suo manifestarsi nella vita e così come nel intrecciarsi alla tecnologia. La vita è scritta dal linguaggio invisibile del DNA e la tecnologia interviene – direttamente e indirettamente – a riscrivere la sequenza genetica e a contribuire alla re-codificazione delle forme scritte e parlate, sinonimi del cosiddetto «fenomeno sociale». Codice e linguaggio come leitmotiv di tutto il suo lavoro era stato portato in primo piano nella mostra Eduardo Kac: Lagoglyphs, Biotopes and Transgenic Works a Rio de janeiro (Oi Futuro, 2010) sottolineando come la sua ricca e variegata produzione nasca dal porsi domande sulla «codificazione o trans-codificazione della comunicazione, sulla comunicazione tra cellule di organismi viventi o tra specie, quella che si stabilisce tra sistemi di segni che prendono forma nella trans-codificazione o nel remix, quella che nasce in uno scambio codificato tra luoghi remoti via networks che stabiliscano connessioni telematiche e di tele-presenza [1] (C.Paul)
Questa mostra ha anticipato un interesse sempre crescente verso il linguaggio in generale, e verso questo aspetto della produzione artistica di Kac, in particolare, verso quella più esplicitamente rivolta al linguaggio. Opere di holopoetry sono state esposte all’Anglia Ruskin Gallery presso l’Università di Cambridge nel 2012 e, nello stesso anno, la serie di fotografie dei suoi Pornograms sono stati esposti al Museo Reina Sofia di Madrid nell’ambito della mostra Perder la forma humana. Una Imagen sìsmica de los años ochenta en América Latina (2012-2013). Opere di poesia digitale sono attualmente in mostra da Oi Futuro Ipanema a Rio de Janeiro.
Eduardo Kac, Poesia Digital, Oi Futuro Ipanema, Rio de Janeiro, 1982-89, 14.01.2014 – 2.03.2014
Immagini
(1cover) Eduardo Kac, Self-Portrait, typewriting, 1981, 13.7×12.7 cm, private collection, Rio de Janeiro; (2) Eduardo Kac, Detail of installation with electronic signboard and two video monitors, 1984, Centro Cultural Candido Mendes, Rio de Janeiro; (3) Eduardo Kac, Genesis, 1998/99, edizione 1 di 2, collezione Instituto Valenciano de Arte Moderno (IVAM), Valencia, Spain.(4) Eduardo Kac, Encryption Stones, Laser–etched granite (dyptic), 50 X 75cm, each, 2001, collection Richard Langdale (Columbus, OH).(5) Eduardo Kac, Natural History of the Enigma, transgenic flower with artist’s own DNA expressed in the red veins, 2003/2008. Collection Weisman Art Museum. Photo: Rik Sferra; (6) Eduardo Kac, Aromapoetry (2011), artist’s book with box and slipcase, twelve custom-made aromas enmeshed in a nanolayer of mesoporous glass, letterpress text and graphics, 16 2ml vials with engraved titles, 297 mm x 210 mm x 50.8 mm), edition of 10, signed and numbered by the artist, photo courtesy Axel Heise.
[1] C. Paul, Life Encoded – The Communication Art of Eduardo Kac, testo critico della mostra. Testo orginale: At the core of Kac’s projects lie questions about the encoding or transcoding of communication: communication that takes place on the cell level in all living organisms or between species; communication between sign systems that takes the form of transcoding and remix; encoded exchanges between remote locations via networks that establish telematic connections and telepresence. Together, the works exhibited in the Oi Futuro exhibition explore these facets of encoded life.