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Emanuele Becheri, Temporale, video still, stampa fotografica lambda, Premio Terna 02 (categoria Megawatt)
Emanuele Becheri è nato nel 1973 a Prato, dove vive e lavora. Si è diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1995, ed ha fatto del disegno il punto di partenza della sua ricerca concettuale, portata avanti negli anni con la sperimentazione di strumenti e tecniche diverse, come scultura, video e fotografia, e suono. L’artista tende a ricercare una progressiva perdita di autorità sulla sua produzione, affidando il momento creativo a processi dotati di una logica autonoma, controllabile solo in parte. La cecità, la combustione, l’imprevedibilità del comportamento animale o dell’agire del tempo sono alcune delle condizioni attivate da Becheri per innescare un processo creativo mai del tutto prevedibile. Il suo lavoro è stato presentato da numerose gallerie e istituzioni, in Italia e all’estero. Tra queste: Artopia Gallery (Milano, 2014); Ex-Solvay/Roman Road (Brussels, 2014); LATO/BBS (Prato, 2014); GAM (Gallarate, 2014), Galleria Studio La Città (Verona, 2014); Casa Masaccio (San Giovanni Valdarno, 2014 / 2013 / 2011); MART (Rovereto, 2013); MAMBO (Bologna, 2013); Elastic Gallery (Malmo, Svezia, 2013); Drome Project Space/LUMI Project (Brussels, 2013); Galerie Bernard Bouche (Parigi, 2012), American Academy (Roma, 2012); Galerija Gregor Podnar (Berlino, 2010); Museo Marino Marini (Firenze, 2009); Palazzo Re Rebaudengo (Guarente, Torino 2009); Palazzo Ducale (Genova, 2009); Padiglione d’Arte Contemporanea (Ferrara, 2008).
Temporale, opera tra le vincitrici del Premio Terna 02 nella categoria Megawatt, è una still dal video che ritrae un cielo notturno della periferia italiana, innaturalmente sbiancato da un fulmine fuori campo. Si tratta di un momento minoritario di un’opera in gran parte immersa nella notte. «Il bianco cielo notturno – afferma Becheri – alterando il rapporto tra visibile e invisibile, ci fa vedere la notte mantenendola nella sua oscurità. Ciò che è interamente visibile non è mai visto interamente, offre sempre qualcos’altro che chiede di essere ancora guardato; ciò che viene alla presenza, si manifesta come luogo di un differimento e di un’esclusione, nel senso che il suo manifestarsi è anche un nascondersi, il suo essere presente un mancare».
Quale è il ruolo dell’artista nel sistema attuale dell’arte e della società?
Il sistema dell’arte è solo una convenzione divenuta ormai convenzionale e obsoleta. Gli episodi che contano veramente stanno fuori da questa illusione.
Premio Terna pubblicò, in una delle sue prime edizioni, una ricerca previsionale dello stato dell’arte dal 2010 al 2015. I risultati hanno aperto una finestra su quello che è agli effetti il panorama attuale. Tra questi, anche il fatto che la crisi avrebbe portato ad un superamento dell’assuefazione rispetto alle regole dominanti, oltre ad un maggiore impegno sociale dell’arte. E’ quello che sta accadendo davvero?
Negli ultimi anni pullulano ovunque residenze per artisti, premi, gallerie, musei piccoli grandi grandissimi elefantiaci… e ciò apparentemente sembrerebbe un bene. Ma tutto questo è palesemente un falso movimento che vorrebbe mostrare alla società una sempre più crescente attenzione verso quella che si chiama «arte contemporanea»… In realtà, eccetto rare eccezioni basterebbe avvicinarsi ‘realmente’ alla maggior parte di queste iniziative. Per capire che questa frammentazione non servirà a niente se non a fortificare illusioni e sprecare denaro pubblico. Il sistema attuale, ripeto, non esiste, e quando esiste diventa spesso una disgrazia per l’artista che vi aderisce poiché non esistono più i luoghi per la continuità di un percorso se non quelli legati alle strategie del momento e alle mode. Mi spiego. Ho sempre pensato che il Museo dovrebbe essere depositario del passato per incarnare il presente mostrando ipotesi di futuro. Drammaticamente i Musei tendono a «fare sistema» invece di essere quel luogo super partes dove dovremmo apprendere il nuovo e il mai visto o consolidare percorsi individuali fuori dalle imposizioni di quelle affinità spesso nefaste fra gallerie collezionisti e curatori. Fino a che i Musei coltiveranno il gusto di fare sistema il sistema sarà solo un luogo dominato dai numeri.
Cosa ha significato per la tua esperienza e per la tua ricerca la partecipazione al «Premio Terna»? Quali opportunità concrete, anche di mercato, ha generato?
Il Premio Terna ha concretizzato la possibilità di un viaggio magnifico a Shanghai, città in divenire dove il sistema arte contemporanea è in una fase ancora fuori controllo non sclerotizzato e quindi davvero interessante. Questa è stata un’opportunità per me, una visione inedita e positiva che avevo intravisto solo in Thailandia. Nell’inattualità c’è ancora speranza….
Nei tuoi lavori un ruolo importante lo ha il processo creativo e le condizioni che lo determinano. Quanto importante è per te la documentazione di questo processo?
Il viaggio che le chiocciole producono sul foglio, l’impronta delle ragnatele o gli Affreschi oppure il video Time out of Joint,…. tutti questi gesti liberatori ‘fotografano’ la traccia residuale di un avvenimento, essi sono la documentazione stessa di un processo che sfugge all’autore stesso che in realtà non ha fatto altro che accendere un evento scatenante…
Come si relaziona il tuo lavoro con la performance?
Ho sempre considerato i miei atti generanti immagini delle performances e questo fin dall’inizio quando ‘disegnavo’ nell’oscurità nel mio studio. L’unica differenza sostanziale è oggi, con il progetto ‘musicale’ che chiamo IMPRESSION dove questi suoni/segni sono prodotti di difronte ad un pubblico: attraverso la rivelazione di un film muto scelto da terzi (e quindi a me e al pubblico sconosciuto) costruisco all’impronta una colonna sonora che è appunto un flirtare con l’istante allo stato nascente, con-segnando definitivamente ad un gesto senza rinvii l’immagine sonora sul gesto foto-grammatico.
Cosa dovrebbe avere (che ancora non ha) l’Italia a sostegno della creatività per rendere il nostro paese sempre più competitivo a livello internazionale? E quale paese, su scala globale, ritieni sia il migliore da questo punto di vista?
I Paesi che apparentemente hanno un sistema più forte e consolidato sono quelli che maggiormente condizionano il resto del mondo e quindi sono quelli che destano in me il minor interesse. Il paese migliore potrà essere quello laddove esistono musei con all’interno persone super partes oppure paesi dove il sistema ancora non è modellato e poi distrutto dall’economia. Chiunque frequenti o abbia frequentato l’arte contemporanea in Italia si sarà accorto della frequente mancanza d’amore verso l’arte.
In quale direzione si è evoluta la tua ricerca più recente? Ci puoi anticipare progetti e prospettive future?
La mia ricerca non è mai stata lineare, ha sempre preso fortunatamente delle direzioni impreviste sebbene, a guardarla oggi retrospettivamente, disegnata casualmente su uno stesso orizzonte di senso. In ogni caso l’ultimo vizio è rappresentato dal progetto Impression e in mezzo a questo desiderio ci stanno mille altre cose che si collegano e comunicano fra di loro.
Terna è un’azienda che si occupa di trasmettere energia al Paese. Il suo impegno con Premio Terna si focalizza sulla trasmissione di energia all’arte e alla cultura e nella creazione di una rete di sostegno e sviluppo del talento. Ritieni la formula del «Premio Terna» ancora attuale per la promozione dell’arte? Hai qualche suggerimento da dare per la prossima edizione?
Non capisco perchè nella giuria del Premio debbano esserci galleristi e collezionisti. Perché avviene questo? Ciò resta per me ‘completamente’ inspiegabile. Un conflitto d’interesse che mostra il lato debole del Premio e intendiamoci, ciò non è un caso isolato nel sistema arte, ma bensì costituisce la regola, regola che dovrà essere messa al bando prima possibile. Il Premio si dovrebbe avvalere di testimoni del proprio tempo ‘storicamente’ consolidati ma fuori dal sistemino economico e dalle lobby che lo gestiscono. Fin quando una parte della giuria vincolante non sarà estromessa, Terna non potrà mai essere credibile e quindi come Premio non potrà diventare una realtà importante per la cultura.
immagini ( cover -1) Emanuele Becheri- Temporale. Premio Terna 02 (2) Untitled #7 (Shining), 2007, black background photograph, snail trails, 270x420cm. (3) TIME OUT OF JOINT, 2008, installation view, PAC, Ferrara (4) Après coup, 2009, veduta dell’installazione, Museo Marino Marini, Firenze (5) MACCHINA DA SCRIVERE 2010-2011, fermo immagine (6) IMPRESSIONE 17.09.2012. (Studio per L’uomo che ride, Paul Leni 1929), veduta dell’installazione, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (7) Impressione # 24, ragnatele su carta adesiva 50x70cm.