La mostra collettiva Hybrid Layers si concentra su una generazione di artisti che indagano la presenza crescente e l’influenza del mondo digitale. La mostra offre nuovi punti di vista sulla tecnologia digitale, Internet e i social network ed esplora sia l’aspetto virtuale e fisico di una pratica artistica profondamente influenzata dal digitale.
Le circa 25 opere presentate alla mostra riflettono sui dibattiti sociali, tecnologici ed estetici attuali. I lavori sollevano questioni relative ai modi in cui il digitale influenza tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, la nostra percezione e produzione di conoscenza su scala globale. Oltre alle opere video, il Centro per l’Arte e la Tecnologia dei Media ZKM | Karlsruhe propone installazioni, sculture e sei progetti di virtual reality (VR) sviluppati da artisti diversi, e durante la mostra lo stesso visitatore può immergersi fisicamente nelle opere indossando sulla testa uno speciale display HMD (head-mounted display).
Hybrid Layers esplora gli aspetti multiformi di quello che può essere definito come la “condizione digitale”. Nella mostra il digitale diventa la chiave, l’“a priori”. Sin dalla sua fondazione, lo ZKM organizza mostre dal carattere poliedrico continuando ad analizzare gli sviluppi attuali nella media art e a descrivere l’influenza esercitata dalle tecnologie moderne sugli individui così come sulla produzione artistica.
Sebbene gli aspetti infrastrutturali e distopici della trasformazione digitale abbiano rappresentato il fulcro nell’ambito di GLOBALE, Hybrid Layers indaga le influenze del mondo della vita dei nuovi media su una generazione di giovani artisti, principalmente i nativi digitali nati negli anni Ottanta, costantemente accompagnati dalla presenza crescente della sfera digitale e del suo impatto.
All’epoca del suo esordio era possibile trattare la media art come una categoria definita. Oggi, tuttavia, riflettere su opere d’arte che affrontano tematiche ampie, quali gli aspetti della tecnologia e del digitale, significa addentrarsi nella complessità di un settore che non può essere racchiuso in una categoria o un genere specifico. La mostra rende omaggio alle molteplici prospettive che emergono attraverso le tecnologie. In questo modo riesce a liberare i tentativi di esaminare i diversi elementi di una narrativa aperta e sfaccettata e il discorso sulla tecnologia da qualunque categorizzazione riduttiva.
Hybrid Layers, Zkm Karlsruhe, Germania, 03.06 – 01.07.2018
immagini: (cover 1) detail The Litany – Sophia Al Maria, 2016, Sand, glitter, glass, smartphones, computer screens, tablet computers, USB cables with multichannel looped digital video, color and BW, sound; durations variable, Collection of the artist; courtesy The Third Line, Dubai (2) Lawrence Lek, Europa, Mon Amour (2016 Brexit Edition), Courtesy the artist, HD CGI video still (3) Sisters – Sophia Al Maria. Installation view, 2015, Triennial Surround. Audience, New Museum, New York, Courtesy ©Photo: Benoit Pailley (4) Lawrence Lek, Europa, Mon Amour (2016 Brexit Edition), Courtesy the artist, HD CGI video still (5) Phonemenology — The Umbrella Paradigm. Riccardo Benassi, 2015, HD digital video loop 4’24’’, Samsung curved Led TV, 4 coffee mugs, Coproduced by Xing, Courtesy private collection Bergamo (IT) © Marica Martella, Dario Frettoli