Che l’idea abbia preceduto la realtà delle grandi invenzioni è cosa ormai indiscussa, così come lo è la difficoltà iniziale di mettere a fuoco le possibilità applicative di un’intuizione, per definizione visione guidata dall’istinto. Non solo è la teoria di alcuni scienziati che ha premesso e permesso ad altri di arrivare nel momento in cui l’idea era matura e pronta perché un invenzione divenisse pratica e reale, ma anche la visione di molti letterati ha anticipato alcuni fondamenti logici della scienza. Lo scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges (1899 – 1986), libraio e capo della Argentina’s National Library, appartiene a quegli intellettuali e pensatori che hanno anticipato il futuro mediatico, nelle sue modalità di dispiegarsi simultaneamente tra dimensioni diverse in particolare quelle relative alla struttura ipertestuale, una cosa molto difficile da pensare e da immaginare in tempi di cui tutto, la vita, il tempo, il susseguirsi degli eventi scorreva in maniera lineare.
In particolare Il Giardino dei sentieri che si biforcano, racconto del 1941, è ormai tradizionalmente riconosciuto dalla letteratura sui new media come pietra miliare di molte logiche mediali, in particolare di quelle legate al pensiero ipertestuale. L’incontro del professore cinese Yu Tsun e Albert, protagonista di un intreccio di spionaggio ambientato nella Prima Guerra Mondiale, è incastrato nella trama in modo tale da mettere in scena un racconto nel racconto, la storia del progetto di un libro e di un labirinto ideati da un antenato di Tsun, Ts’ui Pên, e mai realizzato. Si scopre che il labirinto e il romanzo sono lo stesso progetto. Il romanzo prende forma in un labirinto, giardino si biforca nell’infinita ramificazione di possibili futuri, linee temporali diverse, dove le persone possono rincontrarsi in vesti e situazioni diverse. Anche la doppia affermazione di Ts’ui Pên che annuncia prima la scrittura di un libro e, in un altro momento, quella del labirinto sembra muoversi all’interno di due linee temporali diverse.
A Borges questa intuizione (quella del romanzo ipertestuale) deve essere risultata tanto oscura, quanto lo era per gli stessi protagonisti del libro, impossibilitati a capacitarsi di questa natura multidimensionale e variabile del labirinto, e quindi del romanzo. La letteratura si è spesso ritrovata nelle sperimentazioni di filoni ipertestuali. Si pensi, per esempio, allo scrittore italiano Italo Calvino e al suo Se una notte d’inverno un viaggiatore. La struttura rizomatica della rete dove la biforcazione di linee temporali sono diventate realtà, ha ispirato molta letteratura ipertestuale, spesso pensata proprio per essere fruita in rete. Mark Amerika è stato un pioniere, audace sperimentatore di narrative multilineari, non appena internet è diventato popolare e accessibile, nella metà degli anni Novanta. Certamente per l’epoca quella di Borges era una visione folle, tanto da non uscire dall’iper-racconto del Giardino dei sentieri che si biforcano.
immagini (1 cover) Escritores y sus gatos, Jorge-Luis-Borges (2) Google 111 anni (3) il Labirinto Borges, Randoll Coate. Fondazione Cini – Fundaciòn Internacionàl Jorge Luis Borges. (4) Jorge Luis Borges > via