Il progetto TINALS (che sta per This Is Not A Love Song) è nato ormai due anni fa dall’ingegno di Andrea Provinciali e Brizio ed ha subito avuto un meritatissimo successo.
Le TINALS sono vere musicassette, almeno per quel che riguarda il packaging esterno (custodia crystal in plastica trasparente e interno pieghevole in carta illustrata), ciascuna dedicata ad una canzone d’amore celebre alla quale musicisti di estrazione diversa si sono ispirati per una cover e illustratori e vignettisti per l’illustrazione del pieghevole interno.
Il riavvicinarsi all’oggetto-supporto fonografico, la MC nel caso, è un segnale importante che va interpretato, anche alla luce del fatto che le TINALS non contengono nastri perché le cover realizzate dai musicisti sono scaricabili in mp3 dal sito. Però indica che esiste ancora il desiderio di toccare, possedere un supporto; la smania di leggere i credits o il testo di un brano, immaginare, associare un’immagine a una canzone – un po’ quel che accadeva con le vere MC fino agli anni ’80 e, prima ancora, con i dischi in vinile e le loro cover.
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Susanna Buffa: Chi ha avuto l’idea di associare musica nota a una nuova veste grafica e come l’avete sviluppata?
Andrea Provinciali: L’idea è nata nella mia testa dopo una folgorazione avuta su Google Immagini. Ma devo partire dall’inizio. Nel 2010 ideai e curai un libro per Arcana dal titolo Tiamottì! – 11 canzoni d’amore italiane a fumetti (il titolo spiega benissimo il concept, che poi è lo stesso che sta dietro alle TINALS). Due anni fa volevo dare un seguito “straniero” a quel volume, così un giorno, mentre stavo riflettendo sulla possibile copertina, digito “Bad Religion No Control booklet” (perché mi sarebbe piaciuto quello stile grafico) e il motore di ricerca mi sputa sul monitor tra i tanti formati anche quello dell’audiocassetta, aperto e dispiegato in tutta la sua ampiezza: una striscia di carta lunga quasi 50 cm. Da lì la folgorazione: non più un libro con una scelta obbligata di canzoni, ma una musicassetta di carta per ogni canzone – ovvero, come recita il sottotitolo del progetto: ogni musicassetta una canzone d’amore illustrata. Così che ognuno possa scegliere quella che più desidera a un prezzo accessibile e ridare una funzione vitale e artistica a un supporto (la cassettina) che oggigiorno (a parte rare eccezioni) è fin troppo intriso di nostalgia.
Dal principio ad oggi, quante TINALS sono state realizzate e cosa prevedete di produrre d’ora in poi?
Siamo arrivati a 69 cassettine di brani stranieri e a 22 di quelli italiani (collana Amorenò) e di sicuro non ci fermeremo qui. Il serbatoio al quale attingere è infinito, potremmo continuare in eterno… scherzo, al momento non ci siamo dati un traguardo. L’amore – l’unico tema in grado di associare canzoni di generi ed epoche diversi – è così legato a doppio filo alla musica che lo ritroviamo ovunque, sì, anche nel punk hardcore e nel metal. Ma non ci siamo fermati soltanto alle musicassette. Abbiamo da poco inaugurato la nuova collana «/’el’pi/ – Graphic Vinyl» (veri e propri lp di carta illustrati: copertina fronte/retro disegnata reinterpretando l’originale, poster, nove adesivi e un racconto), al momento abbiamo pubblicato On The Beach di Neil Young (illustrazioni di Livia Massaccesi, racconto di Gianluca Testani), Sgt. Pepper’s… dei Beatles (Dario Panzeri – John Vignola) e Green Mind dei Dinosaur Jr (Aka B – Liborio Conca). Inoltre, proprio in questi giorni si è concretizzata la collaborazione con Prodezze Fuori Area, insieme abbiamo trovato un terreno comune in grado di collegare musica, illustrazione e calcio: Anthem F.C. è un progetto editoriale sugli inni storici delle squadre che vengono illustrati sfruttando il formato dei vecchi 45 giri (sempre di carta, al loro interno anche dodici figurine raffiguranti la formazione ideale della squadra). Sono usciti per ora quello della Roma e quello della Lazio, entrambi disegnati da Chiara Fazi, in occasione del festival Roma Brucia: un derby capitolino a colpi di matita. Poi, arriverà una grande novità in autunno. Per lasciare la sorpresa dico soltanto che stavolta il progetto avrà a che fare con il cinema.
Avete creato anche delle compilation; con che criterio vengono compilate le canzoni all’interno di una raccolta?
Le tre compilation sono nate in collaborazione con l’etichetta discografica To Lose La Track dell’amico Luca Benni. I primi ad essere coinvolti sono stati i gruppi che ruotavano intorno a TLLT, i quali attingendo all’elenco delle prime cassettine illustrate pubblicate hanno scelto le canzoni che più gli si addicevano. In seguito sono arrivate un sacco di richieste per partecipare alle raccolte. Insomma, prima nasce la canzone illustrata e poi la cover musicata. In cantiere ci sarebbe anche l’uscita della quarta compilation.
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Qual è stato il feedback immediato degli illustratori ai quali avete proposto la cosa?
Totalmente positivo ed entusiasta. È che il loro lavoro li porta ad ascoltare un sacco di musica mentre disegnano, per cui abbiamo trovato subito unità di intenti anche sulle scelta dei brani. Io avevo buttato giù una lista di canzoni lunghissima sulla quale basarsi per la scelta: molti hanno trovato subito il pezzo della vita, altri invece hanno avanzato le proprie proposte liberamente combaciando con i nostri gusti. Insomma, la nostra è una proposta fuori dai soliti binari dell’editoria classica: possono illustrare una canzone avendo massima libertà espressiva.
Vi è sembrato sempre adeguato il risultato illustrato rispetto alle aspettative e alle canzoni coverizzate?
Ovvio che no. Ma lo spirito del progetto è proprio questo: avendo così tanti titoli a disposizione ci piace che ognuno approcci al pezzo liberamente senza troppe forzature. Ed è proprio questa eterogeneità di fondo la vera forza di TINALS. Una canzone illustrata può non convincere appieno me ma mi è capitato di vedere acquirenti entusiasti di quell’interpretazione. Viceversa, ci sono illustrazioni che secondo me sono immense ma che hanno poco riscontro col pubblico. Poi, invece, ci sono quelle cassettine nelle quali canzone e illustrazioni combaciano perfettamente da diventare veri e propri best seller e accontentare tutti. La nostra è un’autoproduzione a tutti gli effetti e quindi si basa su un legame di fiducia reciproca che rientra nella sfera «amicale»… abbiamo sempre evitato la dinamica editore-autore, primo perché non siamo editori e secondo perché ci piace l’effetto sorpresa delle opere che ci arrivano. E la maggior parte delle volte è davvero “sorprendente”. La stessa cosa capita pure con le cover.
Avete sempre indicato i musicisti e gli illustratori o, in qualche caso, gli artisti vi hanno cercato per partecipare all’iniziativa?
Siamo partiti con 21 cassettine, quindi con illustratori amici contattati da noi. Non appena il progetto ha iniziato a far parlare di sé sono arrivate le prime richieste. Ed oggi, dopo due anni, ne siamo felicemente sommersi. Anche perché ci è capitato così di conoscere autori che non conoscevamo che si sono rivelati bravissimi. Ci mettiamo un po’ a rispondere ma lo facciamo con tutti e nella maggior parte dei casi ci scappa una cassettina. Anche per le compilation è andata nello stesso modo.
Pensate che questa produzione di cassette che uniscono musica ad arte visiva sia un segno dell’interesse attuale del pubblico per un prodotto che preveda l’interazione tra arti diverse?
Noi pensiamo che il successo del progetto sia dovuto principalmente al formato editoriale. Cioè l’aver intuito di non dover fare l’ennesimo libro: dare invece ad ogni canzone illustrata un proprio contenitore (che guarda caso era proprio quello sul quale erano incise fino a qualche decennio fa) è stata la mossa vincente. È questa «piccola» rivoluzione di contenitore ad aver fatto centro. Poi, certo, giocare con questi due linguaggi, musica e fumetto (la canzone che c’è ma non c’è… da qui This Is Not A Love Song) ha fatto il resto. E sì, il pubblico oggi è molto più attento all’illustrazione e alle arti visive, soprattutto, e più preparato a l’interazione tra forme d’arte diverse. Anche se sono ancora molti quelli che ci rimangono male quando scoprono che dentro la cassetta non c’è la canzone.
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L’amore è sempre al centro dei testi di queste canzoni; perché la negazione nel nome della serie TINALS?
L’amore, come già dicevo prima, rappresenta il tema che ci dà la possibilità di inserire sotto lo stesso progetto canzoni più disparate sia per genere sia per epoca nella quale sono state scritte: si può così passare da Piero Ciampi ai Boards Of Canada senza restare troppo spiazzati. E quel NOT è proprio lo spirito del progetto: perché le tinals non sono canzoni (non ci sta la musica) e non sono d’amore perché molto spesso la loro interpretazione per immagini è del tutto stravolgente. Insomma, le TINALS hanno più livelli di lettura: il primo è la canzone, il secondo è il disegno, il terzo è la loro unione, il quarto è che il tutto sta dentro una cassetta.
Questi supporti sono nati per avere una vita e per stare in mano alla gente. Avete idea dell’uso prevalente che gli acquirenti e i fan stanno facendo delle illustrazioni contenute in TINALS? Io le ho viste nelle case, nelle macchine o incorniciate e affisse sui muri come quadri di pittori celebri.
Non ne abbiamo la più pallida idea. Siamo convinti cha in tanti abbiano provato anche a metterle per davvero nel mangianastri (rido). A parte gli scherzi, secondo noi la cassettina è perfetta per essere regalata, addirittura nel retro copertina ci sono le linee, come nelle cassette vergini, per scrivere una dedica. Poi sì, c’è chi la conserva nella libreria, chi la appende, chi se la porta sempre dietro. Alla fine, è un oggetto pop che nasconde un mondo disegnato all’interno. E poi bisogna dire che è proprio la cassettina, con il suo piccolo formato di plastica tutto colorato, a possedere un fascino naturale e ad attirare lo sguardo: l’altra estate eravamo con lo stand ad un festival a Pesaro, si avvicina un bambino di circa 8 anni con il padre al seguito e chiede tutto incuriosito «che cosa sono?» (giustamente non le aveva mai viste). Glielo spieghiamo, suo padre gliele apre quasi una ventina (seguendo i propri gusti) per fargliele vedere dicendogli di sceglierne due. Il bambino se n’è andato con in tasca Sparklehorse e Arab Strap.
Immagini (1) This is not a Love song, Schermata 2015-06-22 alle 17.18.13 (2) Roberto La Forgia-Heroin (The Velvet Underground), 2014 (3) video extract This is not a love song (4) MP5-Love will tear us apart (Joy Division), 2014 (5) Massimo Pasca-Boys dont cry (The Cure), 2014 (6) Bianca Bagnarelli-Thirteen (Big Star), 2014 (7) Manetti Play Ground Love (Air), 2014 (8) Mabel Morri-Il-mondo-prima (Tre Allegri Ragazzi Morti), 2015 (9) Gianluca Costantini-Heroes (D. Bowie), 2014 (10) Dario Panzeri-Toxic (Britney Spears), 2014 (11) video extract This is not a Love Song #3 (12) Stefano Simeone-Truelovewaits (Radiohead), 2014 (13) Silvia Rocchi-Girls-of-summer (Arab Strap), 2015