Nei mesi primaverili di questo 2020 estremo, caratterizzati da profonda incertezza e altrettanta necessità di sentirsi connessi con i propri interessi, progetti e collaborazioni, ha preso rapidamente forma una piattaforma online che, a dieci giorni dal lockdown e dallo spaesamento generale, e per 93 giorni – ovvero dal 21 marzo al 21 giugno 2020 – ha creato un contesto virtuale molto concreto, un approdo sicuro nella tempesta.
Saloon Milano ha infatti mappato, condiviso quotidianamente e conservato in forma di archivio partecipativo del presente 96 progetti e pratiche culturali dedicate alla collettività, arricchendo con 41 interviste ad esperti e professionisti dalle diverse competenze il dialogo e confronto sul momento storico incredibile che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo. Ora che siamo liberi di muoverci, Saloon Milano ha concluso la sua missione, ma i contributi raccolti costituiscono un grande patrimonio di pensieri e iniziative di taglio artistico culturale che sarà traccia e lettura delle tante modalità di resistenza che ci hanno accompagnato nel tempo del Coronavirus.
Ne parliamo con Susanna Ravelli, all’interno dello staff redazionale e fin da subito una delle protagoniste di questo progetto incentrato sulla memoria, sulla capacità di soffermarsi e mettere sotto la giusta luce i «Pensieri e progetti di persone curiose» perché fungano da insegnamento esperienziale «nel rigenerare relazioni di reti e comunità che all’arte, alla bellezza, al bene comune e alla collaborazione solidale conferiscono potere per una buona vita».
Benedetta Bodo: Come sono stati selezionati i progetti e i protagonisti delle interviste? Vi sono stati proposti e li avete valutati sulla base di un percorso di iniziative variamente utilizzabili e fruibili da casa durante il tempo dell’emergenza sanitaria, oppure avete contatto artisti e professionisti in prima persona?
Susanna Ravelli: L’avvio della ricerca dei progetti è iniziato in corrispondenza della mappatura che l’Associazione non Riservato, parte della rete fondatrice di Saloon, dei progetti attivi su Milano all’inizio del COVID. La redazione di Saloon ha deciso di ampliare la ricerca in atto con progetti d’arte e di design, caratterizzati da approcci o modalità partecipative, su tutto il territorio nazionale e con rimandi esteri. E’ iniziata così la nostra ricerca quotidiana di iniziative e progetti che abbiamo contattato uno ad uno e coinvolto in questa “archiviazione” della contemporaneità. Man mano che Saloon ha avuto adesioni significative e segnalazioni della stampa, abbiamo ricevuto candidature spontanee, che abbiamo vagliato e pubblicato. Nella homepage di Saloonmilano.org era possibile scaricare anche un regolamento per l’invio di proposte per non limitare l’opportunità di conoscenza e autocandidature.
La redazione di Saloon si è impegnata a contattare i referenti dei progetti d’interesse perché s’instaurasse una relazione di reciprocità e di condivisione dell’iniziativa, per approfondire e creare legami di collaborazione.
93 giorni, 96 progetti, 41 interviste e molti collaboratori. Quali sono stati i numeri in risposta a Saloon Milano, quanti canali di confronto sono stati attivati, quante interazioni si sono prodotte?
In questo momento, dopo il congelamento della piattaforma, il 21 giugno 2020, abbiamo iniziato a contare i risultati di Saloon, le interazioni che ha generato. Questa è la nostra fase di ricerca orientata a raccogliere indicatori quantitativi e qualitativi. Ci stiamo lavorando, non ho dati esaustivi, stiamo intervistando le realtà della rete per capire quali relazioni si sono ingenerate nell’interazione tra i progetti. Quante persone partecipi hanno intercettato i progetti e quale valore hanno regalato ad una società resiliente.
Potrei rispondere che la rete che ha ideato e avviato Saloon è costituita da 16 associazioni ed organizzazioni pubbliche e private, che hanno messo a disposizione quattro uffici stampa e tanti collaboratori che sono stati attivi sui canali FB, IG e twitter, per le traduzioni e l’aggiornamento del website. Abbiamo avuto il supporto di diversi magazine dell’arte e del design che ci hanno sostenuto nella diffusione dei progetti segnalati e hanno contribuito alle candidature spontanee.
Per tre mesi ogni mattina almeno quattro persone in redazione hanno selezionato e curato la pubblicazione quotidiana dei progetti e settimanale delle interviste. Un grandissimo lavoro di squadra nato dalla passione e dalla volontà di dare valore ad ogni forma di resistenza culturale partecipata.
Un vero e proprio lavoro corale della rete, ogni organizzazione ha contribuito a dare identità a Saloon e valore a tutto il patrimonio immateriale di progetti artistici, creativi, fotografici, editoriali generato da una comunità che ha ricostruito online strutture attive e di produzione culturale adattiva e resiliente.
I progetti sono stati catalogati principalmente sotto tre hastag #qualenatura #qualerigenerazione #qualiponti. Puoi approfondirli e dirci quali progetti si sono sposati meglio a queste definizioni, secondo te?
Abbiamo scelto questi hashtag per identificare le relazioni su cui il tempo sospeso del COVID ci ha dato modo di riflettere. Il rapporto di equilibrio con la natura di cui in clausura abbiamo sentito la mancanza e che nel desiderarne la presenza, abbiamo imparato a riguardare con rispetto ed attenzione, almeno nelle intenzioni. Stiamo veramente rispettando il patto di riconciliazione con la natura dopo questo tempo sospeso?- me lo chiedo spesso in questi giorni in cui il traffico metropolitano è tornato a ritmi serrati.
Sceglierei per questo hashtag Manùs, un tabloid come azione performativa, che esordisce con un numero dedicato all’elogio alla fragilità. Il tema che ha attraversato potentemente questa crisi. Ci siamo sentiti fragili e impotenti. Così come la natura e gli ecosistemi sono sempre più fragili mentre i nostri processi antropici soffocano dissennatamente equilibri e habitat di biodiversità.
Quale rigenerazione? È una riflessione sul ripopolare lo spazio urbano svuotato, la dimensione pubblica e il valore che rappresenta in una città che ha rivolto la sua attenzione alla cura, al rapporto di vicinato. Mi piace l’idea del progetto Anumani che propone un’esperienza di progettazione di spazi in cui le consuetudini vengono rilette ed reinterpretate attraverso un immaginario legato alla natura. Un progetto di design a più mani che ci immerge fuori dagli schemi.
Per quali ponti? Ho due preferenze: l’iniziativa di Codici ricerche che trovo interessante per i progetti che sono stati selezionati. Interessanti è tutti orientati ad una rilettura della marginalità non solo con un taglio sociale, ma anche ricca di suggestioni narrative riguardanti temi forti come la crisi, l’isolamento, la colonizzazione…; M’odo che riporta l’attenzione all’ascolto, de-saturando lo sguardo dal bombardamento sempre più presente delle immagini. Un richiamo alla scoperta della profondità delle parole pronunciate.
Saloon ha dato voce a molte iniziative che hanno aiutato chi si è trovato in difficoltà a causa del Coronavirus. Ci racconti qualcosa in merito, quale è stato più significativo per la piattaforma, magari per la risonanza che avete potuto dare?
L’arte ha dato risposte in molte direzioni con un’attenzione particolare al mondo dell’educazione. La scuola si è dovuta riassestare in tempi record e adottando metodi e strumenti non consueti. Soprattutto gli insegnati, catapultati in una didattica dell’assenza di corporeità e di intesa d’espressioni. La casa è diventata luogo di lavoro, svago, scuola e vita familiare. Per molti uno spazio totalmente inadeguato e deprivato di tempi e ritualità.
Le iniziative dedicate al gioco e alla conoscenza attuate per i bambini hanno dato alle famiglie opportunità di gestire tempi dilatati e spazi ristretti per es. dal Museo della Scala di Siena «regalami un’idea», curato da Michela Eremita indirizzato ai più piccoli o Rodari online, lettura della sera di Latitudo Art Projects o sempre dedicato a Rodari, Spiragli di un disegno necessario di Marco Trulli e Marcella Brancaforte. Questi progetti come altri dedicati al doposcuola sono stati un’ottima integrazione e attivatori di creatività intergenerazionale.
Saloon in sintesi rimane un ottimo esempio di buone pratiche e di parole servite a progettare, ampliare le vedute, sperare e preparare la ripresa nonostante il tempo fisicamente immobile del Coronavirus. I progetti rimarranno consultabili e visibili sul sito, documento prezioso del valore culturale e sociale che hanno generato. Vi sono nuovi passi in previsione legati a tutti i nuovi modelli di coinvolgimento e costruzione dell’audience, di riprogettazione degli spazi urbani e della loro fruizione e pratiche dell’arte nella sfera pubblica?
L’impegno che ora Saloon sta affrontando è legato all’analisi di valore che tutto questo patrimonio culturale immateriale ha generato e la ricaduta che ancora sta propagando come eco in una società che riprende in una quasi normalità.
Il problema che emerge evidente è la necessità di valorizzare tutto questo patrimonio di idee e progetti che hanno costituito un collante di comunità, che sono stati elemento coesivo di interessi, passioni e dialoghi in ogni campo del sapere. La redazione di Saloon vorrebbe stilare un modello di bilancio culturale che simile al bilancio ambientale ponga al centro della sostenibilità di una città la sua capacità di creare occasioni e processi di acculturazione e produzione artistica. Proprio grazie a questa produzione artistica instancabilmente esplorativa e coraggiosa hanno retto interi sistemi di relazioni territoriali e sociali. La speranza, che la ricerca e la pratica della bellezza generano, è inequivocabilmente un valore che abbiamo apprezzato e vissuto. Eppure è altrettanto evidente l’incapacità di riconoscere un valore fattuale di questo patrimonio immateriale e soprattutto dei suoi operatori, artisti, esperti di arte e spettacoli dal vivo.
Saloon riabiterà pensieri e progetti di persone curiose a settembre con iniziative durante la design week a settembre e ottobre a Milano. La rete di Saloon sta collaborando per proposte progettuali corali per la partecipazione a bandi ed iniziative territoriali di rigenerazione urbana e culturale. Saloon intende proseguire nel conferire valore al rapporto di produzione biunivoco tra arte e design e soprattutto tra le persone e la loro capacità di migliorare conoscenza e competenze in un lavoro e approccio collaborativo.
Saloon Milano