Correva l’anno 1984 quando, sulla copertina di Frigidaire, rivista di arti visive, fumetti e inchieste con sede a Roma, comparve l’annuncio del Primo Concorso Nazionale di computer arte. «L’eccezionale interesse destato dalla pubblicazione del primo fumetto computer e della moltiplicazione della ricerca grafica in questo campo» suggerì l’idea del concorso. La rivista, che vantava tra gli importanti collaboratori anche Andrea Pazienza, era una delle voci della controcultura di sinistra in Italia, attiva dal 1980 e oggi di culto.
All’annuncio segue il racconto: «Giovanotti Mondani Meccanici e il Sergente di ferro». Sette pagine di strisce, il cui disegno è stato sostituito da immagini pixellate prodotte dal computer (dette computer-strip) con brevi didascalie. «…echi onirici, effetti elettronici, situazioni originali per il nostro paese… questo desidera la gioventù»: parla il Sergente di ferro, l’autorità chiamata a rispondere in un’interrogazione parlamentare sui prototipi umani della nuova epoca: i GGM, appunto. «Mai come nella nuova era vi è stata una richiesta di attori capaci di far la faccia truce e di gridare losche minacce», prosegue il Sergente, che qui sembra alludere al machismo imperante di quegli anni, nel cinema, nella moda, nella pubblicità.
La nuova generazione di giovani sembra essere stata corrotta da illecite suggestioni e portata verso un altro stile di vita: essi abbandonano quindi la bontà eroica per trasformarsi in misteriosi carnefici. Sfuggono al controllo governativo, si mescolano nella società, sono senza sesso né età, non si consumano, amano il ‘ballo cibernetico’ delle discoteche, odiano il sole e minacciano i sogni. Il potenziale concettuale è enorme, visionario, anticipatore sui tempi, lo stile grafico oggi squisitamente low-fi.
Curioso notare come il concept narrativo sembri prefigurare quello di Matrix, serie di film culto degli anni Novanta (persino l’estetica dei famosi ‘agenti’ è simile a quella dei GGM). Allo stesso modo ma con circa 10 anni di anticipo, il fumetto allude a temi di lì a poco dopo commercializzati nel cinema fantascientifico: il rapporto tra uomo e macchina, le trasformazioni sociali, la spaccatura tra virtuale e reale, umanità e cyber in una dialettica visionaria e filosofica, il cui immaginario ha proiettato un’intera generazione nel futuro dell’informatizzazione.
Dietro i GGM vi era in realtà il collettivo artistico formatosi intorno ad Antonio Glessi e Andrea Zingoni, con sede a Bologna. Collettivo che nel giugno 1984 allestirà la mostra autogestita «Giovanotti Mondani Meccanici – Nel cuore delle immagini sensibili» nell’ex convento delle Leopoldine di Firenze. Un arredamento visivo, sonoro e tattile con installazioni, video dei GGM e proiezioni di poesie e immagini create al computer. Grazie a tale strumento, «forma di espressione completa e nuovissima»[1], si esploravano nuovi territori d’espressione, giacché «il potenziale creativo ancor oggi tutto da scoprire e delimitare della telematica, non può non ricercare contatti diretti col le altre espressioni artistiche»[2].
Organizzato da Frigidaire e dalla Lega Informatica Arci, il concorso offriva la possibilità di acquistare delle routine grafiche su supporto cartaceo o magnetico, che consentivano di creare immagini al computer ai possessori di Commodore 64 e Spectrum 48. Le immagini migliori, spedite alla redazione in audio-cassetta o su dischetto, sarebbero state pubblicate sulla rivista, mentre tutta la produzione pervenuta sarebbe stata messa in mostra a Roma nel gennaio 1985.
Lo spazio dedicato alla computer arte dalla rivista oggi colpisce per la grande capacità di lettura della realtà culturale, avanguardistica e underground, della quale è lieta di promuoverne i progetti. Sono trascorsi esattamente 30 anni dall’iniziativa e sfogliare queste pagine oggi non può che solleticare il gusto ‘tecnologico vintage’ del lettore. Ripensando ad allora sappiamo di trovarci nell’Italia rigogliosa degli anni Ottanta, super stimolata e attenta alle novità. Il Paese, con lo sguardo proteso verso l’Oriente e l’America e del tardo capitalismo consumistico, si inseriva nel panorama globale della sempre minore demarcazione tra cultura alta e di massa, delle guerre sottaciute e dell’inquietudine dell’Aids, ma soprattutto della tecnologia elettronica, che trovava sempre maggiore applicazione nelle arti e spazio nel privato, con la svolta epocale dell’Home computer.
[1] Computer Arte. GMM a Firenze, di Alberto De Pisis in «Frigidaire, 1984, Edizioni Primo Carnera SRL, Milano
[2] Ibidem
Immagini
(1 cover) La mostra «Giovanotti Mondani Meccanici – Nel cuore delle immagini sensibili», foto di Paolo Felicetti. In Frigidaire n. 46, Settembre 1984, Edizioni Primo Carnera SRL, Milano, p. 11; (2) Immagine dei GGM di Andrea Zingoni e Antonio Glessi, Frigidaire,n. 46, settembre 1984, Edizioni Primo Carnera S.r.l, Milano, cover; (3) Antonio Glessi, Andrea Zingoni, Computer-strip di «Giovanotti Mondani Meccanici e il Sergente di Ferro», Frigidaire n. 46, Settembre 1984, Edizioni Primo Carnera SRL, Milano, p. 41.