C’è stato un momento in cui alcuni artisti si sono rivolti ad Internet per poter realizzare opere e operazioni che decostruissero il mezzo e l’informazione nel suo potere di persuasione. Questo è capitato con particolare forza all’inizio degli anni Novanta quando il browser facilitava la navigazione e le tecnologie iniziavano a diventare più accessibili ad un pubblico vasto. Con l’interesse delle istituzioni verso questa tipologia di forme d’arte, il potere sovversivo si è (inevitabilmente) diluito nell’estetizzazione dei lavori, contemplati attraverso l’aura istituzionale, de-energizzati dal loro carisma sovversivo.
Torna ora l’urgenza di un richiamo alla consapevolezza del potere della macchina su quello dell’uomo. La mostra «Lost in the Net Dream», a cura di Yu Chuan Tseng, risponde a questa urgenza indirizzando, attraverso dodici lavori di sette artisti, questioni legate all’estensione della tecnologia al rimodellamento della nostra vita, individuale e sociale. «La questione che la mostra cerca di indirizzare – sostiene il curatore nel comunicato – è se possiamo mantenerci sobri nell’ambiente digitale comprendendo i significati dei media e se siamo in grado di riflettere sul contesto ambientale nel quale i messaggi sono diffusi e sul loro significato symbolico, piuttosto che essere travolti dall’ondata dell’informazione, indugiando negli pseudo-contesti intrecciati ai messaggi di intrattenimento».
Con Email Trek, Aaajiao paragona un programma automatico a qualcosa di simile alla USS Enterprise di Sta Trek, qui incaricata di trovare indirizzi e-mail non validi come prova dell’esistenza di vite passate. La ripetizione dei movimenti e l’assuefazione sono al centro del lavoro How We Act Together di McDonald e Lauren McCarthy.
Quando viaggiamo su Internet, siamo ormai assuefatti ad una navigazione guidata dai browser (e dalle aziende che li gestiscono), direzionati per surfare sulla superfice del dark web, il lato dove le informazioni circolano liberamente (e pericolosamente) e che conosciamo per una piccolissima parte, a volte solo per sentito dire.
Quotidianamente siamo bombardati da contratti sottoposti dalle aziende di software che accettiamo indiscutibilmente, pur di andare avanti con la nostra navigazione, come le condizioni contrattuali di You Tube che diventano protagonisti di Iterating My Way into Oblivion, il film di Carlo Zanni che il paesaggio di Internet lo ha ritratto da tutte le sue diverse angolature e attraverso i media più diversi. La voce che legge il contratto dall’inizio alla fine porta alla pazzia il protagonista del film e si fa ascoltare da chi guarda, catturando per un momento l’attenzione sulla cieca obbedienza che scandisce il nostro rapporto con il digitale.
Con Resist in the Pocket l’artista cinese He-Lin Luo si rivolge invece alla censura, alla necessità di criptare e decriptare immagini e messaggi, e agli interrogativi che la traduzione da un linguaggio ad un altro e da diversi formati comporta.
Runaway News Report, Collaged News Report: Truth of Imagination? e Collective Context di Yi-Ching Huang proseguono questo discorso risalendo la strada dove le informazioni prendono forma, confezionate per il pubblico sulla misura di precisi messaggi politici.
«Lost in Net Dreams» è una mostra fortemente politica, se pure, nella scelta dei lavori, altrettanto motivata da un gusto estetico raffinato, per come questo è espresso dai lavori.
I progetti sono tutti molto recenti e, nelle intenzioni del curatore, tracciano un momento di passaggio della cultura internet, quando l’ ‘età del testo’ lascia il passo a quella della narrazione, quella che al momento si identifica con l’età dello ‘show business’, termine coniato da Neil Postman a cui la mostra si ispira.
«Lost in the Net Dream, a cura di Yu Chuan Tseng, National Taiwan Museum of Fine Arts, Taiwan
Artists: aaajiao (China), Gregory CHATONSKY (France), HUANG Yi-Ching (Taiwan), LUO He-Lin (Taiwan), Kyle MCDONALD & Lauren MCCARTHY (United States), Akihiko TANIGUCHI (Japan), Carlo ZANNI (Italy)
immagini: (cover 1) «Lost in the Net Dream», Taiwan National Museum of Fine Arts, Taiwan, poster (2) Akihiko Taniguchi, «The Big Browser 3D», 2016, Internet, installazione interattiva, dimensioni variabili. Courtesy of the artist. (3) Aaajiao, «Email Trek», 2016, installazione video, website, dimensioni variabili. Courtesy of the artist. (4) Lauren McCarthy & Kyle McDonald, «How We Act Together», 2016, Internet, installazione interattiva, dimensioni variabili. Courtesy of the artist. (5) Carlo Zanni, «Iterating My Way into Oblivion», 2016, video, 9’25”. Courtesy of the artist. (6) Luo He-Lin, «Resist in the Pocket», 2016, documento, installazione video, dimensioni variabili. Courtesy of the artist. (7) Huang Yi-Ching, «Collaged News Report: Truth or Imagination?» , 2017, Internet, installazione interattiva, documento, dimensioni variabili. Courtesy of the artist. (8) «Lost in the Net Dream», Taiwan National Museum of Fine Arts, Taiwan, exhibition view