Il Romaeuropa Festival ha portato a Roma Milo Rau e la sua compagnia NTGent con lo spettacolo Antigone in Amazzonia in cui il regista svizzero riscrive il testo di Sofocle, trasferendolo nella storia recente della terra brasiliana all’epoca del regime di Bolsonaro.
Si tratta della terza parte – dopo lo spettacolo Orestes in Mosul e il film Il Nuovo Vangelo – della trilogia che il regista svizzero ha prodotto, portando i miti occidentali nelle periferie del mondo globalizzato, con un gesto che lui stesso – in un’intervista rilasciata a Jonas Mayeur e che accompagna nel programma di sala – definisce di «riappropriazione» e di «occupazione» politica del mito antico. Per questa produzione Milo Rau ha infatti collaborato dal 2019 con l’associazione MST (Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra) che da oltre cinquant’anni combatte razzismo, sessismo e disuguaglianza economica nelle zone rurali del paese sudamericano.
Nel foyer del teatro sono appesi striscioni rossi con scritte bianche che, con cromie anni ‘70 che ricordano i cartelli degli artisti Antoni Muntadas e Barbara Kruger, spiccano sullo sfondo classico dell’atrio del teatro Argentina, comunicando in anticipo il contenuto di protesta dello spettacolo.
Durante lo spettacolo, scene corali di lotta e di violenza, musica e monologhi si susseguono in mezzo alla polvere che si solleva sul palco quasi deserto ricoperto da una coltre di terra scura, a cui fanno da sfondo tre schermi verticali, parti integranti dello spettacolo. Gli schermi catapultano in scena i video del reenactement organizzato da Milo Rau del massacro di El Dorado Do Carajas del 17 aprile 1996, in cui 19 contadini vennero uccisi dalle forze di polizia, ma anche il corpo di Kay Sara con il suo discorso in cui l’attivista indigena esorta al cambiamento gli spettatori.
Come l’artista visivo britannico Jeremy Deller che nel 2001 ha realizzato e filmato il reenactement della Battaglia di Orgreave del 18 giugno 1984, allo stesso modo Milo Rau ripresenta sotto forma di video-performance una tragedia dimenticata dagli schermi televisivi, conferendole una visibilità politica negatagli a suo tempo.
Nel prologo all’Antigone Sofocle scriveva “Molte mostruosità vi sono al mondo, ma nessuna è pari all’Uomo” e quella di Kay Sara potrebbe sembrare la risposta sua e di Milo Rau: “Smettiamola di essere come Creonte. Siamo come Antigone! Perché quando diventa legge l’ingiustizia, allora la resistenza è un dovere. Resistiamo insieme, siamo esseri umani. Ognuno alla sua maniera e nel suo luogo, uniti dalla nostra diversità e dal nostro amore per la vita, che ci unisce tutti.”.
In questo spettacolo esemplare, Milo Rau, regista e scrittore, direttore del Teatro di Gent Ntgent dal 2018 al 2023 e ora del Wiener Festwochen, mette in pratica quei dettami che ha elencato per il suo fare teatro nel Manifesto di Gent, in cui al primo punto ricorda che per chi vuole fare teatro, non si tratta più soltanto di ritrarre il mondo. Si tratta di cambiarlo.
Pietro Guerrini
Milo Rau / NTGent, Antigone in Amazzonia, Romaeuropa Festival, Teatro Argentina, 3-4 ottobre, 2023
immagini: (cover 1-2) Antigone in Amazonie- Kurt Van Der Elst. (3) Poster. Antigone in Amazonie. Armin Smailovic