Mutamenti. Le metamorfosi sintetiche di fuse* e Francesca Pasquali è il titolo del progetto curato da Federica Patti per la quinta edizione di das – dialoghi artistici sperimentali con il lancio di una doppia esposizione all’insegna di un’esperienza diffusa, immersiva e variegata che coinvolge i diversi spazi del Museo d’impresa sull’idea di mutevolezza, caducità, evoluzione che le nozioni, le immagini, i supporti, le tecnologie e gli elementi culturali attuano nel tempo, incessantemente, proprio come i processi di trasformazione che avvengono in natura.
Artificial Botany di fuse* è una video installazione accompagnata da una serie di stampe realizzate secondo diversi metodi, interventi open air in dialogo visivo diretto con artefatti antichi e originali.
Artificial Botany, il cuore del progetto espositivo, è un Sistema di GANs (Generative Adversarial Networks) creato da fuse* che esplora le potenzialità espressive delle antiche illustrazioni botaniche attraverso l’utilizzo di algoritmi di machine learning. Prima dell’invenzione della fotografi a infatti, le illustrazioni botaniche e gli erbari erano l’unico modo per archiviare visivamente le molteplici varietà di piante esistenti al mondo, e per carpirne l’essenza prima che la loro naturale evoluzione portasse alla successiva metamorfosi.
Queste immagini sono state usate da fisici, farmacisti e botanici per l’identificazione, l’analisi e la
classificazione delle specie; ma anche da generazioni di studenti, come sistema di rappresentazione della realtà: sebbene non siano più scientificamente rilevanti, sono comunque diventate patrimonio storico artistico e culturale, fonte d’ispirazione per rendere omaggio alla vita e alla natura usando strumenti e metodologie differenti. Anche se molte di quelle piante non esistono più. Le creazioni dei più grandi artisti del genere – tra cui Maria Sibylla Merian (Amsterdam, XVII secolo) e Marianne North (London, XIX secolo) – sono diventate così il materiale di apprendimento per ricreare nuove immagini con elementi morfologici estremamente simili a quelle di ispirazione ma con dettagli e caratteristiche inedite, mai viste prima.
Fra i più antichi e conosciuti erbari, si trova quello di Ulisse Aldrovandi (Bologna, XVI secolo): iniziato nel 1551, oggi è completamente digitalizzato ad alta risoluzione e fruibile online, ancora riferimento globale di una forma mentis e di un metodo.
In occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla nascita dello studioso, CUBO Unipol entra in relazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna (BUB) esponendo un esemplare originale dell’erbario dipinto accanto alle creazioni digitali di fuse*.
(dal comunicato stampa)
fuse*, Artificial Botany, a cura di Federica Patti, Spazio Cubo, Bologna, 18.01 – 21.05.2022
immagini: (cover-3-4): fuse*, Artificial Botany, 2022 (2) CUBO, Bologna