La galleria d’arte NOME di Berlino ospita le opere di Navine G. Khan-Dossos, con la prima personale dell’artista dal titolo Command: Print. La pratica artistica di Navine G. Khan-Dossos legata all’anacronismo contemporaneo, unisce la sua ricca formazione nell’arte Islamica e le astrazioni geometriche dell’arte digitale.
In Command: Print Khan-Dossos presenta due serie di opere, “Printer Paintings” (2013) e “Remaining and Expanding” (2016), entrambe le quali mettono in primo piano gli studi sui colori reticolati, le tecnologie di stampa e digitali attraverso una ricerca pittorica sottrattiva.
La serie “Printer Paintings” è stata realizzata utilizzando le principali tonalità della stampa a colori —il modello CMYK e il grigio. Elementi rettangolari sovrapposti rappresentano le cartucce delle stampanti, dove uno dei quattro colori viene applicato a turno come tonalità principale di ciascun pannello. Le unità colorate si contrappongono al bianco luminoso dando vita a una sorta di disegno a scacchi, dall’effetto moiré.
“Remaining and Expanding” nasce dalla continua ricerca dell’artista sulla propaganda dello Stato Islamico, e in particolare il suo magazine online Dabiq. 36 dipinti su tavola sono realizzati sulla base del design e del layout delle pagine di un numero della rivista; trasformati — privi dei loro contenuti controversi – in pura forma e colore affinché lo spettatore possa concentrarsi sulle strutture piuttosto che sui contenuti della propaganda. La palette cromatica è composta dai modelli CMYK e RGB, passando dall’immagine stampata all’immagine sullo schermo. L’installazione dell’opera all’interno degli spazi della galleria rappresenta il numero prima della sua pubblicazione, come una serie di bozze in una sconosciuta redazione giornalistica o bunker.
In queste opere, l’aspetto opaco della pittura a guazzo traduce le qualità della risoluzione dello schermo in una superficie analogica. “La pittura non cerca mai di competere con la perfetta qualità di riproduzione di uno schermo pixelato,” ha commentato l’artista, “in realtà è lì per trasportarvi all’interno dell’opera, per vedere le asperità, i fallimenti, la mano umana che lascia il segno”.
Navine G. Khan-Dossos, NOME Art Gallery, Berlino, 19.11.2016 – 10.02.2017
Navine G. Khan-Dossos (1982, Londra) è un’artista visiva che vive ad Atene. I suoi interessi spaziano tra l’Orientalismo nel mondo digitale, la geometria come informazione e decorazione, e la calibrazione delle immagini. Ha esposto le proprie opere e collaborato con importanti istituzioni artistiche tra cui le Serpentine Galleries (Londra), il Museum of Islamic Art (Doha), Witte de With (Rotterdam), la Van Eyck Academie (Maastricht), la Delfina Foundation (Londra), il Leighton House Museum (Londra), il Benaki Museum (Atene), e la A.M. Qattan Foundation (Ramallah).
Fondata nel 2015, NOME si muove e opera tra arte, politica, e tecnologia. Attraverso l’esplorazione dei legami e degli intrecci tra questi settori, NOME intende accrescere la consapevolezza critica per affrontare i temi cruciali della nostra epoca.
Immagini (cover) Navine G. Khan-Dossos, You’re Just A Headline (Cyan).jpg, 2013, Gouache on board, detail (1) Navine G. Khan-Dossos, You’re Just A Headline (Cyan).jpg, 2013, Gouache on board (2) Navine G. Khan-Dossos, Expanding & Remaining, 2016, Gouache on panel