«I lunatici parlano alla luna» è il titolo della mostra inaugurata il 14 marzo e aperta al pubblico fino al 17 maggio presso la Galleria Giorgio Persano di Torino. L’esposizione è a sua volta il prodotto di un’ampia ricerca – scientifica e non solo – dell’artista torinese Alessandro Sciaraffa, il quale omaggia attraverso le proprie opere il più famoso dei satelliti, quello che orbita attorno al nostro pianeta.
Leitmotiv del percorso espositivo è dunque la luna, il cui magnetismo ha fatto presa anche sul lavoro di Sciaraffa, portandolo negli ultimi anni a sperimentare tecniche e tecnologie volte ad approfondire un dialogo a vari livelli su e con la luna. Non potendola portare fisicamente nella galleria, egli ha ragionato sulla parola, su ciò che può arrivare così lontano nello spazio, fino a lavorare sull’idea dell’estensione della voce. Infatti, il punto di arrivo di questa ricerca – ed opera chiave a cui si deve il titolo della mostra – è proprio un progetto sonoro, basato su un collegamento realizzato dall’artista in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico Val Pellice, tramite cui è stato possibile parlare con il satellite.
Uno spazio intimo ma imponente, posto al centro dell’ampia sala espositiva, è stato «ritagliato» da Sciaraffa grazie a un tendaggio che racchiude in 3 metri per 7 di altezza un microfono, a sua volta in collegamento streaming con il Radio Telescopio dell’Osservatorio Astronomico. Una trasmissione radio EME (Earth-Moon-Earth) la sera del 14 marzo, data inaugurale della mostra, ha permesso di riflettere sulla superficie lunare la voce dei presenti e – per tutta la durata dell’esposizione – permetterà ai visitatori di ascoltarne l’eco.
L’invito dell’artista è quello di non limitarsi a contemplare la luna, ma di inseguire la possibilità di un’esperienza profonda, il più possibile diretta, sfruttando tutti i mezzi a disposizione, compresa la tecnologia, che in questo caso ha supportato, semplificato e slanciato il desiderio ed il progetto di Alessandro. È surreale scoprire che l’intero percorso espositivo è nato da un bicchiere d’acqua, o meglio da una domanda posta al presidente dell’Osservatorio di Val Pellice, visitato da Sciaraffa l’estate di tre anni fa, in omaggio ad un luogo a cui è molto legato per vissuto personale. «Qual è il suono di un bicchiere d’acqua? E qual è il suono di un bicchiere d’acqua sulla luna?» Tutti gli incontri successivi organizzati dall’artista e dal presidente con scienziati ma anche musicisti e filosofi, hanno portato a sperimentare e progettare I lunatici parlano alla luna e, contemporaneamente, altre opere di «avvicinamento alla luna».
Come nel caso della serie Catturare il riflesso della Luna in un assolo di chitarra elettrica, frutto di un altro esperimento voluto per catturare la luce lunare. Infatti, utilizzando un telescopio dell’Osservatorio e costruendovi attorno una camera oscura, Alessandro ha creato le condizioni per cui il telescopio ha raccolto i raggi della luna, incanalandoli all’interno della camera oscura e fissandoli su carta a emulsione d’argento. Lo sviluppo fotografico dei riflessi della luna è poi avvenuto a suon di chitarra elettrica.
Immaginando di essere il primo uomo a osservare la faccia nascosta del satellite, fotografata da una sonda russa solo negli anni ’60, Luna con pietra focaia è una serie realizzata osservando con un telescopio l’oggetto dei desideri, e imprimendone il profilo su più carte a emulsione d’argento, utilizzando solo la luce prodotta dalle scintille di una pietra focaia.
Per finire con l’opera-esperimento dal titolo Goccia d’acqua su bismuto e stagno, dove attraverso una lente osserviamo un piccolo e argenteo cratere che ricorda in qualche modo la superficie lunare, ottenuto dall’artista facendo cadere una goccia d’acqua su una lega di stagno e bismuto. L’opera in sé è un errore voluto, perché durante uno studio d’artista sul materiale bismuto, il più diamagnetico di tutti i metalli, egli ha voluto sperimentare cosa succede facendo impattare dell’acqua su una fusione di bismuto e stagno. Pur sapendo che il risultato sarebbe stata un’esplosione.
L’impressione che si ottiene dalla visione di questa mostra è che si possano immaginare gli effetti prodotti da un’azione, un’idea, in questo caso un’opera d’arte, ma che il bello risieda nel fatto che non si può mai prevedere che forma prenderà un raggio di luna una volta sviluppato sulla carta, quanto lontano arriverà l’eco, come si propagherà nello spazio.
Alessandro Sciaraffa. I lunatici parlano alla Luna, Galleria Giorgio Persano, Torino. 14.03.2014-17.05. 2014
Immagini
(cover) Goccia d’acqua su bismuto e stagno, 2014, acqua, lega di bismuto e stagno, lente, legno (1) Alessandro Sciaraffa. I lunatici parlano alla Luna (2) Luna con pietra focaia, 2014 carta emulsione d’argento, pietra focaia 50 x 60 cm (3) Catturare il riflesso della Luna in un assolo di chitarra elettrica, 2014 carta emulsione d’argento, Luna 30 x 40 cm