Il Quartiere Intelligente (Q.I.) è un ampio progetto di riqualificazione e riutilizzo degli spazi adiacenti alla scala monumentale del quartiere Montesanto a Napoli, un nuovo organismo in grado di attivare un processo di rigenerazione del tessuto civico e culturale. Il polo di ricerca e formazione di Montesanto è un laboratorio sempre attivo, un cuore pulsante che vive di interazione e trasversalità dove l’arte è spesso l’elemento di connessione tra innovazione tecnologica, sviluppo sostenibile, studio e valorizzazione del territorio.
E’ a partire da questa natura polivalente, adottando il linguaggio globale del mainstreem, che il laboratorio diventa faro e specchio del contemporaneo attraverso Q.I Vedo un format artistico, a cura di Adriana Rispoli, che prevede una serie di installazioni video, realizzate da artisti nazionali ed internazionali, proiettate sulla parete del palazzo che costeggia le scale che allo stesso tempo attraversano e ritagliano i quartieri della città. Le video installazioni che hanno per tema il rapporto tra uomo e natura, tra locale e globale, tra reale e universale, diventano messaggi luminosi capaci di arrivare anche ad un pubblico inconsapevole, puntando a trasformare il paesaggio urbano attraverso una rinnovata coscienza critica e una relazione più consapevole tra la cittadinanza e il territorio.
Quest’anno Q.I Vedo ha illuminato anche Zagabria e precisamente il Museo d’Arte contemporanea (MSU Zagreb – Croazia), una recente costruzione di matrice funzionalista, progettata dall’architetto Igor Franic, che copre una superficie totale di 14500 m2 e che prevede sul lato nord dell’edificio, quello che da sul parco pubblico e il Bundek Lake, una facciata multimediale di 400mq (100 metri lineari): «si tratta di 3 enormi schermi che hanno indotto alcuni artisti a ripensare le coordinate classiche di spazio-tempo dei propri lavori generando nuovi e interessanti risultati», come afferma la curatrice.
Q.I. VEDO I Tu vidim. Italian artists about sustainability, è una mostra di video arte en plein air a cui partecipano 10 artisti italiani: Filippo Berta, Bianco-Valente, Diego Cibelli, Giovanni Giaretta, Dacia Manto, Luana Perilli, Raffaela Mariniello, Moio&Sivelli, Masbedo, Luca Trevisani che espongono la loro personale visione del rapporto tra uomo e natura.
Le immagini dinamiche in loop, attraendo lo sguardo del pubblico in transito, hanno offerto un insolito punto di vista del museo che più che avvicinare e accogliere si espande, coinvolgendo nella forza centrifuga dell’installazione, paesaggio umano ed urbano.
Le visioni intermittenti hanno raccontato il complesso rapporto tra naturale e artificiale: Moio&Sivelli, in Like a seagull (2014), planano sui porti del Mediterraneo, zone di frontiera e luoghi di scambio, mostrando I simboli della contraddittorietà del Mare Nostrum a cui si riferisce anche Raffaela Mariniello in Between (2006-2016) dove ritratti e architetture suggeriscono un tempo sospeso, indefinibile e inafferrabile come quello del video Uneuclidean Pattern (2003) di Bianco-Valente in cui «Artificiale e naturale micro e macro reale e virtuale sono facce della stessa medaglia».
Filippo Berta riflette sullo stato di natura, sul rapporto tra le innate pulsioni egoistiche e il forte istinto di autoconservazione che governa l’uomo, così partendo dalla filosofia di Thomas Hobbes restituisce un’immagine della contemporaneità. In Homo Homini Lupus (2011) il tricolore italiano, simbolo dell’identità e del potere insieme, viene distrutto dalla furia cieca di tre lupi, allegoria di un’umanità irrazionale e violenta. La mantide religiosa dei Masbedo (Todestribe, 2014), i serpenti di Luca Trevisani (Physical examination, 2014) e lo scimpanzé in Circling Time (2016) di Diego Cibelli e Lilli Messina ricordano il legame indissolubile tra uomo e natura, uno scambio osmotico e a tratti inconsapevole, come rivela il video di Giovanni Giaretta (Senza Titolo – Studio per un ritratto, 2012) che riprende dialoghi silenziosi con il creato, intense suggestioni che ispirano l’azione umana e da cui non si può prescindere. La natura è, infatti, Urformen (Luana Wojaczek Perilli, Urformen, 2014), archetipo per eccellenza, misura del tempo e dello spazio che si dilata e si contrae dando vita ad una visione caleidoscopica e mutevole dell’esistenza, immortalata da Dacia Manto in Asterina (2009).
La mostra che si fa ponte virtuale tra l’Italia e i Balcani è simultanea alla nuova mostra della rassegna Q.I. Vedo che torna alla base (Q.I.), ribadendo questo sodalizio, con la video installazione Monument di Igor Grubic, artista croato che recupera in un documentario poetico-sperimentale le sculture commemorative antifasciste commissionate dalla Jugoslavia comunista, oggi inglobate nel paesaggio e in parte distrutte per eliminare ogni traccia di una ideologia passata.
[vimeo id=”151037590″ width=”620″ height=”360″]
In una prova di forza ideologica contro il sistema socialista e con l’intento di amplificare l’identità nazionale,infatti, negli anni ’90 la destra al potere in Croazia ha permesso la sistematica distruzione e la devastazione dei monumenti antifascisti edificati in memoria dei partigiani caduti e vittime innocenti del regime fascista. Igor Grubic, artista-attivista, interviene negli spazi pubblici e prova a forzare l’attuale clima di conservatorismo della società croata, in cui nessuna delle istituzioni governative sembra farsi carico di un rinnovamento e della responsabilità di restituire alla popolazione i simboli di esortazione alla libertà, alla fraternità e all’unità, appoggiando, invece, un ormai acquisito nazionalismo che spesso si manifesta attraverso intolleranza, ostilità e pregiudizi. L’obbiettivo del progetto è coinvolgere le istituzioni governative e culturali, locali e nazionali, in un dibattito sulla conservazione del patrimonio della resistenza antifascista e di avviare la pianificazione della valorizzazione e del restauro di questi monumenti, favorendo così un lento e persistente cambiamento.
Q.I. VEDO I Tu vidim. Italian artists about sustainability, a cura di Adriana Rispoli, è un progetto In collaborazione con Q.I. Quartiere Intelligente, Napoli e che ha ottenuto il Matronato della Fondazione DonnaRegina per le Arti Contemporanee- Museo MADRE. Con il supporto di: Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Mistero della Cultura della Repubblica Croata, Città di Zagabria, Curatrice coordinatrice (MSU): Radmila Iva Jankovic. Quartiere Intelligente, Scala Montesanto 3, Napoli,19.00-24
Immagini
(cover) QI Vedo, poster (1) Giovanni Giaretta, Intallation view, Senza Titolo – Studio per un ritratto, 2012 (2-3-4) Igor Grubic, Monument, 2015, 50’, snap shot from video.