Quayola, artista ormai riconosciuto internazionalmente, da tempo collabora con gli algoritmi, si confronta con l’iconografia classica, con la tradizione del paesaggio, e con tecniche e tecnologie algoritmiche, anche queste entrate a gamba tesa nella cornice della parola ‘natura’.
Le intelligenze algoritmiche con la quali collabora sono impiegate come ‘tavolozze per dipingere’; sono anche elementi che fanno parte del nuovo profilo di paesaggio ibrido. Come Quayola stesso afferma «utilizza la tecnologia come lente per esplorare le tensioni e gli equilibri tra forze apparentemente opposte: il reale e l’artificiale, il figurativo e l’astratto, il vecchio e il nuovo».
La sua ricerca della forma, del movimento, arriva in profondità e si addentra nelle stratificazioni della materia. Paesaggio, materia, forma, compiono un viaggio che attraversa il linguaggio algoritmico che analizza de-costruisce, e ricostruisce in un formato ibrido che abita la materia liquida dello spazio digitale, ma anche solida, quella delle sculture modellate su materiali vari da un braccio robotico dove (ri)produce alcuni classici, come i non-finiti di Michelangelo.
Il genere paesaggistico è stato molto presente nel lavoro di Quayola, con particolare riferimento alla paesaggistica en plein air di fine ‘800, momento di immersione nella natura, nel caso di Quayola destinato a rilevare i dati per poi trasferirli sul piano algoritmico da dove riescono rielaborati in una varietà di forme, video o anche stampe.
Un lavoro dalla sua serie Storms è stato recentemente presentato alla Maker Art Faire, sezione dedicata all’arte nell’ambito di una delle più importanti fiere e momento di scambio su tecnologia e innovazione applicata agli ambiti più diversi come medicina, agricoltura, didattica e tanto altro.
Per questa edizione Quayola è stato chiamato a rappresentare gli ambiti di scambio tra tecnologia e creatività nel nome di una simbiosi radicale tra uomo e macchina, di una collaborazione reciproca che diventa quasi indistinguibile.
Come per gli altri suoi lavori paesaggistici, la serie di Storms utilizza dati ripresi dalla natura, in questo caso una località costiera della Cornovaglia, trasposti nel mondo digitale con un lavoro di pittura virtuale che indaga, parallelamente, le qualità materiche della pittura. Un video ad alta definizione trasmette l’immagine mentre prende forma dai dati generati da vettori di forza del moto delle onde ripresi dal vero, «un paesaggio pittorico che si plasma attraverso i suoi stessi moti, in una continuità tra forze naturali e artificiali».
«Osservando la tradizione storica della pittura paesaggistica, raccontava in un’intervista nel 2018, sono affascinato dal modo in cui la Natura, come soggetto, diventi un punto di partenza per generare nuove estetiche e nuovi modi di vedere. (…) Sono quindi interessato alla Natura al suo stato primordiale e incontaminato che osservo attraverso apparati altamente tecnologici”. Il mio lavoro risulta in visioni ibride, che non si concentrano su nuove idee di “natura-ibrida”, ma su modi totalmente originali di percepire qualcosa di primordiale e assoluto e su nuovi modi di sintesi visiva». (E.G.Rossi, Intervista a Quayola, Arshake, 27.06.2018)
Gli strumenti tecnologici utilizzati per osservare la natura, sono gli stessi protagonisti della Maker Faire così come del nuovo paesaggio ibrido, spostamento sismico della dimensione e della parola ‘natura’, non più intesa in riferimento esclusivo al mondo organico.
Storms di Quayola è stato presentato alla Maker Art Faire, curata da Valentino Catricalà nell’ambito della decima edizione della 10th edizione della Maker Art Faire Roma – The European Edition, evento promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma attraverso la sua Azienda Speciale Innova Camera, presentato nell’iconica cornice dell’area industriale del Gazometro Ostiense.
images (all), Quayola, «Storms», exhibition view, Maker Art Faire, Gazometro, Rome, October, 2022