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Home Special Project

Special Project # 14. Alessandro De Francesco

Densità di Tommaso Campanella

Antonello Tolve by Antonello Tolve
04/04/2019
in Special Project
Special Project # 14. Alessandro De Francesco
Alessandro De Francesco, artista, poeta, saggista e fondatore di Language Art Studio, ha realizzato per il banner Arshake, Density of Tommaso Campanella, trenta lavori che prendono forma da altrettante poesie di Tommaso Campanella (1568 – 1639), selezionate dall’edizione originale della Scelta di poesie filosofiche del 1622. I lavori, a partire dal 12 novembre, si sono susseguiti sul banner uno ogni tre giorni, e in due tempi. Il testo di Antonello Tolve che segue, presenta il suo lavoro nello specifico del progetto e nel contesto più ampio della sua ricerca. Qui di seguito potete curiosare i’interno archivio dei lavori dedicati a Tommaso Campanella.

 

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L’ombra lunga delle parole

Nell’ampio spettro creativo proposto da Alessandro De Francesco (Pisa, 1981), lo spazio dedicato alla parola – parola dimenticata a memoria, parola oltre la quale è presente la vertigine del silenzio, parola d’aria percorsa dal vento della sera – è terreno dominante, luogo di riflessione, di azione, di creazione e di instancabile ricreazione. Cosciente che la poesia sia tutto quello che si può dire quando alle parole si toglie la voce, De Francesco instaura un corpo a corpo con il labirinto del linguaggio per dar vita a progetti babelici e luminosi dove l’universo semiotico attrae a sé tutto il flusso dell’elettrocultura per raggiungere a volte un elegante asemantismo – si pensi almeno al ciclo chiamato Augmented Writing (2013-2017) –, altre una visione optofonetica irriducibile al solo corpus poetico perché immessa nell’ambito di un procedimento che l’artista «résume sous les notions de Language Art, Text-enhancing devices et “la poesia come pratica artistica» (A. De Francesco). Si tratta di un piacevole Kurzschluss che fonde sotto uno stesso cielo estetico les mots et les choses per generare, descrivere, classificare, dar voce a a una fantasia senza fili che crea nuove forme di irrealtà quotidiana. E se da una parte la scrittura su carta – lo testimoniano le varie pubblicazioni come Lo spostamento degli oggetti (2008), da 1000m – dès 1000m – from 1000m (2009), Redéfinitions (2010), Ridefinizione (2011), Augmented Writing – Scrittura Aumentata – Écriture Agumentée (2013), Continuum. Writings on Poetry as Artistic Practice (2015), La vision à distance (2016), Remote Vision. Poetry and Conceptual Writing (2016), Three Poetic Engines – Trois Engins Poétiques (2016) e La visione a distanza (2018) – è indispensabile per concepire processi d’impressione diretta, fortunati e felici argomenti che si annodano alla tradizione della stampa, intesa naturalmente in tutte le sue varie declinazioni, dall’altra l’inclinazione a un modello installativo e “poetronico” (volendo utilizzare un’etichetta cara a Eduardo Kac) porta De Francesco alla generazione di sistemi amovibili, soffici, nebulosi e immateriali nei quali è possibile leggere il background culturale e nel contempo le conquiste dell’artista nell’ambito dellasíntesis de las artes.

Penso che sia proprio questa síntesis (intesa come unione tra poesia, elettronica, musica e arti visive tout court) a portare De Francesco lungo un sentiero teorico e pratico che assume l’architettura come territorio linguistico privilegiato, come ambiente mediante il quale sviluppare dispositivi, controspazi idiolettici – o meglio idioelettrici – che si aprono tuttavia alla moltitudine, all’esperienza totale. «Mon travail invite le lecteur-visiteur à faire une expérience à la fois perceptuelle et conceptuelle de l’écriture poétique, que je conçois comme une pratique artistique «semi-immatérielle»: l’immatérialité conceptuelle, sémantique et émotionnelle propre au langage est soutenue par la matérialité fragile de l’écriture et de la voix», suggerisce De Francesco.

La capacità di metabolizzare le lezioni di Vito Acconci, di Robert Barryhave, di Gianfranco Baruchello, di Marcel Broodthaers, di Tracey Emin, di Joseph Kosuth, di Vittorio Santoro, di Bernar Venet, di Andrea Zanzotto o, tra gli altri di Flavio Ermini (senza dimenticare naturalmente l’ampio ventaglio di voci corse avanti, di compagni di strada quali Dante, Petrarca, Tasso, Bruno, Tansillo ecc.) porta l’artista a muoversi con disinvoltura in un luogo di confine, in un regno capace di concepire una brillante integrazione linguistica, una democraticizzazione tra le varie parti dei sistemi comunicativi.

C’è, nel suo vocabolario visivo, tutta la forza del passato che partecipa ai colpi creativi del presente per dare alla luce apparecchi sovratemporali, riflessioni poste sulla soglia del pensiero ancora da pensare, sull’urgenza della forma, sulla forza del contenuto liquido che può assumere un componimento. In questo particolare raggio d’azione – un raggio che si serve anche di software generativi (non dimentichiamo che l’artista lavora anche sulla ripetizione, o meglio sulla ripetizione differente) – rientra anche il lavoro Densità di Tommaso Campanella (2018) col quale De Francesco propone una selezione di testi, trenta più esattamente, tratti dalle poesie filosofiche di Tommaso Campanella, il cui pensiero ha aperto a un territorio del conoscere (inteso come sentire, come infarsi) nel quale altro non conosciamo che la nostra immutazione, ovvero noi stessi: semper ergo scire est scire sui.

«In traiettoria obliqua, ad alta velocità, torna sempre la poesia di Tommaso Campanella nel mio lavoro e vorrei adesso che, giorno dopo giorno, tornasse per tutti qui su Arshake» avvisa De Francesco in un testo introduttivo al progetto che vale la pena citare per esteso. «Ho ripreso in questo lavoro trenta testi dall’edizione originale della Scelta di poesie filosofiche del 1622, privilegiando due temi interconnessi: la riflessione metafisica, cosmica, immateriale, concettuale, alla quale Campanella è capace di dare uno spessore poetico inaudito; e il corpo del reale, a cominciare dalla sofferenza fisica di Campanella torturato in prigione per il cambio di paradigma storico al quale il suo pensiero e le sue azioni hanno preso parte insieme ad altre figure del Seicento europeo (Galileo, Bruno, Descartes, Spinoza, ecc.). Le loro storie risuonano oggi con forme più sofisticate e (talora, almeno in Occidente) meno violente di esclusione e di controllo politico. Ho dunque vettorizzato e riorganizzato alcune parti della versione digitale dell’edizione originale della Scelta e le ho affiancate, per il pubblico non italofono, alla bella traduzione inglese di Sherry Roush pubblicata presso The University of Chicago Press nel 2011 con il titolo Selected Philosophical Poems of Tommaso Campanella. Come spesso nel mio lavoro, il testo poetico è reso concetto e spazio. Concetto per la natura “semi-immateriale” del linguaggio, che eccede in permanenza la sua manifestazione fisica, in particolare nella vastità emotiva e semantica della parola poetica. Spazio perché questa natura semi-immateriale non è appunto interamente immateriale, in quanto essa nasce da una certa disposizione tipografica, da una carto-tipo-grafia che investe sovversivamente spazi reali e digitali con la sua densità (come nella parola tedesca Dichtung, secondo una falsa ma splendida etimologia) semantica e perciò nuovamente fisica. Questa superficie testuale obliqua è fatta per l’esperienza. In essa concetto e spazio si ricongiungono attraverso il linguaggio poetico». Buona lettura, buona visione!

Alessandro De Francesco, Density of Tommaso Campanella, 2018. Scaricate qui il testo integrale dell’autore

Alessandro De Francesco (1981)è un artista, poeta, saggista e fondatore di Language Art Studio. Vive e lavora tra Basilea e Bruxelles. Il suo lavoro è indirizzato alla ricerca di forme innovative di manipolazione di materiali verbali. Dal 2008 al 2015 Alessandro è stato un artist – in – resindence e un visiting professor presso la European Graduate School. Recentemente ha realizzato workshop presso l’ École de recherche graphique a Bruxelles e presso la Basel Academy of Art & Design (HGK). Attualmente è visiting professor presso la Bern University of the Arts (HKB), Svizzera. Alessandro ha partecipato a diverse mostre su scala internazionale. Tra queste: Poetry as Artistic Practice (solo, Anima Ludens, Bruxelles, curatori: François de Coninck e Gregory Lang), 2017-2018; Modus Operandi, Société, Bruxelles (curatori: LabAu e Gregory Lang), 2017; Art Contest, Bruxelles Museum of Art & Design ADAM, 2016-17 (curatore: Valérie Boucher); Xerox, Société, Brussels, 2016 (curatori: LabAu e Gregory Lang); BeHave, Belval, Luxembourg, 2016 (curatori: Delcroix & Pinsky); Regionale 16, Kunst Raum Riehen, Switzerland, 2015-16 (curatore: Kiki Seiler-Michalitsi); Cairo Off Biennale, Egypt (curatori: Elena Abbiatici e Simon Njami); Indent, Société, Bruxelles, 2015 (curatore: LabAu), TU35, Pecci Centro di Arte Contemporanea, Prato, Firenze 2015 (curatore: Chiara Ruberti); Art by Telephone…Recalled, La Panacée – centre de création contemporaine, Montpellier, 2014 (curatori: Sébastien Pluot & Fabien Vallos); Chrématistique,CNEAI – Centre national de l’estampe et de l’art imprimé, Chatou, 2014 (curatori: Fabien Vallos & Jérémie Paulin). Per una lista dettagliata di sue residenze, performance, e lectures nel mondo visita qui il sito di Alessandro De Francesco, e qui, il suo portfolio.

immagini: Alessandro De Francesco, «Density of Tommaso Campanella», 2018, courtesy The Artist

Tags: Alessandro De FrancescoAntonello TolvearsarshakelanguagepoetryspacesperimentationTommaso Campanella
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