Disturbante e filosofico si fondono in un libro illuminante su una delle direzioni prese dall’arte contemporanea, prendendo in considerazione soprattutto l’elemento di scarto del corpo umano, un corpo trasformato in sacco di sangue e feci, ormai totalmente desacralizzato. Un libro che sembra essere weird, ma che in realtà svela semplicemente quello che tutti abbiamo difronte agli occhi e che spesso nascondiamo a noi stessi, illudendoci in una rassicurante dicotomia tra bene e male ormai totalmente scomparsa.
Jean Clair non ha bisogno di presentazioni. Tra le sue diverse attività e le tante opere letterarie che ha scritto, più di una volta si è interessato al morboso, al terrificante, all’orrido e, per l’appunto, all’immondo. De Immundo è un libro che ci parla del corpo, prendendo in considerazione quello dell’artista, nei suoi termini più reali e settici, dello svilimento delle sue funzioni e della sua forma visibile, delle sue deformazioni, mutilazioni e automutilazioni, della sua fascinazione per il sangue, per gli umori corporali e per gli escrementi. Un libro straniante, contemporaneamente elegantissimo ed eccessivo.
Temi legati puramente alla filosofia artistica – ad un certo punto leggiamo, a sintesi del discorso: «Il getto d’urina spegna l’aura» – si mescolano a tematiche religiose – «È sacer ciò che appartiene simultaneamente al campo del sacro e della lordura», dice Clair, citando Rudolf Otto – a tematiche psicologiche – con Sigmund Freud nell’assolutezza teorica e con Georges Bataille nell’imminenza delle sensazioni – a tematiche politiche – molti commentatori ritenevano le aktion degli Azionisti Viennesi azioni antifasciste – a tematiche di genere – per Louise Bourgeois, veneratrice del corpo e delle reliquie che esso produce, «l’anatomia è un destino».
Il libro tratta di tantissime altre sfumature legate ad un corpo che ha perso ogni sentimento di angoscia e di piacere del male, per accogliere nella sua purezza la sua essenza, a volte in termini banalizzanti, altre puramente biologici, altre ancora di una sacralità disorientante.
È un libro per gli amanti del genere? No, ma certo, se ami le implicazioni filosofiche dell’ultimo Pasolini sadiano, se riconosci la forza iconologica degli umori corporei, se credi che il «brutto» abbia una forza estetica estremamente maggiore di quella del «bello», è un libro che non può mancare nella tua biblioteca.
Jean Clair, De Immundo, Abscondita (traduzione P. Pagliano), 2021 (prima pubblicazione: De Immundo, Editions Galilée, 2004)