«Sunshower», mostra monumentale allestita a Tokyo in occasione dei cinquant’anni dalla costituzione dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, si propone di offrire una panoramica delle vie percorse negli ultimi decenni dall’arte proveniente da queste regioni in due spazi espositivi d’eccellenza, il Mori Art Museum e il National Art Center. Intraprendere un viaggio attraverso le nove sezioni allestite da una nutrita squadra di curatori, significa entrare in contatto con tematiche scottanti come la lotta per la libertà d’espressione, la ricerca dell’identità, la riflessione sugli aspetti spinosi legati al progresso e l’importanza della memoria storica nel momento in cui il documento cartaceo diviene anacronistico; ma significa anche assistere alla rinascita dell’interesse per il quotidiano, per la cartografia, per la ricerca sul ruolo dell’arte nella società e per la riflessione sul rapporto tra spiritualità e pratica artistica.
VIBRATE Vibration di Zul Mahmod, ad esempio, ragiona su come il suono influenzi la memoria umana; allo stesso tempo, fornisce un racconto della quotidianità metropolitana con dei tubi di acciaio inossidabile, che, vibrando a intervalli regolari, trasmettono le audioregistrazioni di una delle più trafficate autostrade di Singapore. Kokakrit Arunanondchai invece in Painting with History in a Room Filled with People with Funny Names 3, chiede ai fruitori di entrare in un’ambientazione onirica per assistere alla proiezione di immagini frammentarie che narrano le contraddizioni della moderna società tailandese, dove i grattacieli si sostituiscono ai templi e i droni agli occhi della divinità che veglia su un mondo sincretico e interconnesso.
Agus Suwage infine, in Tolerance Wall e Social Mirror, sfrutta un sistema interattivo di sensori per evidenziare l’importanza dell’ascolto in un momento storico caratterizzato dal proliferare dei conflitti religiosi e dall’indifferenza.
«Sunshower», il cui nome fa riferimento a un particolare fenomeno meteorologico comune alle regioni asiatiche, rappresenta una prova tangibile del brulichio culturale, del fermento sociale e del dinamismo che hanno accompagnato la recente apertura dei mercati all’occidente.
«Sunshower», Mori Art Museum e il National Art Center, Tokyo (fino al 23 ottobre) e Fukuoka Asian Art Museum, Fukuoka, Giappone, (dal 2 novembre al 25 dicembre).
Curatori: Yoneda Naoki, Kida Sayuri, Mukasa Yuiko, Minami Yusuke, Kataoka Mami, Tokuyama Hirokazu, Kumakura Haruko, Araki Natsumi, Kondo Kenichi, Tsubaki Reiko, Merv Espina, Vera Mey, Ong Jo-Lene, Grace Samboh.
immagini: (cover 1 – 3) Zul Mahmod, «VIBRATE Vibration», 2017 (2) Korakrit Arunanondchai, «Painting with History in a Room filled with People with Funny Names», 2015 (4) Agus Suwage, Social Mirror (5) Agus Suwage, Tolerance Wall