Chi è oggi un Game Changer? Prima di tutto chi conosce bene le regole del gioco. E che però ha anche il coraggio di sparigliarle, dimostrando che si può giocare in modo diverso. Sono Game Changers i relatori della terza edizione di TEDxRoma, quest’anno ospitato all’Auditorium Parco della Musica e trasmesso in streaming anche al MAXXI, causa sold out. La stessa filosofia dei TED segue questa linea, approcciandosi alla complessità del contemporaneo in maniera trasversale, fornendo la parola ai nuovi protagonisti dell’innovazione, che in un’epoca tanto veloce non si fa in tempo ad intercettare e inserire nei programmi dei convegni accademici, organizzati magari l’anno prima, dato che succedono ormai troppe cose. Per esempio può capitare che un regista esordiente giri un film così potente da diventare trend topic nei social, trionfare ai David ed essere distribuito di nuovo nelle sale, è il caso di Gabriele Mainetti con il suo Lo chiamavano Jeeg Robot. Oppure può accadere che l’astrofisica diventi una moda, vista la recente dimostrazione dell’esistenza delle onde gravitazionali, previste dalla relatività generale. E che a distanza di un secolo la scienza risenta ancora del misterioso carisma di Einstein, capace di far parlare il mondo intero di qualcosa che in pochissimi addetti ai lavori hanno poi davvero compreso. Così ecco intervenire Amedeo Balbi, giovane e bravo fisico italiano, titolare di un blog sul Post, autore di libri di divulgazione. Da qui alla fisica quantistica il passo è breve -altro argomento frequentato da Einstein, che per la sua capacità di trasformare qualsiasi suo studio in un successo mediatico si auto paragonò al Re Mida delle notizie. Ma un tema che richiede studi faticosi di fisica e abilità matematiche di analisi III è oggi banalizzato e ridotto a pseudo scienza. Per fortuna sul palco del TED c’era Catalina Curcenau, primo ricercatore dell’Istituto di Fisica Nazionale, che è riuscita a spiegare la differenza tra stato binario e complessità quantistica con la metafora della musica. Chi si aspettava rivelazioni sulla telepatia e altri super poteri sarà rimasto forse deluso di scoprire che una tale trattazione della questione pertiene agli stregoni e non agli scienziati, e può magari consolarsi al cinema con Claudio Santamaria. Un TED talk è anche questo, comunicare in 10 minuti la serietà di una disciplina con semplicità ma senza approssimazione.
Game Changers sono anche gli artisti, come Carl Craig, guru della musica elettronica, innovatore in grado di far dialogare la techno con il jazz e restituire al mondo “il suono di Detroit”, sua città di appartenenza. O Samson Kambalu, artista del Malawi, noto per i suoi lavori situazionisti, i suoi romanzi e la Holy Ball, un pallone di cuoio rivestito di pagine della Bibbia con cui esercitar-si e al contempo esorcizzar-si, lui convinto fautore dell’arte come pratica ludica di evoluzione interiore.
E poi uno spazio ampio alla cultura d’impresa, dalle piccole e ironiche start-up come kissing.lab, ideata dai modern farmers Alessandro Guagni e Lorenzo Bianchi, che si dedicano alla coltura di prodotti agricoli in via di estinzione (come l’aglio gigante ad alta digeribilità e a prova di bacio); a Laurens Martens, filosofo del futuro, studioso di neuroscienze e fondatore della piattaforma MindMedley, che le start up su cui scommettere le mette in connessione con le multinazionali, sicuro che un’idea imprenditoriale, grazie al modo i cui viene narrata e catalizzata dalla tecnologia e dalla rete, permetta sviluppi impossibili rispetto al passato. Sino a colossi come SES Global, il più importante operatore al mondo nel settore delle telecomunicazioni satellitari. La fondatrice Candace Johnson, sorriso e caschetto platino da soap, ha aperto il suo intervento con una richiesta agli astanti in pieno american style, lei incarnazione dell’american dream: fare una hola con lo smartphone cantando “I’ve got the whole world in my hand”. Per fortuna, poi, a ricomporre il pubblico ci ha pensato Sir David Paine, baronetto per volontà di Elisabetta II, inventore della fibra ottica, “la spina dorsale” di internet e della comunicazione contemporanea.
I Game Changers hanno delle caratteristiche ben precise, di tipo caratteriale e creativo, lo ha spiegato con una serie di slide Derrick De Kerckhove, nome mitico degli studi sui nuovi media, più facile da incontrare sulle copertine dei libri di cui è autore che in situazioni pubbliche. E, soprattutto, Game Changers si nasce: non lo ha ammesso nessuno degli speaker, ma lo si intuisce ammirando sfilare le menti brillanti e divertite di questa edizione, che giocano a proprio agio sulla scacchiera multidimensionale, logo del TEDxRoma 2016.