Mostre in mostra, Palazzo delle Esposizioni, non è soltanto quello che si dice un titolo accattivante, ma a ben vedere un ambiente riflessivo che vuole fare il punto su un fenomeno che, da un decennio a questa parte – Il ruolo delle mostre nella critica contemporanea è, ad esempio, la prima giornata di studi organizzata in Italia da Stefania Zuliani alla Fondazione Menna di Salerno (era il 18 dicembre 2010) –, ha aperto il dibattito sulla storicizzazione del contemporaneo, avanzando finanche l’ipotesi di una nuova disciplina, la storia delle mostre, che guarda simultaneamente ai territori felici dell’arte (l’arte è une histoire d’expositions ha suggerito Jérôme Glicenstein in un suo recente lavoro del 2009) della critica e della storia dell’arte, come ho appunto evidenziato in un pamphlet del 2013, Esposizione dell’esposizione.
Senza farla lunga, e soltanto per mancanza di spazio perché si dovrebbe aprire anche il dossier dell’arte e appurare che questa manovra nasce come una pratica artistica (è stata infatti largamente utilizzata da artisti quali Elaine Sturtevant o dal duo Eva and Franco Mattes), questa ampia e luminosa rassegna curata da Daniela Lancioni intorno alla cosiddetta “rotonda”, propone la ricostruzione di sei mostre organizzate a Roma nell’arco di mezzo secolo, dagli anni Cinquanta agli anni Duemila: Titina Maselli (Galleria La Tartaruga, 1955), Giulio Paolini (Galleria La Salita, 1964), le opere di Luciano Fabro proposte alla 7. Biennale de Paris e poi alla rassegna Informazioni sulla presenza Italiana (Incontri Internazionali d’Arte, 1971), Carlo Maria Mariani. La costellazione del Leone (Galleria Gian Enzo Sperone, 1981), Jan Vercruysse. Tombeaux (Galleria Pieroni, 1990) e Myriam Laplante. Elisir (Fondazione Volume! e The Gallery Apart, 2004).
Le mostre esposte, peccato che questo brillante scenario duri così poco, sono (questo davvero ci rincuora perché dovrebbero essere organizzate in questo modo le esposizioni legate alla storicizzazione delle mostre) il primo appuntamento di un percorso dedicato a Roma contemporanea dagli anni Cinquanta al Duemila, al quale è cucita anche una non secondaria esposizione, quasi un punto d’approfondimento sul tema: un omaggio al fotografo Sergio Pucci dove troviamo artisti e mostre di carta, testimonianze di studi d’artista, vernici d’epoca, cronisti d’arte e curiosi.
L’attenzione filologica mostrata da Daniela Lancioni nell’organizzare la prima fase delle Mostre in mostra, è eccellente: e forse oggi più che mai si sente il bisogno di queste rassegne, di aprirsi alle varie funzioni della mostra, al presente e alle presenze, ai luoghi e alle esemplari occasioni del tempo per pensare e sviluppare una storia dell’arte attraverso lo spazio che ospita l’arte, da sempre veicolo privilegiato, strumento di comunicazione e di relazione.
Mostre in mostra. Roma contemporanea dagli anni Cinquanta ai Duemila , a cura di Daniela Lancioni
Titina Maselli, Giulio Paolini, Luciano Fabro, Carlo Maria Mariani, Jan Vercruysse, Myriam Laplante
e un omaggio al fotografo Sergio Pucci.
Palazzo delle Esposizioni, Roma, 30.05 – 28.07.2019
immagini (cover 1) Myriam Laplante, «Elisir», photo: Giorgio Raimondo (2) Luciano Fabro, «Concetto spaziale d’après Watteau», Incontri Internazionali dell’arte,1967-71, Roma 1971. © Massimo Piersanti, Roma (3) Titina Maselli, «Palazzone», 1952, olio su tavola, cm 71,5 x 99,5. Collezione Brai Maselli © Antonio Idini, «Roma» (4) Giulio Paolini, «Senza titolo», 1964, tavole di compensato, due elementi, cm 200 x 150, cm 102 x 102. Collezione privata, Milano © Roberto Marossi