Galpão VB, la nuova location di Videobrasil, ospita la manifestazione Southern Panoramas | Commissioned Projects all’interno della 19^ edizione del Festival di Arte Contemporanea Sesc_Videobrasil. La mostra è il frutto di un invito senza precedenti alla presentazione di progetti con l’obiettivo di sostenere la produzione di giovani artisti provenienti dai paesi del Sud del mondo.
Dal 1983 il Festival continua a colmare divari e creare ponti nel mondo dell’arte, oltre a rappresentare un incitamento alla sperimentazione. Con l’emergere in Brasile della video arte, la kermesse è diventata il primo evento dedicato a questo genere contribuendo alla sua diffusione in tutto il paese. Con il susseguirsi degli anni ha inglobato tutti i linguaggi dell’arte, spostando il proprio centro di gravità verso il Sud del mondo, un territorio geopolitico la cui produzione artistica e culturale ha bisogno di stimolo, promozione e diffusione. Il lancio di progetti riafferma la vocazione di Videobrasil a ricercare e valorizzare le proposte artistiche ritenute pertinenti a questa simbolica regione geografica.
La scelta di lanciare Galpão VB attraverso l’esposizione di progetti commissionati è in linea con l’obiettivo di Associação Cultural Videobrasil di mettere in relazione linguaggi artistici di varia natura e di costruire nuovi legami tra la produzione attuale e la sua collezione. Uno spazio dedicato a mostre, sperimentazioni, riflessione, incontri e ricerca, che pone la Videobrasil Collection, accumulata nel corso di 32 anni, in contatto con il pubblico, aprendola a nuove interpretazioni critiche e confermandone la relazione con la nostra epoca. La collezione comprende opere d’arte presentate durante il Festival e donate dagli artisti; pezzi cardine di video arte che hanno fatto scuola; performance registrate; dichiarazioni; documentari; e documenti, pari a circa 10.000 pezzi (di cui 4.500 disponibili per la consultazione). Negli 850 metri quadrati del magazzino, che vanta una galleria, una sala video, una sala lettura ed un giardino con un’arena all’aperto, i visitatori possono accedere ad una Videoteca dedicata alle arti visive, e a PLATFORM:VB, nonché ad una caffetteria ed una libreria specializzata in arte.
Sono state selezionate le opere firmate da Carlos Monroy (Colombia), Cristiano Lenhardt (Brasile), Keli-Safia Maksud (Kenya) e daTing-Ting Cheng (Taiwan), la cui produzione è stata supervisionata dai curatori del 19^ Festival: Bernardo José de Souza (Brasile), Bitu Cassundé (Brasile), João Laia (Portogallo), Júlia Rebouças (Brasile), e dalla curatrice responsabile Solange Farkas, direttrice di Associação Cultural Videobrasil. Citando i curatori della mostra, i progetti “mettono in rilievo le sfumature, le lacune e le interpretazioni distorte che costituiscono la pluralità di sguardi attraverso cui contempliamo il mondo”.
L’opera di Carlos Monroy, “Llorando se foi” O Museu da Lambada. In memoriam de Francisco “Chico” Oliveira, indaga il controverso tormentone della lambada che ha impazzato negli anni Novanta. Uno dei più grandi successi commerciali dell’industria musicale brasiliana, il cui ritmo e danza conquistarono tutto il mondo, che in realtà, si rivelò un plagio di un brano acustico boliviano. Il video esplora la diffusione dell’immigrazione boliviana verso il Brasile, le leggi sul diritto d’autore, la costituzione di identità nazionali, e il distacco del Brasile dal resto dell’America Latina.
Superquadra-Saci di Cristiano Lenhardt è un richiamo alla mitologia e al modernismo brasiliani. Il video presenta personaggi fantastici che mettono in scena un’allegoria della storia. Il titolo pone in contrapposizione la superquadra, o super blocco residenziale — un’unità della morfologia urbana di Brasília, la definitiva manifestazione del razionalismo modernista nazionale — e il saci, un personaggio che nell’immaginario collettivo brasiliano è associato all’idea di caos. L’artista attraversa diversi strati di confronto fittizio per costruire esercizi di una politica di libertà e pensiero utopico.
Mitumba, realizzata da Keli-Safia Maksud, esplora la diffusione di due prodotti europei nel continente africano: il sapone e i tessuti stampati. Un insieme di tessuti decorati con fantasie e disegni “Africani” viene stinto utilizzando gocce di candeggina. Realizzati nei Paesi Bassi, i tessuti richiamano un’identità africana generica. L’installazione allude al processo di sbiancamento e alle immagini di pulizia etnica dell’era vittoriana.
The Atlas of Places do not exist di Ting-Ting Cheng è una raccolta di libri su luoghi inesistenti. L’artista ha messo insieme circa 500 pubblicazioni su luoghi che non esistono a livello politico, sociale, filosofico o geografico. L’installazione dà un’interpretazione del mondo quale una raccolta di territori immateriali, sollevando questioni legate all’universo di Videobrasil: il Sud del mondo, la sua area di interesse, è anche un luogo concettuale, carico di simboli e in costante evoluzione. (dal comunicato stampa inglese)
19th Contemporary Art Festival Sesc_Videobrasil, Southern Panoramas | Commissioned Projects
fino al 6 dicembre, 2015, Galpão VB, San Paolo del Brasile
Immagini (tutte) Videobrasil, Southern Panoramas. Commissioned Projects exhibition view e opening (per le immagini n. 2 and n. 3: photo by Everton Ballardin)