Si avvia oggi su Arshake il progetto a lungo termine “Young Italian Artists – Racconti dall’arte contemporanea”, contenitore ideato da Antonello Tolve e curato con Elena Giulia Rossi, che vuole dare spazio ai protagonisti dell’arte contemporanea under 35 e mostrare al pubblico un orizzonte creativo che lavora, che si interroga e riflette sul presente, che stabilisce un contatto con le cose e che vuole essere lontano dalle mode, dalle frette, dal groviglio spinoso che tanto contraddistingue la vuota e debole vetrina d’oggi. Oggi ad aprire questo spazio è Danilo Sciorilli:
La parola reclusione deriva dal latino recludĕre che aveva i due significati opposti di aprire e di chiudere. Quando frequentavo l’accademia, ormai più di qualche anno fa, ho vissuto un periodo di forte crisi: non sapevo quale fosse per me il modo di dire quello che avevo da dire. Ad Urbino l’accademia nasce in un ex-convento e le cellette dove riposavano i frati sono adibite a piccoli studi; io avevo una di quelle stanze e ho deciso ad un certo punto di barricarmi dentro, ricordo che avevo chiuso coi cartoni anche la finestra perché non volevo entrasse neanche la luce del sole.
Per un anno ho passato quasi la totalità del mio tempo sospeso in quella stanza diventata atemporale finché ho creato quella che mi piace considerare la mia prima opera d’arte (Gimme fuel, gimme fire, 2016). Dopo quel lavoro ho tolto i cartoni dai vetri, non ho più avuto bisogno di chiudermi a chiave dall’interno e sono riuscito ad affacciare davvero per la prima volta il mio io al mondo, ad aprirmi.
L’arte è fatta così, apre una finestra sul mondo e proprio per questo necessita la nostra reclusione per nascere. Ogni volta. Brevemente, io lavoro sul concetto di fine e il tentativo di superarla con le varie sfumature che ne fanno parte come la questione del tempo o di vita, realtà e finzione.
Era questo dicembre appena passato quando ho iniziato una nuova video-animazione. Spesso mi ispiro a film, visti da piccolo tra i mille VHS di mio padre, che per me hanno un significato intimo e questa volta ho tratto ispirazione decontestualizzando – tralasciamo ora il lungo discorso sul rapporto con l’immagine preesistente che inizierebbe con Platone – una delle ultime scene di The Truman show. Precisamente quando il protagonista scopre che – allerta spoiler – il cielo è dipinto e costituisce il limite dello studio televisivo nel quale ha vissuto.
Solitamente quando faccio una animazione disegno singolarmente ogni frame, per questa animazione ho però disegnato il cielo una volta per ogni inquadratura perché volevo fosse immobile, che prendesse corpo e dimensione. Nel video ci sono io, che cammino sul limite del cielo, salgo delle scale e mi ritrovo davanti una porta; la apro e dentro il nulla, tutto nero, allora aspetto. Un respiro, profondo, e decido di immergermi quasi obbligato in quella oscurità.
Ad ogni video ho sempre l’esigenza di aggiungere qualcosa, spesso qualcosa che sia reale, un oggetto. Quasi sempre lascio il video a macerare, anche mesi, prima di capire quello di cui ha bisogno. Qualche giorno fa ho capito ed ho subito realizzato il progetto: il video proiettato su un muro avrà di fianco una finestra, grande esattamente quanto il rettangolo del video stesso, che offre visuale soltanto sul cielo. Quest’opera si chiama Cause all we got is here to lose.
Danilo Sciorilli
Danilo Sciorilli è nato a Atessa nel 1992. Attualmente vive e lavora a Torino.
Young Italian Artists. Racconti dall’arte contemporanea
Progetto ideato da Antonello Tolve, curato con Elena Giulia Rossi