A Trieste, la città di Bobi Bazlen e di Leonor Fini e di Leo Castelli e di Gillo Dorfles con cui nel 2007 ebbi a passeggiare in Piazza Unità d’Italia per poi imboccare via dell’Orologio e giù di lì andare al Museo di Revoltella dove era presente una sua preziosa antologica (Gillo Dorfles 1935-2007), il recente progetto Neuro_Revolution organizzato dall’associazione AiR Trieste, pone le basi per riflettere, a partire da un ciclo di residenze artistiche (mi preme puntualizzare che l’elegante programma artist-in-residence di Air Trieste nasce nel 2016), su un prospetto della civiltà umana, sempre più invischiata nella risacca di quello che Giorgio Griziotti – presente tra l’altro in un Incontro di formazione (e di informazione) intensiva organizzato tra il 14 e 15 novembre dello scorso anno – ha bellamente definito come neurocapitalismo.
Partendo appunto dal concetto di bioipermedia, ovvero da quell’«ambito in cui il corpo nella sua integralità si connette ai dispositivi di rete in modo talmente intimo da entrare in una simbiosi in cui avvengono modificazioni e simulazioni reciproche» (Griziotti), Camilla Alberti (Rho, 1994), Marco Antelmi (Bari, 1993), Leonardo Bentini (Roma, 1994), Luca Marcelli (Cagliari, 1995), il duo Orecchie d’Asino formato da Ornella De Carlo (Acquaviva delle Fonti, 1991) e Federica Porro (Como, 1994) e Valerio Veneruso (Napoli, 1984), tutti artisti under 35, si sono alternati in residenza e hanno via via elaborato discorsi, progetti che, in stretto contatto con neuroscenziati o studiosi del settore, si pongono come suggestiva analisi di un mondo che Flusser prospettava sempre più soft, nebuloso, spettrale: e che proprio perché legato alle manovre dell’immatériaux (mi riferisco naturalmente all’ampio panorama offerto da Lyotard e Chaput nell’esposizione del 1985 al Centre de Création Industrielle) offrono ad ampio raggio lo stato babelico dell’arte d’oggi.
The Intangible Community (2020) di Leonardo Bentini, Le Voci (2020) di Luca Marcelli, Quattrocchi (2020) di Orecchie D’Asino, Teorie di Topi (2020) di Marco Antelmi, Public void on pointer enter (2020) di Valerio Veneruso e WWW – Worlding Wild Web (2020) di Camilla Alberti sono lavori – tutti visibili nella mostra conclusiva del progetto, denominata Neuro_Revolution e curata da Francesca Lazzarini (da leggere il suo testo introduttivo, scritto con cuore e intelligenza) – che invitano a ripensare sotto la lente etica e politica lo spazio della vita, questo nostro dispositivo sociale forse sin troppo sfruttato dal capitalismo cognitivo, da una macchina finanziaria tarata sulle dinamiche temporo-spaziali del non-umano.
NEURO_REVOLUTION.pratiche artistiche, neuroscienze e tecnologia nella società in rete
a cura di Francesca Lazzarini,MLZ Art Dep, Trieste 04.09 – 29.10.2020
Artisti: Camilla Alberti, Marco Antelmi, Leonardo Bentini, Luca Marcelli, Orecchie d’Asino, Valerio Veneruso
immagini: (cover 1) Valerio Veneruso, estratto dall’esperienza VR, Public void on pointer enter, 2020, Courtesy l’artista e AiR Trieste – Neuro_Revolution, Per Chi Crea (2) Public void on pointer enter, Valerio Veneruso, Neuro_Revolution, 2020, MLZ Art Dep, Courtesy AiR Trieste – Per Chi Crea, Foto Studio Macovaz (3) Dettaglio, The Intangible Community, Leonardo Bentini, Neuro_Revolution, 2020, MLZ Art Dep, Courtesy AiR Trieste – Per Chi Crea, Foto Studio Macovaz (4) Camilla Alberti, WWW – Worlding Wild Web, 2020, scultura organica, 45 x 45 x 45 cm, Courtesy l’artista e AiR Trieste – Neuro_Revolution, Per Chi Crea