«A Misura», la mostra inaugurata il 19 maggio negli spazi di Albumarte, è una collettiva tutta al femminile curata dall’artista Donatella Landi. Le otto artiste ed ex allieve della Landi all’Accademia di Roma interpretano il tema nelle sue molteplici accezioni e nei modi più disparati. I medium espressivi sono il video, la pittura, il disegno, la performance e le azioni; tutte figlie delle forme di pensiero, dell’indagine e dell’osservazione dello spazio personale e circostante, misura in quanto processo rivelatore di confronto e relazioni.
Alexandra Wolframm nell’opera Ottomila (Everest) ritrae a carboncino la montagna più alta del mondo sormontata da un cielo fluorescente. Il giallo fluo in tutta la sua innaturalezza sovrasta il disegno, la composizione esemplifica l’attuale rapporto tra uomo e natura. Anche una montagna maestosa come l’Everest ad oggi risente di un’umanità opprimente ed egocentrica, che abusa e inquina anche i luoghi più irraggiungibili della terra mossa dalla smania della prevaricazione.
Nel percorso troviamo un’opera a grafite e carboncino su carta di Diana Legel, Vitruvianscher Kreis I. Il titolo allude ad una concezione antropomorfa dello spazio, ragion per cui il cerchio tracciato dall’artista è conforme alle sue misure. Così facendo il corpo diviene unità di misura di una forma arcaica e perfetta che include luci ed ombre, dimensioni oppositive e realtà ambivalenti.
Anche in Kreislauf ritorna l’elemento del cerchio ma in questo caso è tracciato al suolo dalla Legel e costituisce un’opera site-specific che vediamo rappresenta in foto. La forma circolare ricalca l’ingombro di un serbatoio, elemento costituente dell’ex centrale di gas berlinese in cui si è svolta l’azione. L’opera consente di attraversare idealmente un elemento della memoria, di un luogo in questo caso, e anche di apprezzare la potenza e la semplicità essenziale del cerchio.
Come nel caso precedente, anche Diana Sirianni lavora con l’ambiente, o meglio, nell’ambiente. Nella sua opera Caramel Escape 2 lo fa creando collage fotografici in cui differenti oggetti (anche tridimensionali) e ambienti del presente s’intersecano tra loro. La stratificazione delle immagini dà vita a una dimensione frattalica rendendo la nostra realtà, il nostro ambiente spazio-temporale, un possibile strato dell’opera.
A seguire, il video Achse, dove vediamo in uno schermo l’autrice Juliane Schmidt ruotare in loop sul suo asse. La ritroviamo riflessa e capovolta in un bicchiere di cristallo pieno d’acqua che ci offre simultaneamente una seconda prospettiva e nel mentre percepiamo il suono dato dalla frizione sul bicchiere pur senza toccarlo. La combinazione degli elementi audiovisivi crea una dimensione antropocentrica in cui la misura è autoreferenziale e lo spazio è quello individuale.
L’individuo come unità di misura è presente anche nell’opera di Aura Monsalves Muñoz. Anche in questo caso il video è reiterato e installato su un piccolo schermo, è una ripresa buia e sgranata tratta da un telegiornale. Il soggetto è un migrante che viaggia in solitaria in mare su una piccola imbarcazione, la scena ricorda In Search of the Miraculous il gesto estremo destinato al fallimento di Bas Jan Ader. L’uomo sull’imbarcazione è una figura evanescente, piccola e instabile, con la sua presenza essenziale diviene simbolo del valore umano ridotto ai minimi termini, una vita in pericolo che ci limitiamo a riprendere.
Nella seconda opera di Aura Monsalves Muñoz, Su di una poltrona, tardo pomeriggio l’artista esplora la dimensione della memoria in una forma ibrida tra video e fotografia. Il titolo evoca una dimensione poetica, riflessiva e assorta mentre l’inquadratura come lo sguardo si muove sulla superficie fotografica in cerca di dettagli. Siamo in un luogo della mente ad osservare i particolari per ritrovarci nella dimensione della memoria a condividere un ricordo pur non conoscendoci.
Nel video Studio training Lucia Bricco interagisce con i mobili dello spazio in cui era ospite. Il rapporto fisico con gli oggetti procede per tentativi grazie ai quali l’artista misura sé stessa e gli oggetti oltre che la pratica artistica. Similmente a un neonato che sonda lo spazio per conoscere e conoscersi il corpo si muove effettuando movimenti inediti e scrivendo un nuovo linguaggio del corpo.
Infine troviamo l’opera di Ximan Wang, B. si tratta del video di una performance in cui l’artista attraversa differenti scenari. Sono idee astratte che assumono forme espressive, non retoriche e non narrative. Nel primo scenario l’artista sta a cavallo di uno specchio che la riflette per metà, la testa come la gamba amputata si ripetono generando una creatura sospesa in aria dallo sguardo duro, una strana ma reale esistenza. In un secondo momento il rumore di un generatore echeggia in un ambiente fatiscente; l’artista avvolta in un telo di plastica trasporta a fatica un grappolo di lampadine luminose. Da un momento all’altro con un martello distrugge le lampadine fino sbatterle con forza al suolo. Questo forte gesto ottenebra l’ambiente, il generatore si spenge e anche il rumore si ferma all’istante lasciandoci in silenzio e al buio.
Per concludere, possiamo dire che questa mostra esprime le molteplici sfaccettature dei concetti spazio e misura che si rivelano relativi e soggettivi. In alcuni casi come ad esempio quelli di Juliane Schmidt e Diana Legel la misura è autoreferenziale mentre per Aura Monsalves Muñoz e Maria Giovanna Sodero è un ricordo, un luogo della mente e una dimensione voyeuristica; per Alexandra Wolframm e Diana Sirianni risiede invece nell’interazione con l’architettura o con la natura, altrimenti con gli oggetti, come nei casi di Ximan Wang e Lucia Bricco. in tutti i casi la misura è l’unità, con cui scegliamo di conoscere e creare noi stessi il mondo circostante.
A Misura, a cura di Donatella Landi, Albumarte, Roma, 19.05 – 25.06-2021
Artiste: Lucia Bricco Diana Legel, Aura Monsalves Muñoz, Juliane Schmidt, Diana Sirianni, Maria Giovanna Sodero, Alessandra Wolframm, Wang Ximan
immagini: (cover 1) Maria Giovanna Sodero, «Memòria tacére», A Misura, mostra collettiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte, Roma (2) «A Misura», mostra colletiva, 2021, AlbumArte, photo by Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte(3) Diana Sirianni, «Caramel Escape 2» e «Caramel Escape 5», «A Misura», mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte (4) Aura Monsalves Muñoz, Senza titolo, A Misura, mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte (5) A Misura, mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte (6) Lucia Bricco, «Studio Training», A Misura, mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte (7) Ximan Wang, B, A Misura, mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte (8) Juliane Schmidt, «Serpentine», A Misura, mostra colletiva, 2021, AlbumArte, foto: Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte