La storia d’amore tra la geisha Butterfly e l’americano Pinkelton è un dramma struggente, romantico e tragico, in cui la delusione prende il sopravvento sulla passione e la morte sulla vita: come raccontare una simile storia ai bambini?
Questa è la sfida di Kinkaleri, compagnia di danza italiana tra le più importanti nel panorama della sperimentazione contemporanea, che torna a mettere in scena nell’ambito della quarantaseiesima e bella edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo, la sua Butterfly, un’opera in tre atti liberamente ispirata al celebre melodramma Madame Butterfly di Giacomo Puccini.
Due sole figure popolano il palcoscenico: la soprano Yanmei Yang, nel ruolo di Butterfly, e Marco Mazzoni, che interpreta tutti i restanti personaggi della vicenda. Ed è in questa scena essenziale che Mazzoni costruisce un libro di fiabe: con pochi e poveri elementi, un nastro adesivo, qualche tappeto, alcuni teli, le maschere, darà vita a un insieme di quadri che sembra trasportarci proprio all’interno di un libro illustrato.
Butterfly racconta una storia d’amore ambientata nell’esotico oriente di inizio Novecento. Il Giappone, terra allora lontana, di incanti e misteri, diventa la cornice ideale dove collocare l’appassionante vicenda dei due protagonisti, la splendida Butterfly, la giovane ragazza che Pinkerton sposa legandola a sé per tutta la vita.
La messa in scena però riduce al nocciolo la trama, liberandola dai lustrini del melodramma, di cui tuttavia sono cantate alcune delle arie più poetiche.
La vicenda allora diventa il pretesto per sviluppare uno spettacolo musicale e visuale, che puntando l’attenzione su figure geometriche, colori, proiezioni, illusioni ottiche, citazioni artistiche, acquisisce quell’immediatezza che rende lo spettacolo fruibile per un pubblico di più piccoli e divertente per gli spettatori adulti.
La scena è vuota e scura, e in questo buio fa il suo ingresso Marco Mazzoni, vestito totalmente di nero per confondersi bene con il pavimento: comincia raccontando la storia dei due innamorati. Le parole diventano subito un racconto figurativo, per immagini e movimenti. Una telecamera riprende il palcoscenico dall’alto e i video vengono simultaneamente proiettati nel fondale, ribaltando figure e forme per creare un gioco tra il bidimensionale visibile sul fondale, come fosse una scenografia in movimento, e il tridimensionale, i corpi reali che si muovono, danzano, si avvicinano e si toccano sul palcoscenico.
Mazzoni infatti inizia a comporre a terra con un nastro adesivo bianco figure geometriche, che proiettate sul fondale appaiono come i contorni stilizzati di una tipica casa giapponese. Si stende a terra, indossa le maschere e comincia la storia; entrano in scena così il tenente Benjamin Franklin, Pinkerton, il console Sharpless. Lo sguardo dello spettatore viene inevitabilmente catturato dalle immagini che appaiono sul fondale. Mazzoni sdraiato a terra, con il corpo in continua tensione, compie movimenti contenuti e decisi, ma la sua figura, nelle immagini proiettate, sembra fluttuare nel vuoto, o meglio, in un disegno, come si trovasse tra le pagine di un libro oppure in un teatrino di burattini.
Lo spettacolo è costruito con pochissimo, oggetti qualsiasi, usati nel quotidiano, che composti nel modo esatto diventano scenografia, ambientazione, racconto.
L’attenzione si sposta così sul piano figurativo, la drammaturgia è composta da immagini, riferimenti e illusioni ottiche, che permettono una narrazione lineare e semplice, basata sulla percezione e sull’intuizione. Un modo diverso per rendere l’approccio del pubblico giovane al teatro meno faticoso, ma di qualità, permettendo ai bambini di entrare in contatto con una delle opere liriche più conosciute, con il teatro, la danza e con la sperimentazione visiva.
Lo spettacolo diventa così un’installazione visuale che viene creata dal vivo, improvvisata, smontata e ricomposta, evadendo dai confini della mera danza e del melodramma, per giungere a una dimensione artistica altra, diretta e godibile anche da un pubblico di bambini.
immagini (tutte) Kinkaleri, Butterfly, photo by Jacopo Jenna