Dall’oggi a domani. Ovvero secondo il dizionario della lingua italiana di Tullio De Mauro «senza preavviso, da un momento all’altro». Questa espressione , ‘rubata’ da un piccolo arazzo di Boetti dà il titolo a un’interessante mostra, curata da Antonella Sbrilli e Maria Grazia Tolomeo, al MACRO di Roma fino al 2 ottobre, che invita a guardare il tempo, e in particolare il tempo quotidiano, attraverso gli occhi dell’arte contemporanea.
Contare i giorni, congelare un istante, manipolare le date e calendari, unire tempo cosmico, storico e personale, celebrare un momento della giornata, queste e tante altre sono le operazioni impiegate dagli artisti per riflettere e farci riflettere sulle 24 ore che scandiscono le nostre giornate. Operazioni, queste, che come riflette Antonella Sbrilli, nel saggio che apre il catalogo, invitano alla ripetizione, al «reenactment» e, diremo noi, all’imitazione e all’immedesimazione, due meccanismi riconducibili alla mimicry, una delle categorie gioco di Roger Caillois (I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine, 1958, tr.it di L. Guarino, Bompiani, 1981).
Proprio questo aspetto ludico e performativo è fondamentale nella mostra che si è animata e si animerà nei prossimi mesi con diversi eventi tra cui proprio giochi e performance, e ancora incontri, lezioni, readings.
La mostra travalica poi i confini delle mura del museo per interagire con gli utenti sui Twitter, Facebook e Instagram. D’altronde questa esposizione si è sviluppata da una ricerca di Antonella Sbrilli, attraverso il blog «diconodioggi», che racconta ogni giorno attraverso citazioni letterarie, con tanti rimandi alle arti visive, alla musica e al cinema. Dalla homepage di diconodioggi fa capolino proprio una delle opere in mostra, Sono stata io. Diario 1900-1999 di Daniela Comani, che condensa alcuni eventi storici del Novecento, raccontati tutti in prima persona (da cui il titolo) in «soli» 366 giorni.
Nelle sale di Dall’oggi al domani, il tema, molto vasto e complesso, è organizzato in stimolanti percorsi tematici che esplorano sensibilità e approcci allo scorrere del tempo di artisti italiani del Novecento e dei primi anni Duemila – con alcune significative presenze internazionali: Ritmi (Balla, Cambellotti, Paolini, Camoni, Romualdi, Mayr, Patella); Oggi, Domani (Boetti, Ceroli, Mattiacci, Spinelli); Giornate di lavoro (Opalka, Pietrella, Adami, Blank, Giovannoni); Date (On Kawara, Vezzoli, Darboven, Comani); Date speciali (De Dominicis, Closky, Albani, Sebregondi, Bertozzi&Casoni, Pignotti, Fois); Calendari (Boetti, Novelli, Miccini, Ori, Ghirri, Abate, Mambor, Mari, Cattelan, Neuenschwander, Camoni); Diari (Breakwell, Rubio, AOS); Passaggi (Vaccari, Vautier, Baruchello, Benetta); 24 ore (Almond, Shemilt & Partridge, Camporesi).
La mostra si apre con due opere storiche: il dipinto Un mio istante (1928) di Giacomo Balla, che nello stesso anno firmava un quadro dallo stesso titolo annotandovi 4 aprile 1928, ore 10 e due minuti e la tempera su cartone L’alba, io giorno e la notte, bozzetti delle vetrate – purtroppo perdute – della Casina delle Civette di Villa Torlonia a Roma.
Nei percorsi ricco è il repertorio delle opere dedicate al tempo di Alighiero Boetti, con i suoi orologi «celibi» che riportano numeri tratti da anni (Orologi annuali, 1977-1994), i ricami dedicati alle date e i Calendari.
Si ammirano anche diverse «chicche», piccole ri-scoperte, che sorprenderanno anche il pubblico più esperto. Ad esempio Grammatica quotidiana (1989), il paradossale calendarietto realizzato da Maurizio Cattelan che segna sempre “oggi”. O ancora nella sezione Date, troviamo I embroideread di Francesco Vezzoli, una serie di piccoli ricami che citano doppiamente il giapponese On Kawara: la famosa Today Series, anch’essa in mostra, per la quale l’artista ha dipinto dal 1966 fino al momento della sua morte un quadro al giorno con la data, scartando quelli che non venivano completati nelle 24 ore, e I read (1966-95) collage di ritagli di giornali tratti dai quotidiani del luogo in cui si trovava quel giorno. On Kawara, che rifuggiva le interviste e non compariva neppure agli opening delle proprie personali, ha sviluppato il tema della presenza del qui ed ora in tutta la sua produzione: troviamo in mostra anche l’esempio di mail art I got up (1968-79), una serie di cartoline con cui comunicava ad amici quando si era svegliato.
Tra le opere site specific, troviamo, tra astrale e terreno, il suggestivo tempio dedicato al tempo di Luca Maria Patella (Templus/templum/cum patella/tempo d’istante, 2016), tra citazioni in un cerchio celeste, che alludono a Ovidio, al cronista Restif de la Bretonne e le poesie di Jacqueline Risset e un tempietto con una conchiglia la cui delicata illuminazione evoca l’alternarsi giorno/notte.
Il tempo si congela invece in un istante «esploso» nella stanza di Manfredi Beninati (“Non ho mai capito cosa s’intende per dilatazione temporale. E voi? Forse vuol dire pensiero?” Così iniziava una sua lettera, 2016) che visibile oltre una piccola finestrella ci racconta una storia – o tante storie – di cui appropriarci e immaginare.
Chiudono la mostra due video installazioni. Quattro minuti di Mezzogiorno (2010) di Elaine Shemilt e Stephen Partridge racconta nella bellezza estetica dell’alta definizione la apparente immobilità di un mezzogiorno nel piccolo comune molisano di Venafro, in cui le campane, rispondendosi, prolungano nel tempo questa sensazione di sospensione. Il titolo evoca un momento chiave nella vita contadina e il Sud d’Italia. Infine, l’installazione audiovisiva di Daniele Puppi racconta istanti paralleli nel celebre Psycho e il suo remake, scanditi ogni secondo.
Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea, a cura di Antonella Sbrilli e Maria Grazia Tolomeo, Museo, MACRO Via Nizza, Roma, fino al 2 ottobre 2016. Catalogo Manfredi Edizioni con i testi introduttivi delle curatrici, una conversazione con Achille Bonito Oliva, un racconto inedito di Mario Perniola, e contributi di Michele Brescia, Daniela Collu, Ada De Pirro, Costantino D’Orazio, Laura Leuzzi, Jo Alyson Parker, Caterina Marrone, Michela Santoro. Visite guidate saranno disponibili del corso di tutta l’estate, fino alla conclusione della mostra, il 2 ottobre. Visitate qui il sito per orari e ulteriori informazioni.
immagini (cover 1) Francesco Vezzoli, I embroideread, 2000, 30 laser print su tela da ricamo, Torino, collezione privata, Courtesy Galleria Franco Noero, Torino _- Dettaglio (2) Foto della sala con l’opera di Vezzoli e la teca con le opere di Paolo Albani, Lino Fois, Lamberto Pignotti – Foto Giorgio Coen Cagli (3) Una visitatrice osserva l’opera di Alighiero Boetti, Dall’oggi al domani, ricamo, 1988 (4) Luca Maria Patella, * tempus / templum / cum patella! / (Patella) / tempo d’Istante / hommage à Jacqueline Risset / à Restif de la Bretonne & a Ovidius!, (1986) – 2016, ready made storico (aided), tempietto storico in legno laccato contenente una Conchiglia illuminata da luce alternativa, il tutto su un grande rotundum. Archivio di Luca Maria Patella e Rosa Foschi. Foto Giorgio Coen Cagli (5) Elaine Shemilt e Stephen Partridge, Quattro minuti di Mezzogiorno, 2010, installazione video con audio (still da video) © 2010 Elaine Shemilt and Stephen Partridge.