Il Museo delle Scienze (Muse) a Trento che «conduce tradizionalmente attività di ricerca multidisciplinare, di base e applicata, nel settore dell’ambiente con particolare attenzione al tema della biodiversità e dell’ecologia di ecosistemi montani» apre i suoi spazi e la sua ricerca all’arte guidati dall’interesse per la multidisciplinarietà. «Concerto per natura morta», di Roberto Pugliese, realizzato da Studio la Città e curato da Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher, è la prima mostra ad inaugurare questo nuovo filone di ricerca.
Inspirandosi alla sound art e all’arte cinetica, Roberto Pugliese realizza installazioni pensate per lo spazio e in funzione dello stimolo di reazioni percettive del fruitore. In questa ricerca spaziale e percettiva del suono, natura, arte e architettura, tecnologia, sono chiamate a confronto. Apparecchiature meccaniche della riproduzione del suono e programmi software scritti dall’autore permettono di provocare ed analizzare dinamiche percettive stimolate dai suoi ambienti multisensoriali. I suoni sono spesso catturati da contesti naturali ed elaborati da software appositamente scritti. Anche questi «sono realizzati mediante algoritmi genetici o funzioni matematiche che si ispirano ad eventi naturali e che, una volta completati, diventano organismi autonomi e vivono di vita propria» (da un’intervista con Claudio Musso, in «Digicult», 2011). «Mi piace creare ambienti in cui il pubblico entri naturalmente in contatto con l’opera – spiega Pugliese in un’altra intervista realizzata da Ilaria Tamburro per Arshake – , in cui sia anche il suono a muoversi creando diverse prospettive sonore». Le installazioni sonore non rinunciano alla componente visiva, per l’autore altrettanto importante, spesso risultato della collaborazione e dal dialogo con artisti più specificamente attivi nel campo dell’arte visiva, come il duo Bianco-Valente e Tamara Repetto.
In «Concerto per natura morta», tredici tronchi cavi di castagno, preso nei boschi da alberi giunti alla fine del loro ciclo vitale, sono sospesi in direzione orizzontale e, attraverso degli speakers posizionati al loro interno, risuonano gli echi della natura, catturati attraverso strumentazioni scientifiche (accelerometri, microfoni a contatto e altri dispositivi che permettono di catturare suoni che superano le frequenze auditive dell’uomo). I suoni sono successivamente elaborati in digitale mediante software appositamente progettati. Natura e artificio si incontrano, quindi, in una dimensione spaziale che prende forma dal ritmo del tempo, quello del ciclo di vita dell’albero ormai morto e quello catturato nei momenti vitali della vita del bosco che, artificialmente, si sovrappone a questo.
Roberto Pugliese , Concerto per natura morta, installazione site-specific, a cura di Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher realizzata da Studio la Città, Verona, MUSE Museo delle Scienze, Trento, 28 maggio – 13 luglio 2014
Immagini (all) Roberto Pugliese, Concerto per natura Morta, courtesy Studio la Città, Verona, photo by Michele Alberto Sereni