La XXI Triennale di Milano, curata da Paola Antonelli, riflette su un tema oggigiorno scottante: la sopravvivenza dell’uomo in una natura che sta slittando le sue radici verso altri terreni, così come il significato della parola, non così definito come sembrava, almeno nella cultura degli negli ultimi decenni. Broken Nature Design Takes on Human Survival, questo precisamente il titolo della manifestazione, ragiona sull’incrinato rapporto tra uomo e natura ad ogni scala: dal microbioma al cosmo – includendo gli ecosistemi sociali, culturali e naturali.
In questo ambito, posiamo l’attenzione sul Padiglione Lituano con la vídeo installazione Mainfold Emilija Škarnulytė, organizzato dal Contemporary Art Center di Vilnius che nel riflettere sul rapporto incrinato tra uomo e natura, in questo caso si addentra nei paesaggi dela Guerra Fredda.
Ancora una volta, lo sguardo dell’artista si posa sui luoghi dove le tensioni politiche sono più evidenti e si intreccia con la storia. «Più nello specifico – racconta l’artista – la mia attenzione verso le tematiche ambientali ha visto una svolta durante i miei studi a Tromso. Quando ho cercato di adattarmi fisicamente a questo ambiente alieno, il fascino verso ciò che è sconosciuto è stato accompagnato dalla sensazione di un peso esistenziale portato da questo rapidi cambiamenti provocati tanto dall’uomo quanto dalla natura. Il ‘Nord’ è diventato per me una sorta di metafora, un’immagine mentale del palcoscenico dove ci troviamo dove il dramma messo in scena tra le nostre idee di progresso tecnologico e strategie di sopravvivenza si schiantano nelle nostre paure irrazionali, i nostri sogni e le nostre speranze. E’ da qui che scaturisce il mio desiderio di creare delle contro-mitologie – alternative alle profezie dominanti e prognosi sul destino del nostro pianeta, mescolando immaginario high tech e arcaico, proprio come in Sirenomelia o in Mirror Matter».
Nel video Sirenomelia l’artista stessa si tuffa nelle acque artiche delle basi militari della NATO, piene di relitti del dopoguerra. In Mirror Matter presenta un viaggio nelle trame della scienza contemporanea vissuto attraverso il rendering degli studi sui neutrini Super-Kamiokande condotti in un Osservatorio Giapponese e poi tra le nanoparticelle osservate al CERN. Storia e quotidianità, macro-cosmo e microcosmo sono infatti parte di uno stesso ecosistema, ciascuna componente contribuire alla costruzione del tutto e ai suoi cambiamenti.
Emilija Skarnulytė ha studiato scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, proseguendo poi gli studi di arte contemporanea presso la Tromsø Academy of Contemporary Art in Norvegia. Le opere dell’artista sono state presentate alla Biennale Architettura di Venezia 2016, alla SIART in Bolivia 2016, alle Biennali di San Paolo e di Riga 2018, al Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam, al Centro Pompidou di Parigi e al Festival Internazionale del Cortometraggio di Oberhausen 2017. Nel 2009, Emilija Škarnulytė ha vinto il Premio nazionale italiano delle arti MIUR, nel 2015 il Premio Anne and Jakob Weidemann, nel 2016 il Young Artist Award e nel 2017 il Project Award al Kino der Kunst di Monaco. Nel 2019 vince il Future Generation Art Prize.
Emilija Skarnulytė. Padiglione Lituano
XXII Triennale di Milano, Broken Nature: Design Takes on Human Survival, a cura di Paola Antonelli, 01.03 – 01.09.2019
immagini: (cover 1) Emilija Skarnulytè, «Future Fossil», video still, loop 3D (2- 3) Emilija Skarnulytè, «Manifold», istallation view, Triennale di MIlano 2019 photo credit Andrej Vasilenko