E’ da tempi non sospetti che Miguel Chevalier manipola il linguaggio algoritmico per immergerci in mondi altri, spesso con la scrittura di software generativi e la realizzazione di attenti giochi di proiezione, attento alla natura del pixel, al rapporto – uomo macchina e a tutto il suo potenziale creativo-generativo, sempre nel rapporto e in relazione con il pubblico.
Ora, la sua personale “Pixels Noir Lumière” al Museo Soulages Museum, a Rodez, Miguel Chevalier offre il suo tributo al pittore Pierre Soulages per il suo centesimo compleanno, il 24 dicembre 2019. Pixels Liquides e L’Origine du Monde saranno le due installazioni interattive concepite per esplorare la luce come materiale artistico. Pixels Liquides estende l’interesse pittorico dell’artista digitale proiettando sul muro un dipinto in movimento che risponde all’interazione dei visitatori. E’ concepito “come una forma di dripping elettronico dove lo spettatore, come un pennello digitale, impone il suo gesto e modifica il lavoro nel suo farsi”.
L’Origine du Monde è invece proiettato sul pavimento dove universi cellulari si alternano in forme generative pittoriche in bianco e nero . Dipinti in bianco e nero che rappresentano universi cellulari che proliferano, si uniscono e si dividono con ritmiche diverse. La vita, a livello microscopico, si ricongiunge con i suoi strumenti di rappresentazione per diventare una cosa sola, così come il tutto è inghiottito nel vortice della materia digitale, speculare a quella che una volta definivamo distintamente come ‘reale’.
Chevalier prosegue la sua indagine sul mondo dei pixel e sulle sue potenzialità creative, attento sempre anche alla relazione della macchina con l’uomo. Diversi lavori in mostra nella sua personale a Parigi, ora in corso, spostano l’attenzione sull’uomo nella sua rappresentazione in forme di auto-ritratto sotto l’impatto della grande macchina della sorveglianza. Il corpo è digitalizzato e riconosciuto attraverso sistemi di riconoscimento facciale, elaborato da un algoritmo e tradotto in immagine a seguito di un processo di elaborazione dati.
L’occhio che guarda non è più quello dell’uomo mediato dall’obiettivo, bensì è l’occhio della macchina che, nel caso delle immagini ricavate dai sistemi di sorveglianza, decide da quale angolazione scattare e quando. Nella mostra parigina sono rivelate inoltre anche una serie di produzioni inedite che ragionano sul tema dell’infinito.
Tempo fa avevamo osservato Miguel Chevalier esplorare e ricostruire flora e fauna sottomarine occupando gli spazi monumentali della Base Navale Sottomarina di Bordeaux. Arte e artificio, sempre presenti in tutte le sue produzioni, tornano ora anche nella mostra collettiva “Arte Botanica” in Domaine de la Roche Jagu in Ploëzal (Francia) con delle sculture digitali. Ancora una volta natura, matematica e macchina entrano in un gioco di interferenze, risucchiate nella vertigine liquida di una natura sempre più ibrida, anche quella che si nasconde dietro la matericità dei pixel.
«Machine Vision 2019», Galerie Mordoch, Paris, 28.03 – 25.05
«Pixels Noir Lumière», Soulages Museum in Rodez,19.04.2019 – 26.05.2019
«Arte Botanica», Domaine de la Roche Jagu in Ploëzal, Francia, 11.06 – 06.10.2019
immagini: (cover 1-2-4-5) Miguel Chevalier, «Extra-Natural & Fractal Flowers», 2018 (3) Miguel Chevalier, «L’oeil de la machine 1», 2019. Generative and interactive virtual reality installation. Software: Claude Micheli | video di Claude Mossessian”.