Il cannocchiale, l’allunaggio, le tecnologie satellitari che continuamente rimbalzano il punto di osservazione dall’universo su tutte le nostre device (con indicazioni stradali, previsioni metereologiche, etc) fino alle tecnologie microscopiche che l’universo lo raggiunge nella profondità delle sue unità minime, hanno esteso il nostro raggio visivo oltre l’imperscrutabile. La capacità di raggiungere l’invisibile ha dato forma a cose prima visualizzate unicamente dall’ immaginazione, facoltà di anticamera al progresso. Sono cambiate le coordinate geografiche e spaziali, ma anche quelle dell’immaginazione stessa, costretta – per rimanere tale – a spingersi sempre oltre gli orizzonti raggiunti.
Paesaggi dell’immaginazione sono quelli chiamati in gioco nella mostra «Dalla Terra alla Luna. Architetture e paesaggi immaginari su carta», a cura di Simona Galateo e Emilia Giorgi realizzata per e con lo Studio Stefania Miscetti a Roma. I progetti, alcuni già realizzati, altri pensati o ri-pensati per l’occasione raccontano, attraverso il disegno, ma anche scrittura suoni e voci, utopie virtuali di nuove geografie di spazi. Per questo compito sono stati invitati cinque studi di architettura internazionali, gli italiani 2A+P/A, Fabio Alessandro Fusco, i francesi Map Office da Hong Kong, i tedeschi Raumlabor da Berlino e i brasiliani Miniatura da San Paolo. Lo studio di 2A+P/A 2A + P/Am fondato da Gianfranco Bombaci e da Matteo Costanzo per lavorare sulla progettazione architettonica e del paesaggio e sulla pianificazione urbanistica, presentano il loro progetto realizzato su carta, di un’isola artificiale, traendo ispirazione da quella descritta nello storico film di James Bond, The Man With the Golene Gun (1974).
«Ri-scritture» delle «relazioni interrotte» delle nuove forme della concentrazione e della dispersione urbana scrivono la mappatura di Fabio Alessandro Fusco, da sempre impegnato in una ricerca autonoma sulle strategie e le tattiche di trasformazione dei frammenti della città generica contemporanea.
Una lettura alternativa della Cina contemporanea si dispiega nel disegno di MAP Office, piattaforma multidisciplinare ideata da Laurent Gutierrez (1966, Casablanca, Marocco) e Valérie Portefaix (1969, Saint- Étienne, Francia). Lo sguardo si allarga poi sulla riconfigurazione della complessità del terreno e della superficie terreste con il disegno di Raumblador.
Il campo si restringe nuovamente nel lavoro del duo Miniatura (Bruna Canepa, 1988 e Ciro Miguel, 1980) su una città che prende la forma di un appartamento di un kilometro. Al suo termine, una porta si apre su un razzo proiettato nello spazio e lo sguardo dell’immaginazione torna ad allargarsi sull’universo.
L’architettura entra in gioco, così, in un progetto trasversale dove il disegno conquista un ruolo di primo piano come tecnica di sperimentazione, come momento significativo di riflessione e di progettazione, e che qui si unisce ad altri elementi, come il racconto che ciascuno studio ha affiancato al proprio progetto perché tutto confluisca in un unico modulo narrativo. Soprattutto protagonista è la ricerca libera che apre alla possibilità di ambientare i progetti nei luoghi più inaccessibili dell’Universo, dai mondi sommersi, fino appunto, alla Luna, come suggerisce il titolo e l’omonimo romanzo di Jules Verne a cui la mostra si ispira. L’immaginazione ha da sempre racchiuso in sé la capacità di vedere la realtà, vicina e futura. Il romanzo di Verne ne sia uno dei tanti esempi. Dall’altra parte l’allunaggio e la sua prima trasmissione televisiva in tempo reale ha segnato l’inizio di una nuova era, quella della vita in real time. Questo ha chiamato alla necessità di spingersi verso spazi sempre più lontani perché l’immaginazione possa liberarsi ed esprimersi. A volte la tecnica del disegno, così come quella del racconto, può essere una delle strade e degli universi possibili dove poter esercitare facoltà, quella dell’immaginazione in primis, necessarie perché la proiezione verso il miglioramento e il progresso si trasformi in qualcosa di tangibile.
[1] La citazione dal romanzo di Jules Verne apre il comunicato stampa a ispirazione della mostra.
«Dalla Terra alla Luna», a cura di Simona Galateo e Emilia Giorgi, Studio Stefania Miscetti, Roma
immagini
( cover-1) Fabio Alessandro Fusco, Le città relazionali, tecnica mista su carta, 2014, © Davide Leonardi (2) 2A+P/A, The Island of the Man with the Golden Gun, tecnica mista su carta, 2011-2014 (3) Raumlabor, Mappa Mundi, stampa su tela, 2011-2014 (4) Miniatura, Apartamento de 1 km, tecnica mista e collage su carta, 2014, © Davide Leonardo.