D i M o D A, The Digital Museum of Digital Art è un’istituzione virtuale di Alfredo Salazar-Caro e William Robertson , piattaforma espositiva di realtà virtuale dedicata alla distribuzione e promozione dell’arte new media presentata simultaneamente online nell’ambito della Biennale Wrong e nello spazio fisico della Transfer Gallery a New York.
Per il suo debutto, DiMoDA presenterà i lavori di Claudia Hart (New York/CHICAGO), Tim Berresheim (Germania) Jacolby Satterwhite (New York) e un progetto di Aquanet 2001 (Salvador Loza e Gibran Morgado) di Città del Messico. L’atrio del museo è stato progettato e realizzato in 3D da Alfredo Salazar-Caro. Per accedere a DiMoDa, gli spettatori dovranno indossare un visore Oculus; una volta entrati, saranno immediatamente accompagnati attraverso alcuni «portali» che possono essere utilizzati per raggiungere le «ali» del museo.
Gli artisti espositori hanno il totale controllo nella creazione dell’ambiente virtuale del museo dove sono installate le loro opere. In qualità di istituzione virtuale, DiMoDA è dedicata alla raccolta, conservazione, interpretazione ed esposizione di opere d’arte digitali di artisti viventi della corrente new media, al contempo ampliando l’esperienza consapevole della visualizzazione dell’arte digitale all’interno di uno spazio virtuale.
L’edificio di DiMoDA è concepito come una «casa» dell’arte digitale contemporanea e un laboratorio di nuove idee, e fornisce inoltre un contributo architettonico al panorama virtuale di Internet.
Ideato nel 2013 da Alfredo Salazar-Caro e William James Richard Robertson, il progetto DiMoDA debutta nel novembre del 2015 con la sua prima mostra nella forma di un padiglione presentato alla biennale The Wrong e con un’esposizione vera e propria al TRANSFER di New York dal 14 novembre al 19 dicembre 2015, trasferendosi poi a Miami Beach per la Satellite Art Fair.
GLI ARTISTI: Claudia Hart lavora come artista, curatore e critico dal 1988. È un’artista che si esprime attraverso il trompe l’oeil digitale. È direttore teatrale e crea oggetti mediatici di ogni tipo, dando vita a rappresentazioni virtuali sotto forma di immagini 3D integrate alla fotografia, in installazioni animate multi-canale, performance e sculture grazie a tecniche avanzate di produzione come Rapid Prototyping, CNC routing e applicazioni personalizzate di realtà aumentata. I suoi lavori affrontano tematiche riguardanti la rappresentazione e il ruolo del computer nel trasformare i valori contemporanei di identità e di quello che potrebbe essere «naturale». Il suo scopo è quello di «de-mascolinizzare» la cultura del settore tecnologico, introducendo aspetti irrazionali e personali nel mondo cartesiano patinato ed eccessivamente rigoroso della progettazione digitale. Le sue opere sono state ampiamente esposte e collezionate da varie gallerie e musei, tra i quali ricordiamo il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum, il New Museum e l’Eyebeam Center for Art + Technology, dove è stata nominata honorary fellow per il periodo 2013-14. Collabora con la Bitforms gallery, anche a New York. Hart vive a Chicago dove è professore ordinario presso The School of the Art Institute, nel dipartimento di Film Video, New Media and Animation.
Jacolby Satterwhite è un artista che lavora con video, performance, animazione 3D, fibre, disegno e incisione. Risiede attualmente a New York. L’opera di Satterwhite nella danza attinge dal Voguing, dalle arti marziali, e dalle tecniche di ballo del coreografo William Forsythe. È un lavoro che utilizza spesso le invenzioni e i disegni schematizzati di oggetti comuni della madre dell’artista, con influenze provenienti dalla cultura del consumismo, oltre che da medicina, moda, surrealismo, matematica, sesso, filosofia, astrologia e questioni matrilineari. La sua serie ‘Reifying Desire’ è stata esposta durante l’edizione 2014 della biennale Whitney al Whitney Museum of American Art. In un mix di animazione 3D e live action, la sua opera esplora i temi della memoria e della storia personale in un ambiente onirico e virtuale. Satterwhite ha inoltre esposto e proposto le sue performance in mostre collettive come MoMA PS1, The Smithsonian, The Kitchen, Rush Arts Gallery, e Exit Art. Tim Berresheim (1975, Heinsberg, Germania) è un artista visivo contemporaneo tedesco che risiede e lavora a Colonia. Nel suo lavoro, creato attraverso la produzione di immagini digitali, l’artista si confronta con l’impatto delle tecnologie digitali sulla cultura visiva, sulle condizioni di vita e lavorative, sulle percezioni e sulle modalità di conoscenza.
AQUANET 2001 – Gibrann Morgado (Città del Messico) e Salvador Loza sono co-fondatori/curatori di Vngravity, una galleria d’arte online in 3D. Morgado è responsabile dello sviluppo e creatore di Uncurated, un’iniziativa volta a costruire contesti ibridi di realtà, esperienze di design e congetture digitali. La sua opera e le sue collaborazioni sono state accolte, tra gli altri, da The Creators Project, Killscreen, O Fluxo Blog, Thvndermag, Fractal, Salonkritik, Metapolítica,Picnic La Tempestad e Ibero 90.9. Loza è artista new media, DJ e scrittore. Il suo lavoro è incentrato sulla tecnologia, il comportamento umano, l’architettura, la politica, la natura e la storia dell’arte, oltre che sulla distorsione della realtà che accompagna trasversalmente tutte queste tematiche. Ha esposto in blog come Cloaque.org e in paesi come Canada, Italia, Messico, Inghilterra e Francia. (dal comunicato stampa in inglese)
Il progetto di Alfredo Salazar-Caro si colloca all’intersezione tra ritratto/autoritratto, installazione, realtà virtuale, video e scultura.
Recentemente, il suo lavoro si è focalizzato sull’esplorazione della modalità con cui la simulazione virtuale può influire sulla realtà percepita, ad esempio creando scenari dove l’individuo è obbligato a vagare in un deserto, fino alla morte. Altri esempi includono simulazioni di sogni/paesaggi immaginari e ricordi, oltre che video di fantasie bizzarre trasformate in realtà grazie a dispositivi digitali. La speranza di Alfredo è quella di poter vivere per sempre, sotto forma di simulazione computerizzata.
Il suo lavoro è stato esposto in città come New York, Chicago, Los Angeles, Miami, Londra, Berlino, Amsterdam, Caracas(Venezuela), Shiraz (Iran) e Città del Messico ed è apparso in pubblicazioni come Leonardo, New City, Art F City e Creators Project. Vive e lavora tra Città del Messico, New York, Chicago e Internet.
William Robertson è un artista new media e professionista del settore museale che risiede e lavora a Chicago. È stato uno degli esponenti principali della comunità Chicago’s Glitch e della scena new media in qualità di membro attivo impegnato nella creazione di performance e installazioni live audio/video; nel 2012 è stato organizzatore e co-fondatore di Tritriangle 2012, e ha svolto inoltre un ruolo di vero e proprio “catalizzatore” supportando vari artisti a Chicago e New York. William lavora attualmente per l’Art Institute di Chicago, dove gestisce la tecnologia per il settore della curatela e l’ambito delle mostre. TRANSFER esplora il contrasto tra la pratica in studio connessa in rete e la sua esemplificazione fisica.
DiMoDA debutta nel novembre del 2015 nella forma di un Padiglione presentato alla biennale online The Wrong e con un’esposizione vera e propria alla TRANSFER Gallery di New York dal 14 novembre al 19 dicembre 2015, trasferendosi poi alla Satellite Art Fair a Miami Beach (01-06.2015).