Le opere di Eva e Franco Mattes (1976), Carlo Zanni (1975) e Diego Zuelli (1979), pionieri nell’ambito di sperimentazioni con i media sin dagli anni Novanta,inaugurano un nuovo spazio a Modena dedicato alla cultura contemporanea.Ciascuno di loro ha analizzato e sperimentato, in modo diverso, con i mezzi e la cultura dell’informazione dettandone una lettura trasversale che distoglie dall’assuefazione e apre ad uno sguardo critico della realtà che da questa cultura prende forma e sostanza.
Il gioco online di Average Shoveler di Carlo Zanni (2005), poliedrico indagatore della cultura internet sin dalla fine degli anni Novanta, scoperchia l’apparato dell’ informazione, catturandolo in tempo reale e inserendolo all’interno di un’opera dove pittura, film, game design e data mining si intrecciano in una fitta rete di collegamenti e rimandi, caratteristica di tutti i lavori di Zanni. Spalare neve è la missione del protagonista nato dalle grafiche del gioco anni Ottanta Leisure Suite Larry. Le informazioni cadono «come fiocchi di neve» fino a sommergere il protagonista del gioco: lui giace inerme e noi riattiviamo in nostro occhio critico quando ci accorgiamo che i fiocchi di neve non sono altro che informazioni catturate con un software in tempo reale.
Con My Generation (2010), Eva e Franco Mattes, alias 0100101110101101.org, pseudonimi in cui riconoscere il duo italiano che dall’epoca di Luther Blisset negli anni Novanta hanno smascherato il sistema mediatico in tutte le sue sfaccettature e attraverso i suoi stessi mezzi, ci pongono di fronte alla fragilità umana di fronte al possesso tecnologico. La registrazione di crisi di panico di ragazzi che giocano con i video games diventa un video trasmesso all’interno di un vecchio computer Mac rovesciato per terra e mezzo rotto ma ancora un funzionante, quasi fosse posseduto.
Il potere tecnologico entra nei lavori visivi di Diego Zuelli, artista da prima del 2.000 attivo con video e computergrafica, dove l’aspetto generativo del linguaggio algoritmico genera visioni ispirate alla natura, dal gusto classico, e dal sapore pittorico. Nella video installazione generativa Rotazione n. 1 (2008), il movimento geometrico gioca con la Discesa nel Maelström di Edgar A. Poe, L’assunzione della vergine del Correggio, titoli di opere che evocano un movimento e contenuti che ispirano Zuelli per la loro capacità di materializzare l’effimero – come lui stesso sostiene nell’introduzione alla sua opera – come le descrizioni plastiche e animate delle materie fluide, tanto nella pittura del Correggio quanto nelle parole di Poe e di Artur C. Clarke che descrive il mare come elemento architettonico.
EFFIMERA – afferma il comunicato – si propone come momento di crescita e di aggregazione a livello nazionale intorno a temi di pubblico interesse e di forte attualità in relazione ad aspetti che riguardano principalmente: arte, tecnologia e comunicazione. I lavori degli artisti di ultima generazione, infatti, si caratterizzano sempre più per una spiccata componente effimera legata all’immagine che rispecchia l’epoca nella quale viviamo.Tre artisti significativi, tra coloro che hanno analizzato e restituito creativamente le varie evoluzioni della cultura informatica dall’avvento di Internet ad oggi, offrono uno sguardo a tutto tondo sulla cultura contemporanea in una ricerca che si muove parallelamente tra indagine sociale ed estetica, questa volta pensata per dialogare anche con lo spazio fisico che le ospita.
Effimera. Relazioni disarmoniche, a cura di Luca Panaro e Fulvio Chimento, MATA, Modena, 02.04 – 22.05.2016
immagini (cover 1) Eva e Franco Mattes, My Generation, 2010 (2) Carlo Zanni, Average Shoveler, praying for you (3) Diego Zuelli, Rotazione n.1, 2008.