Categorizzare quantità massicce di dati utilizzate per educare algoritmi di riconoscimento emotivo è uno dei tanti micro-lavori assegnati all’uomo nell’era dell’Intelligenza Artificiale. E’ attorno a questi compiti che nasce The Cleaning of Emotional Data, parte di una trilogia a seguire Technologies of Care (2016) and Labor of Sleep (2017), ora al centro della personale in corso da Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana nell’ambito di Hyperemployment.
Si tratta di nuove forme di lavoro precario,‘microworkers’ incaricati di etichettare, categorizzare, annotare e validare una grande quantità di dati che possano abilitare l’Intelligenza Artificiale, un lavoro portato avanti dall’artista stessa lavorando a distanza per diverse compagnie americane. The Cleaning of Emotional Data lascia traccia di questi micro lavori e entra negli interstizi linguistici che si interpongono tra uomo e macchina, ciascuno con i propri parametri interpretativi, una questione che diventa piuttosto delicata quando l’oggetto in questione sono le emozioni.
In mostra anche una serie di lavori tessili, Amiss Motifs, realizzati in collaborazione con Michael Graham of Savant Studios. La giustapposizione di linee astratte di espressioni facciali estrapolate da algoritmi rispetto ad espressioni facciali intraducibili descritte da dialetti siciliano e americano, le due lingue in cui l’artista si è trovata in mezzo nello svolgere questo periodo di lavoro da micro-worker, stando in Sicilia e collaborando per una ditta americana. La stoffa impiegata è stata ricavata da esemplari di scarto, a new canvas for unruly and ‘incomputable’ emotions. Il discorso si allarga al quadro più ampio del rapporto uomo-macchina e tocca un altro punto, forse il più delicato rispetto al linguaggio per il suo includere aspetti emotivi.
Fino a questo momento, Elisa Giardina Papa ha guidato l’attenzione verso spazi e momenti interstiziali, angolazioni privilegiate per una visione critica delle cose, iniziando con Technologies of Care, commissionato per la storica piattaforma Rhizome.org, analizzava, attraverso una serie di interviste ad operatori online tra i più svariati (dating coach, un ideo performer, un autore di favole, etc) il lavoro immateriale portato avanti attraverso piattaforme internet, come in quest’ultimo lavoro, attenta ad indicare la dislocazione fisica tra il luogo di appartenenza del lavoratore, la nazionalità della compagnia che gestisce la piattaforma, e la piattaforma stessa nella sua configurazione globale e ubiquitaria.
Labor of Sleep (2017) metteva a fuoco il sonno come la nuova frontiera da ottimizzare creando e ottimizzando nuovi patterns (di sonno) con cui poter raccogliere dati biologici e comportamentali per migliorare la qualità della vita. Con quest’ultimo lavoro, ora in mostra ad Aksioma, Elisa Giardina Papa prosegue una ricerca che si infila tra mondi e linguaggi; da lì osserva con attenzione antropologica l’evolversi del rapporto tra uomo e macchina creando eventualmente nuova consapevolezza dei meccanismi che lo regolano. Il mondo delle emozioni è certamente quello dove il confine interpretativo nello scambio tra uomo e macchina diventa più delicato.
Elisa Giardina Papa.Cleaning of Emotional Data, Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana 15.01 – 07.02.2020
Hyperemployment, a cura di Domenico Quaranta, MGLC – International Centre of Graphic Arts, Ljubliana, 07.11.2019 – 19.01.2020 (vedi anche Intervista a Domenico Quaranta, Arshake, 18.12.2019
immagini: Elisa Giardina Papa, «Cleaning of Emotional Data», exhibition view, Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana (15.01 – 02.02.2020)