Sono diversi anni che con Arshake seguiamo il lavoro di Miguel Chevalier e il suo interesse ad intessere culture, natura e artificio nelle maglie dei pixel.
I suoi Magic Carpets (2014), adattati al pavimento ottagonale del cortile di Castel del Monte (XIII secolo ospitata nell’ambito del Festival Internazionale di Andria, Castel dei Mondi (Castel del Monte, Andria 23 – 31.08.2014) avevano rivisitato la tradizione del mosaico attraverso il filtro dell’arte digitale intendendolo come precursore del pixel in Italia.
Lo avevamo poi seguito nella realizzazione della sua prima opera pubblica con Digital Arabesque (2015), installazione di realtà virtuale realizzata con la scrittura di software generativi [qui realizzati da Cyrille Henry and Antoine Villere] in combinazione con attenti giochi di proiezione, che aveva incantato il pubblico di dell’Islamic Art Festival per la sua prima installazione pubblica. Lo abbiamo poi seguito nelle profondità degli abissi quando, nel 2018, ha realizzato Digital Abysses, una mostra che aveva occupato gli spazi della Base Navale Sottomarina di Bordeaux con dieci installazioni digitali monumentali, così come sculture realizzate con stampanti 3D, video, fotografie, disegni incisi a laser, e molto altro, tutto ispirato alla fauna e flora sottomarine.
Siamo ormai abituati ad un tipo di opere riconosciute in termini a volte anche abusati come immersive e interattive. Chevalier è certamente tra gli artisti che hanno coltivato questo filone in maniera originale e iniziando in tempi non sospetti, negli anni ’80, quando la facilità di accedere alla tecnologia non era affatto semplice come lo è oggi.
La sua ricerca prosegue oggi all’intersezione tra natura, matematica e macchina dove la natura riprodotta attraverso processi generativi ci pone sulla soglia tra mondi.
Diverse sono le mostre e i progetti in corso che presentano il lavoro di Chevalier. La sua ricerca sul tema dei cristalli di ghiaccio, dall’artista moltiplicate attraverso una struttura frattale, complice la stampa 3D guidata da un robot.
Per la prima volta sono presentati due installazioni di realtà virtuale, Complex Meshes (2020) e Oscillations (2020), parte di Power Pixel. In Complex Meshes un paesaggio immaginario è generato in tempo reale dalle frequenze e dall’ampiezza della musica di Michel Redolfi, con una interazione tra immagine e suono molto vicina alla sinestesia.
Chevalier ha inoltre realizzato infine l’installazione OEil de la machine in occasione della riapertura del Muséè Ingres dove, in relazione ad alcuni capolavori di Ingres l’autore si interroga sulla materializzazione dell’immagine e sulla sua riproduciibilità elettronica.