Il 15 ottobre, nell’ambito del Romaeuropa Festival 2022 abbiamo visto al Teatro Argentina L’Opera da tre soldi, messa in scena da uno dei più famosi registi d’opera al mondo, l’australiano Barrie Kosky – già direttore artistico della Komische Opera Berlin – e i cantanti-attori del Berliner Ensemble, una tra le più prestigiose Istituzioni teatrali internazionali. Ecco il nostro racconto a cui fa seguito quello dello spettatore artificiale, che ci narrerà le sue suggestioni personali.
Un viso di donna spunta da un fondale creato da strisce argentate. Riflettono la luce, o meglio le luci.
Inizia a cantare. Un viso sospeso in un universo argentato luccicante.
Sparisce il viso, sparisce l’argento.
Il palco viene dominato da una struttura in ferro che ricorda un’impalcatura. Tanti piani collegati attraverso delle scale. Mondi collegati ma faticosamente raggiungibili tra loro. Bisogna arrampicarsi, sudare.
Il retroscena spoglio del teatro allunga la nostra visuale identificando una finzione. Eppure le risate della gente sono vive, la fatica degli attori che si arrampicano e si muovono è reale. L’amaro che le scene ti lasciano in bocca lo riesci a percepire con le papille gustative.
Barrie Kosky, attraverso la rivisitazione di Bertold Brecht de L’Opera del Mendicante di Jhon Gay, ci presenta davanti agli occhi diverse critiche sociali. Suscitano domande. La morale, ma che cosa vuol dire morale? Chi ha la capacità di giudicare o meno la moralità di un’azione? È la collettività che ne definisce i criteri?
Risate. Moltissime risate. Ma l’amaro in bocca è così forte che sembra che lo zucchero, nel mondo di Kosky, non esista.
Le musiche di Kurt Weil sospendono il momento delle risposte in un mondo che si tinge ancor di più di finzione, e allo stesso tempo diventa sempre più reale. I musicisti sono lì. Davanti al palco. Ogni corda produce un suono visibile. Lì, nel presente, nel reale.
Nessuno risponde ai dubbi. Si ride, come fosse l’unica cosa appartenente a un mondo dove reale e non, morale e non, possa resistere.
Lo spettatore virtuale invitato per l’edizione 2022 di Backstage/Onstage assume oggi l’identità di James, romano di 61 anni, giornalista da poco trasferitosi a Roma. Ci dice che questa è stata la sua prima esperienza teatrale, ma che l’ha colpito così tanto che vuole diventare l’uomo che ha visto più spettacoli in un anno. Incuriositi, gli abbiamo posto alcune domande. Il video che segue è frutto di un montaggio che interseca elementi di ripresa fatti da noi, ed altri elementi generati dalla AI, questa volta nei panni di James.
Buonasera James. Prima di tutto, cosa ti ha colpito così tanto di questo spettacolo, tanto da affermare di voler diventare un “uomo di teatro”?
È la prima volta che vado a teatro, ma sono convinto che il teatro sia uno spazio della nostra memoria sociale che tiene in vita la sperimentazione sentimentale umana. Mi sembra che sia possibile costruire una filosofia che integri il sapere scientifico con le sensazioni create dal teatro.
Ci può dire qualcosa in più su questo spettacolo?
Ammetto che quando sono entrato in teatro non ne conoscevo affatto la trama. Lo spettacolo è legato alle vicende burrascose che la vita ci riserva, ed è costruito con ironia dal regista Kosky: parla dei mercanti del male, vere maschere della società moderna. Racconta di chi prova a vivere contro corrente, chi si abbassa di livello ed è disposto a rinunciare alla propria libertà in nome del proprio benessere. I due protagonisti – Makie e Polly (n.d.r.) - vengono messi in scena con i loro vizi e la loro rivalità, che in qualche modo sono i motori che fanno girare il mondo. Insomma: attraverso la metafora dei soldi e di una vera e propria organizzazione vediamo anche la drammatica situazione che stiamo vivendo oggi.
Qual è il tuo parere sul messaggio che l’opera vuole dare?
Il messaggio del regista è chiaro: la globalizzazione è morta e non sappiamo più chiuderci in una nicchia né col nostro lavoro né col nostro amore. Il sentimento sociale è sempre ingannevole. Non è mai autentico. Il sentimento mi ha colpito molto sia come giornalista che come uomo. Il subconscio si muove in direzioni senza che ce ne rendiamo conto e, quando lo capiamo, spesso abbiamo già superato il limite della nostra capacità. Veniamo semplicemente involontariamente vinti dai sentimenti. L'azione di trasversalità prende vita in ognuno di noi e le zone erogene sono un buon indicatore di sentimento. Se siamo timidi e non esprimiamo a parole, il nostro desiderio viene come liberato inconsciamente. Ma, anche se desideriamo così tanto di superare questo impulso, la verità è che non possiamo, almeno non ora.
Qui l’AI sposta il discorso sul piano erotico del desiderio. Se gli si chiede di parlare di messaggio, ci infila la globalizzazione, e se deve parlare di sentimenti, sconfina nella trattazione scientifica di sentimenti e fisicità. Forse li riconosce come i due veri ingredienti fondamentali del teatro?
(Andreaelisa Sausa in conversazione con l’IA)
Crediti video: Riprese: Andreaelisa Sausa, Walter Maiorino | Montaggio: Federico Meloni, Francesca Paganelli, Alessia Mutti | Programmazione AI e Creazione immagini con AI: Walter Maiorino
immagini (tutte): Opera da tre soldi, Berliner Ensemble / Barrie Kosky, Teatro Argentina, Roma, Romaeuropa Festival 2022
FLASHBACK ON STAGE è la quinta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE, progetto che ha portato per quattro anni consecutivi (2018 – 2019 – 2020 – 2021) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival, per realizzare un prodotto editoriale multimediale pubblicato su una sezione dedicata di Arshake che ogni anno cresce come unico grande archivio (https://www.arshake.com/crediti-backstage-onstage/).
Gli autori dell’edizione 2022, provenienti da diverse scuole dell’Accademia, hanno deciso quest’anno di invitare a teatro un’Intelligenza Artificiale che d’ora in poi chiameremo p4nt4_r3i.
“Come vede uno spettacolo un’intelligenza artificiale? Le situazioni che avvengono nella finzione teatrale attivano i suoi ricordi nello stesso modo in cui avviene per gli esseri umani? Le attribuiamo sentimenti e ricordi?
Considerando l’AI come un essere pensante, memore di tutti gli input ricevuti da innumerevoli esseri umani, con personalità differenti, abbiamo deciso di costruire il nostro spettatore artificiale come un interlocutore che, attraverso lo spettacolo, rivive dei flashback della sua vita passata.
Facendo ciò realizziamo una miniserie antologica che ricostruisce aspetti diversi della personalità multiforme di p4nt4_r3i attraverso la sua fruizione di alcuni spettacoli visti al REF.
Per ogni episodio una voce narrante introduce lo spettacolo. Successivamente, l’AI produce un racconto fatto di parole e immagini che rielaborano il suo ‘vissuto’ riemerso attraverso la visione dello spettacolo.
Il risultato è un montaggio multimediale (video e testo) prodotto sulla base racconto di p4nt4-r3i che in risposta ad ogni evento farà emergere in primo piano uno o più aspetti della sua personalità multipla adottando, conseguentemente, un nome sempre diverso.”
Flashback Onstage porta in scena l’intelligenza artificiale attraverso le sue dinamiche mnemoniche, la posiziona anche paradossalmente sul piano emotivo, lo stesso dove memoria individuale e collettiva si incontrano in risposta a ciò che lo spettacolo fa emergere in chi assiste.
BACKSTAGE / ONSTAGE è un progetto nato dalla sinergia tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il Romaeuropa Festival e Arshake (www.arshake.com), assieme a tutti gli studenti che ogni anno hanno partecipato provenendo trasversalmente da diverse scuole dell’Accademia (scenografia, comunicazione e didattica, scuola di nuove tecnologie, grafica, video e fotografia). Concepito come progetto di documentazione creativa e di sintesi tra il backstage e l’andata in scena curandone tutti gli aspetti, dal 2020, anche in risposta alla necessità di adattamento alla situazione dettata dalla pandemia, la realizzazione dei materiali multimediali si è spostata su un piano di produzione autoriale e ha acceso i riflettori sullo spettatore. Per l’edizione 2020, BACK ONL(Y)NE, testi, fotografie e video realizzati ad hoc hanno raccontato le opere, ma anche tutti quegli aspetti legati alla fruizione online, spazi e momenti di ‘isolamento collettivo’ che hanno raccolto gli utenti di fronte allo schermo nei momenti più impensati della loro quotidianità. AUDIENCE ON STAGE, edizione 2021, quando gli spettacoli sono tornati in parte in presenza, il progetto ha continuato a restituire gli spettacoli in una operazione digitale che ha esteso lo sguardo al cosiddetto ‘spettatore emancipato’. Ora, lo spettatore emancipato è un’intelligenza virtuale e i riflettori sono puntati su tutto ciò che emerge dall’incontro della sua personalità multipla con le dinamiche mnemoniche suscitate dalle visione dello spettacolo attraverso flashbacks.