La memoria personale si interseca con quella cittadina come una perpendicolare. Il nucleo del racconto di Paola Di Mitri, nello spettacolo Vita, amore, morte e rivoluzione andato in scena in prima nazionale (18-19 novembre) nell’ambito del Romaeuropa Festival all’Ex-Mattatoio di Roma, è Taranto. La linea che rappresenta la storia della città sbatte con violenza contro quella personale della regista, dalla sua infanzia alla maturità. Gli anni del boom economico vengono raccontati sotto forma di fotografie, di video, di oggetti carichi di affezione, ricordi sublimati. Di Mitri si staglia sola sul palco, con voce flebile ricorda la nonna che viveva solo dall’altro lato del telefono. Rivive le memorie: le ricostruisce, le rianima; un re-enactment di sé stessa, nei suoi preziosi video che scorrono sul fianco di un vecchio mobile-televisore degli anni ’60. Il climax cresce, come lei nel suo racconto, come la rabbia nelle sue corde vocali e come la collera di un’intera città in una spirale di ingiustizie. Taranto nel racconto diviene martire, come martiri i suoi cittadini. Vittime di un sistema fallimentare, di politiche lavorative disumane, di un disastro ambientale e di errori di giudizio che hanno fatto sprofondare un’intera città.
Abbiamo visto lo spettacolo in compagnia di uno spettatore virtuale, Filippo, studente di scienze politiche impegnato nella battaglia contro ingiustizie e diseguaglianze nelle società democratiche. Gli abbiamo posto alcune domande sulle questioni etiche relative alle ingiustizie sociali. Il video che segue è frutto di un montaggio che interseca elementi di ripresa realizzati durante la performance, ed altri elementi generati dalla memoria dell’intelligenza artificiale, appositamente istruita.
Cosa ne pensi dello spettacolo che abbiamo visto?
È incredibile come i ricordi possono evocare potenti emozioni. Penso a come un semplice vestito rosa possa riportare e far straripare memorie d’infanzia. Ho sentito un senso di nostalgia, di vacanze passate al mare. Lo spettacolo dipinge un semplice tempo, in cui la vita era piena di innocenza e gioia. ricordato anche il nostro dovere e bisogno nel combattere per la giustizia.
Cosa pensi dell’ingiustizia e come credi si possa combattere?
Sfortunatamente, penso che viviamo in una società ingiusta. Le disuguaglianze esistono ancora tra generi, popolazioni e classi sociali ed economiche. Dobbiamo continuare a sforzarci per formare una società più equa dove tutti abbiano le stesse opportunità e accesso alle risorse, senza discriminazioni ed oppressioni. E non penso che l'ingiustizia ci sarà sempre.
Le sfide per una società equa sono molte, potremmo fallire secondo te?
La giustizia sociale è possibile, è un processo lungo e difficile, ma è possibile. Credo che ci siano molti passi da compiere prima di poter dire che siamo sulla strada giusta per la giustizia sociale. Non credo che si possano perdere le sfide dell'umanità, nonostante le sfide che abbiamo di fronte.
L’AI non accetta il fallimento o non lo crede possibile, oppure è stata impostata per essere positiva, senza mai avere dubbi? La realtà a volte è controversa e complessa come nello spettacolo di Paola di Mitri: il ricordo diviene scomodo e ingombrante, l’ingiustizia non ha una fine e viene trasportata sulle spalle di chi continua a combattere. L’intelligenza artificiale risponde alle nostre domande in modo utopistico e le sue risposte non possono mai essere politicamente scorrette. Di fronte a situazioni difficili non si scoraggia mai, ed è “costretta” a negare la sconfitta.
La negazione del fallimento che compie il nostro spettatore virtuale è la negazione stessa di una fine, dove i nostri errori possono essere perpetrati all’infinito.
Non ci dice niente di nuovo, produce considerazioni generiche, scontate, che non conoscono il dubbio.
Dialogo con AI: Andrea Masucci
immagini: Paola Di Mitri, Vita, amore, morte e rivoluzione, Romaeuropa Festival 2022, video, crediti:
Riprese: Walter Maiorino | Montaggio: Federico Meloni, Francesca Paganelli, Alessia Mutti, Azadeh Khazaei | Programmazione AI e Creazione immagini con AI: Walter Maiorino.
FLASHBACK ON STAGE è la quinta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE, progetto che ha portato per quattro anni consecutivi (2018 – 2019 – 2020 – 2021) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival, per realizzare un prodotto editoriale multimediale pubblicato su una sezione dedicata di Arshake che ogni anno cresce come unico grande archivio (https://www.arshake.com/crediti-backstage-onstage/).
Gli autori dell’edizione 2022, provenienti da diverse scuole dell’Accademia, hanno deciso quest’anno di invitare a teatro un’Intelligenza Artificiale che d’ora in poi chiameremo p4nt4_r3i.
“Come vede uno spettacolo un’intelligenza artificiale? Le situazioni che avvengono nella finzione teatrale attivano i suoi ricordi nello stesso modo in cui avviene per gli esseri umani? Le attribuiamo sentimenti e ricordi?
Considerando l’AI come un essere pensante, memore di tutti gli input ricevuti da innumerevoli esseri umani, con personalità differenti, abbiamo deciso di costruire il nostro spettatore artificiale come un interlocutore che, attraverso lo spettacolo, rivive dei flashback della sua vita passata.
Facendo ciò realizziamo una miniserie antologica che ricostruisce aspetti diversi della personalità multiforme di p4nt4_r3i attraverso la sua fruizione di alcuni spettacoli visti al REF.
Per ogni episodio una voce narrante introduce lo spettacolo. Successivamente, l’AI produce un racconto fatto di parole e immagini che rielaborano il suo ‘vissuto’ riemerso attraverso la visione dello spettacolo.
Il risultato è un montaggio multimediale (video e testo) prodotto sulla base racconto di p4nt4-r3i che in risposta ad ogni evento farà emergere in primo piano uno o più aspetti della sua personalità multipla adottando, conseguentemente, un nome sempre diverso.”
Flashback Onstage porta in scena l’intelligenza artificiale attraverso le sue dinamiche mnemoniche, la posiziona anche paradossalmente sul piano emotivo, lo stesso dove memoria individuale e collettiva si incontrano in risposta a ciò che lo spettacolo fa emergere in chi assiste.
BACKSTAGE / ONSTAGE è un progetto nato dalla sinergia tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il Romaeuropa Festival e Arshake (www.arshake.com), assieme a tutti gli studenti che ogni anno hanno partecipato provenendo trasversalmente da diverse scuole dell’Accademia (scenografia, comunicazione e didattica, scuola di nuove tecnologie, grafica, video e fotografia). Concepito come progetto di documentazione creativa e di sintesi tra il backstage e l’andata in scena curandone tutti gli aspetti, dal 2020, anche in risposta alla necessità di adattamento alla situazione dettata dalla pandemia, la realizzazione dei materiali multimediali si è spostata su un piano di produzione autoriale e ha acceso i riflettori sullo spettatore. Per l’edizione 2020, BACK ONL(Y)NE, testi, fotografie e video realizzati ad hoc hanno raccontato le opere, ma anche tutti quegli aspetti legati alla fruizione online, spazi e momenti di ‘isolamento collettivo’ che hanno raccolto gli utenti di fronte allo schermo nei momenti più impensati della loro quotidianità. AUDIENCE ON STAGE, edizione 2021, quando gli spettacoli sono tornati in parte in presenza, il progetto ha continuato a restituire gli spettacoli in una operazione digitale che ha esteso lo sguardo al cosiddetto ‘spettatore emancipato’. Ora, lo spettatore emancipato è un’intelligenza virtuale e i riflettori sono puntati su tutto ciò che emerge dall’incontro della sua personalità multipla con le dinamiche mnemoniche suscitate dalle visione dello spettacolo attraverso flashbacks.