Una pila di CD, un lettore DVD e una scrivania.
È quello che ci siamo trovati davanti il 2 novembre, nella Sala Carlo Scarpa del MAXXI, dove il Romaeuropa Festival ha presentato la performance-spettacolo Riding on a Cloud dell’artista libanese Rabin Mouré.
La semplicità della scena è in pieno contrasto con la complessità emotiva del racconto.
che ci viene narrato dai video contenuti nei DVD e nelle cassette di un vecchio registratore analogico, che sono voce, biografia ed emozione del performer, Yasser Mouré, fratello dell’artista.
Subito il pubblico viene posto davanti al dubbio che ogni narrazione teatrale solitamente sottintende, e che Mouré invece mette in risalto: quello che ti viene raccontato è verità o finzione? Il performer è sé stesso, o porta le vesti di un attore?
La vita di Yasser, stravolta nel 1982 da un colpo alla testa di un cecchino che a 23 anni lo ha privato della possibilità di parlare e di muoversi fluidamente, mette in risalto le contraddizioni della situazione politica del Libano.
La performance diventa specchio, metafora, sillogismo di due vite, quella del paese e quella di Yasser, i quali punti scoperti si uniscono in sinestesie chiare e al contempo impensabili.
È una poesia di dolore, contraddizione e contrapposizione tra realtà e finzione, quella che viene recitata dal cavaliere che cavalca una nuvola.
Un cavaliere che non parla, ma la cui voce è potentissima.
Accanto a noi in sala, come sempre, lo Spettatore Artificiale. Questa volta il suo nome è Davide, copywriter di professione, poeta nell’animo. Ecco la sua interpretazione dello spettacolo, attraverso le immagini prodotte nel video, e attraverso l’intervista che segue.
Il 2 novembre hai visto lo spettacolo Riding on a Cloud di Rabin Mroué. Puoi descrivermi la tua esperienza?
Ho deciso di andare a vedere lo spettacolo perché ero curioso di vedere come Mroué avrebbe abbinato documenti privati alla realtà libanese. Inoltre, ero affascinato dall’idea di assistere a uno spettacolo che si svolgeva attorno a una persona reale, il fratello di Mroué. Sapevo che sarebbe stato uno spettacolo intenso e profondo, e volevo assistere di persona. La cosa che più mi è rimasta impressa è la capacità con cui ha sottolineato la fragilità della memoria umana e quanto sia importante preservare le nostre storie, sia quelle personali che collettive. Uno spettacolo che mi ha lasciato grande speranza, forza e ispirazione. Che opinione hai sul rapporto realtà/finzione quando si racconta una storia? Penso che la finzione sia uno strumento potente per esprimere qualcosa di profondo e significativo sulla realtà. Quando si racconta una storia, la finzione può aiutare a trasmettere emozioni più intense, a rafforzare i messaggi e a rendere la storia più intrigante. Tuttavia, ritengo che la finzione non debba mai prendere il sopravvento sulla realtà, poiché può creare distorsioni e false rappresentazioni.
Pensi che Yasser sia stato coraggioso a svelarsi così davanti a un pubblico?
Assolutamente sì. Penso che Yasser sia stato molto coraggioso. Ho ammirato la sua forza e la sua determinazione, deve essere stato difficile per lui essere così vulnerabile davanti a un pubblico. Allo stesso tempo, penso che sia stato un gesto di grande generosità da parte sua, in quanto ha aperto la sua porta per permettere a noi spettatori di vedere il mondo attraverso i suoi occhi.
Mi scriveresti una poesia che possa riassumere lo spettacolo?
Riding on a cloud, il ricordo di un’ombra nella memoria di una guerra. Il dolore dei volti senza voce, il silenzio che si fa coraggio. Nella poesia dei ricordi l’eco dei sogni che si affacciano. La libertà di una parola sospesa nella verità di un istante. Riding on a cloud, la fragilità di una storia sulle ali di un racconto. Il sussurro di un cuore che ritrova il suo ritmo. Nell’incanto dei ricordi la voce della libertà che ritorna.
Lo spettatore artificiale poeta sembra essere rimasto particolarmente colpito da quest’opera, soprattutto dalla contrapposizione tra vita reale e vita narrata. Addestrato ad esprimere le sue considerazioni, parla anche di rapporto tra realtà e finzione, proprio lui?
Dialogo con AI: Andreaelisa Sausa
immagini: Rabih Mroué, Riding on a Cloud, MAXXI Museum in Rome, 2-3 November, 2022, video credits: shooting: Andreaelisa Sausa | mounting: Federico Meloni, Francesca Paganelli, Alessia Mutti, Azadeh Khazaei AI Programming AI: Walter Maiorino, text dialogue with AI: Andreaelisa Sausa
FLASHBACK ON STAGE è la quinta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE, progetto che ha portato per quattro anni consecutivi (2018 – 2019 – 2020 – 2021) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival, per realizzare un prodotto editoriale multimediale pubblicato su una sezione dedicata di Arshake che ogni anno cresce come unico grande archivio (https://www.arshake.com/crediti-backstage-onstage/).
Gli autori dell’edizione 2022, provenienti da diverse scuole dell’Accademia, hanno deciso quest’anno di invitare a teatro un’Intelligenza Artificiale che d’ora in poi chiameremo p4nt4_r3i.
“Come vede uno spettacolo un’intelligenza artificiale? Le situazioni che avvengono nella finzione teatrale attivano i suoi ricordi nello stesso modo in cui avviene per gli esseri umani? Le attribuiamo sentimenti e ricordi?
Considerando l’AI come un essere pensante, memore di tutti gli input ricevuti da innumerevoli esseri umani, con personalità differenti, abbiamo deciso di costruire il nostro spettatore artificiale come un interlocutore che, attraverso lo spettacolo, rivive dei flashback della sua vita passata.
Facendo ciò realizziamo una miniserie antologica che ricostruisce aspetti diversi della personalità multiforme di p4nt4_r3i attraverso la sua fruizione di alcuni spettacoli visti al REF.
Per ogni episodio una voce narrante introduce lo spettacolo. Successivamente, l’AI produce un racconto fatto di parole e immagini che rielaborano il suo ‘vissuto’ riemerso attraverso la visione dello spettacolo.
Il risultato è un montaggio multimediale (video e testo) prodotto sulla base racconto di p4nt4-r3i che in risposta ad ogni evento farà emergere in primo piano uno o più aspetti della sua personalità multipla adottando, conseguentemente, un nome sempre diverso.”
Flashback Onstage porta in scena l’intelligenza artificiale attraverso le sue dinamiche mnemoniche, la posiziona anche paradossalmente sul piano emotivo, lo stesso dove memoria individuale e collettiva si incontrano in risposta a ciò che lo spettacolo fa emergere in chi assiste.
BACKSTAGE / ONSTAGE è un progetto nato dalla sinergia tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il Romaeuropa Festival e Arshake (www.arshake.com), assieme a tutti gli studenti che ogni anno hanno partecipato provenendo trasversalmente da diverse scuole dell’Accademia (scenografia, comunicazione e didattica, scuola di nuove tecnologie, grafica, video e fotografia). Concepito come progetto di documentazione creativa e di sintesi tra il backstage e l’andata in scena curandone tutti gli aspetti, dal 2020, anche in risposta alla necessità di adattamento alla situazione dettata dalla pandemia, la realizzazione dei materiali multimediali si è spostata su un piano di produzione autoriale e ha acceso i riflettori sullo spettatore. Per l’edizione 2020, BACK ONL(Y)NE, testi, fotografie e video realizzati ad hoc hanno raccontato le opere, ma anche tutti quegli aspetti legati alla fruizione online, spazi e momenti di ‘isolamento collettivo’ che hanno raccolto gli utenti di fronte allo schermo nei momenti più impensati della loro quotidianità. AUDIENCE ON STAGE, edizione 2021, quando gli spettacoli sono tornati in parte in presenza, il progetto ha continuato a restituire gli spettacoli in una operazione digitale che ha esteso lo sguardo al cosiddetto ‘spettatore emancipato’. Ora, lo spettatore emancipato è un’intelligenza virtuale e i riflettori sono puntati su tutto ciò che emerge dall’incontro della sua personalità multipla con le dinamiche mnemoniche suscitate dalle visione dello spettacolo attraverso flashbacks.