L’immagine cattura l’installazione Autonomy Cube di Trevor Paglen, una delle tante direzioni in cui si è esteso il concetto di scultura, in questo caso intesa per essere anche utilizzata. Si tratta infatti di un Wi-Fi hotspot da dover poter navigare Internet. Le peculiarità è che l’accesso va oltre la pellicola di navigazione gestita dal mercato e si connette al network Tor, un global network che favorisce lo scambio anonimo. Questo lavoro era in progetto di essere esposto al Museo MAXXI di Roma, nell’ambito della mostra «Please Come Back. Il Mondo come Prigione?» quando poi è stato dovuto escludere per motivi di sicurezza. Il conflitto tra libertà creativa e griglia politico-istituzionale è sempre aperto. Averlo però denunciato sul catalogo che accompagna la mostra (Mousse, 2017) è un passo avanti nel dibattito.
Trevor Paglen, Autonomy Cube, 2014, photo via