«Il ritratto è un quadro che si organizza attorno ad una figura» ha suggerito Jean-Marie Pontévia. Ma la figura, ovvero l’oggetto del ritratto «è in senso stretto il soggetto assoluto»(Nancy). A questo panorama linguistico, a questa parabola di antica memoria, Giuseppe Stampone ha dedicato, di recente, un progetto che interroga la natura stessa del ritratto, che mette sotto scacco la riproducibilità tecnica con lo scopo di ritornare alla vitalità, alla vivacità, all’oscura chiarezza dell’unicità.
Pensata per gli spazi della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, «Ritratti. Bic Data Blue», a cura di Giacinto Di Pietrantonio, propone, difatti, cento immagini strappate all’emorragia iconica di un motore di ricerca (alla velocità del network), Google più precisamente, per ritornare all’artigianale, all’origine della tecnica artistica, ad una fabula de lineis, al disegno. Ad un lavoro manuale (manuale e mentale per Stampone coincidono) che scava tra le trame di un genere artistico con la consapevolezza di «sottrarre l’immagine al proprio universo mediatico, per riportarla alla dimensione autoriale dell’artista».
Con questa nuova importante personale Stampone propone una sfilata di ritratti che raffigurano cento degli artisti internazionali più influenti d’oggi – tra questi sfilano i nomi di Ai Weiwei, William Kentridge, Matthew Barney, Marina Abramović, Shirin Neshat, Tony Cragg, Jannis Kounellis, Maurizio Cattelan ecc. – per porre l’accento su una linea estetica che, se da una parte si appropria del quotidiano, del pulsante e martellante presente, dall’altra apre «una riflessione sul significato del realizzare un ritratto oggi, sulla presenza e assenza del soggetto e sul valore del ritratto stesso, al fine di restituire non solo la personalità, ma anche il contesto all’interno del quale un soggetto opera» (Di Pietrantonio).
L’uso della penna bic, ancora una volta centrale nel suo lavoro, è metafora di felici ripensamenti estetici, di sterzate etiche dove l’indifferenza rassegna le dimissioni per assemblare unapolifonia visiva che non ammette anonimato, che finanzia l’attività critica, l’indipendenza culturale, il pensiero individuale.
«Giuseppe Stampone. Ritratti Bic-Data Blue», a cura di Giacinto di Pietrantonio, Gamec- Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, 5.06 – 27-07.2014
Immagini
(cover e 1) Giuseppe Stampone, Bic Data Blue, 2013-2014, 100 disegni a penna bic, 40×55 cm cad., courtesy l’artista e prometeogallery di Ida Pisani, Milano/Lucca, photo by Giorgio Benni (2) Giuseppe Stampone, Tony Cragg, courtesy l’artista e prometeogallery di Ida Pisani, Milano/Lucca, photo by Giorgio Benni.
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