Nel quadro delle manifestazioni legate alla Capitale Europea della Cultura 2022, lo ZKM è stato invitato da Esch2022 a progettare una mostra, allestita in un edificio industriale del Novecento, che offra una nuova visione della contemporaneità e renda tangibili i cambiamenti dell’identità. Ad ospitare la mostra è la “Möllerei”, un ex magazzino riconvertito a Esch Belval, che un tempo veniva utilizzato per stoccare le materie prime per la produzione di ghisa nei vicini altiforni.
Nel luogo in cui, su nastri trasportatori, binari e una gigantesca rampa, veniva trasportata la minette, il minerale ferroso della regione, ora si svela la leggerezza delle immagini cinematografiche digitali; gli ambienti un tempo pervasi da nuvole di polvere minerale adesso sono attraversati da onde sonore di musica elettronica.
Ventotto opere d’arte contemporanea realizzate da media artist di fama internazionale sono state installate in tutto l’edificio storico; il titolo della mostra è «Hacking Identity – Dancing Diversity». Video installazioni, proiezioni su schermi giganti, opere d’arte partecipative e oggetti scultorei concretizzano i fenomeni legati alla dissoluzione, trasformazione e duplicazione dell’identità. Sui tre piani della Möllerei, i visitatori potranno incontrare doppelgänger, avatar, figure iconiche del mondo del gaming, bizzarre creature fantascientifiche e immagini speculari sorprendentemente ambigue.
Gli artisti coinvolti nell’esposizione impiegano strategie di commento e defamiliarizzazione per sfidare le norme culturali dell’identità etnica, sociale e di genere, e se le opere realizzate possono risultare dissimili dal punto di vista formale, tutte incorporano la pratica artistica dell’ «hacking». Proveniente dal settore IT, questo termine ora ha una connotazione positiva nella cultura digitale popolare, e designa i metodi creativi che permettono di superare le restrizioni d’uso. Applicato al potere della definizione e alle norme culturali, l’hacking descrive anche delle forme sperimentali di azione per il cambiamento. Poiché le realtà sociali e i modelli aspirazionali in particolare riflettono i messaggi codificati dai produttori di contenuti media, gli artisti partecipanti esplorano il modo in cui i media influenzano i processi di identificazione, dal culto della personalità all’emancipazione, dall’imitazione e all’ironizzazione.
«Diversità» è la parola d’ordine nel dibattito sociale attuale sulla rappresentazione, la partecipazione e il riconoscimento delle minoranze. Interessi diversi e voci molteplici possono, tuttavia, restringersi in linee inflessibili di confronto politico identitario. Partendo dalla premessa umanitaria che la diversità (dal latino diversitas, «differenza», «contraddizione», «varietà») è un catalizzatore essenziale per uno sviluppo culturale attivo, «Dancing Diversity» apre uno spazio di immaginazione poetica. Le dinamiche di sovranità si riflettono nei processi di appropriazione di ciò che sta emergendo e di ciò che è già emerso, combinando la produzione del soggetto con quella degli altri. La metafora della danza illustra l’interazione di forme individuali e istituzionali di coesione sociale.
Con questa mostra che, attraverso la media art, trasmette i concetti di responsabilità nei confronti dell’apertura democratica e motivazione a intervenire per il cambiamento, la Möllerei si presenta come spazio dedicato alle nuove idee sulla comunità europea e a un’interculturalità compiuta.
(dal comunicato stampa)
Hacking Identity – Dancing Diversity, a cura di Anett Holzheid e Peter Weibel,ZKM. Center for Art and Media, Karlsruhe, 27.02 – 15.05.2022
Kateryna Borovschi (ES), Ludger Brümmer (DE), Saddie Choua (BE), Nadim Choufi (LB), Danica Dakić (DE), Margret Eicher (DE), Thomas Feuerstein (AT), Chiara Fumai (IT), Christoph Girardet (DE) & Matthias Müller (DE), Daniel Heiss (DE), Hanna Haaslahti (FI), Délio Jasse (IT), Marc Lee (CH), Marie-Luce Nadal (FR), onformative (DE), Dennis Oppenheim (US), Wong Ping (HK), Jonathan Rescigno (FR/DE), rosalie (DE), Lázaro Saavedra (CU), Tristan Schulze (DE), Christa Sommerer (AT) & Laurent Mignonneau (AT), Lu Yang (CN), Virgil Widrich (AT)