Dal 22 aprile al 25 giugno gli spazi dell’hub culturale di Bergamo ospitano il CORPO ETERNO. L’olfatto come laboratorio del potere, fra crisi ecologica e transumanesimo”, progetto a cura di Elena Giulia Abbiatici promosso da DASTE Bergamo in collaborazione con MO.CA – centro per le nuove culture in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. In mostra lavori di Peter de Cupere, Caflo Yrot, Paul Vanouse, Leanne Wijnsma e Where Dogs Run, artisti che hanno aperto chiarimenti critici e cortocircuiti estetici sulla violenza ambientale e sul controllo biopolitico a cui i nostri corpi, per il tramite olfattivo, sono indirettamente sottoposti.
Se da un lato l’espansione sensoriale è sempre stata di pertinenza dell’opera d’arte, dall’altro il progetto cerca di colmare una lacuna nell’ambito della ricerca artistica e della sensibilità comune sviluppando un focus sul ruolo che l’olfatto ha ricoperto e ricopre negli esercizi di potere e nella progettualità artistica contemporanea.
Il progetto vuole attivare una riflessione sulla possibilità di estendere la nostra consapevolezza nell’atmosfera nella quale siamo immersi approfondendo le guerre chimiche a cui siamo sottoposti ogni giorno per l’abuso di sostanze inalate nell’aria e comunemente accettate come smog, rifiuti, scarichi industriali e automobilistici. Si spinge poi a studiare come gli odori servano il capitalismo della sorveglianza, anche ripristinare una relazione con odori del corpo a lungo soggetti a censura in epoca moderna e coloniale, per ragioni razziali e classiste. Il linguaggio olfattivo ha svolto, e continua a svolgere, una funzione decisiva nella costruzione di comunità e spazi relazionali: esso costituisce, nell’affermazione o nella negazione che ha subito, uno strumento di costituzione e/o discriminazione delle soggettività e del corpo collettivo.
Infine, se l’olfatto è sempre stato considerato il senso più spirituale fra tutti i sensi, viatico per favorire l’immortalità nella trascendenza corporea, le forme sempre più pervasive di computerizzazione ci spingono a interrogarci sul ruolo che algoritmi e dati applicati al design dell’olfatto ricoprono nella tensione con l’eternità, sia essa biochimica o delegata ai dati.
Il percorso della mostra si apre con le opere di Peter de Cupere: Smell of War (2015), Smoke Flower (2017) e Organ Flowers (2013). Le provette di odori della guerra di Peter de Cupere rievocano la componente olfattiva delle guerre fisiche e chimiche, portando l’attenzione al paradosso in cui viviamo di tacita accettazione degli inquinanti chimici che quotidianamente respiriamo e di allontanamento, in accordo con lo stigma socio-culturale del cattivo gusto, dagli odori del corpo. Il fiore che emette fumo, Smoke Flower, rimarca il paradosso degli ambienti olfattivi delle nostre città, immersi in scarichi industriali qui rigettati dal fiore come a vendicarsi dell’attività umana. L’artista porta in mostra anche alcuni disegni a pastello e carboncino Organ Flowers, composizioni raffinate e sinuose di organi fiorenti, per evocare, al contrario, un riavvicinamento alla componente olfattiva dei nostri corpi e riaffermare la splendida vitalità di una naturale sensorialità. Dalla Collezione di Peter de Cupere, saranno esposte due piccole opere Le parfume de sang di Caflo Yrot (1874 – 1970, UA), medico, interprete e insegnante, nel tempo libero artista, fortemente interessato al corpo e ai profumi del corpo umano, in particolare al profumo del sangue, che considerava il più personale di tutti. Per Caflo Yrot il sangue era il profumo della vita. Per poter percepire l’odore del sangue, gli venne l’idea di una pompa di profumo collegata a un ago. Pungendo il corpo e disperdendo il sangue sulla pelle, si poteva sentire il profumo della propria vita. Un’idea molto audace per l’epoca, che qui, ancora una volta, per il tramite dell’odore del sangue, ripensa la matrice eterna della vita.
La mostra prosegue con l’installazione multisensoriale Labor di Paul Vanouse (2019), artista americano e direttore del Coalesce Center for Biological Art dell’Università di Buffalo. Utilizzando tre bioreattori, ciascuno per un tipo di batteri – Staphylococcus epidermidis, Corynebacterium xerosis e Propionibacterium avidum – l’artista ricrea l’odore delle persone che si esercitano in condizioni di stress, ansia e sforzo, immaginando l’odore del sudore come fosse un odore passato, scomparso a causa di attività sempre più computerizzate e ricreato nostalgicamente in laboratorio. Se da un lato l’intenzione del lavoro è anche quella di forzare odori che sono stati classificati e razzializzati nel regno dell’alta cultura, l’opposto dell’estetica occidentale del buon gusto, dall’altro ci invita a riflettere sul ruolo dei microbi e dei batteri nei processi biologici del nostro corpo, nel nostro sistema immunitario, digestivo ed emotivo, e sulla resistenza antibiotica a cui ci ha portato l’abuso di antibiotici. In mostra vengono presentate le stampe di alcune t-shirt sottoposte al processo bioreattivo, ritratti di future narrazioni intime, e un video documentativo dell’opera processuale.
Le opere di Leanne Wijnsma (NL) & Froukje Tan (NL) e Where Dogs Run (RU) invece attivano una visualizzazione della macchina capitalista attraverso il design dell’olfatto.
Smell of Data (2014) è il titolo del lavoro di Leanne Wijnsma & Froukje Tan, di cui Daste presenta il film, che narra lo sviluppo dello smell device messo a punto dalla designer Leanne Wijnsma e dalla regista Froukje Tan per allertare istintivamente gli utenti internet di fughe di dati dai propri dispostivi personali.
L’olfatto ha aiutato i primi esseri umani a sopravvivere. Ma ora che la caccia e la raccolta si sono spostate nell’ambiente digitale, il nostro naso non è più in grado di avvertirci dei pericoli in agguato nella selva online. L’ispirazione per questo lavoro è fortemente guidata dalla aggiunta per cui si optò dell’odore del mercaptano al gas: il gas infatti è una sostanza pericolosa senza odore. Allo stesso modo anche i dati non hanno odore. Come dimostrano i recenti episodi di violazione della privacy, le fughe di dati possono avere gravi conseguenze. Partendo da questa connotazione, Wijnsma ha sviluppato Smell of Data, e ha scelto di usare l’olfatto, perché è direttamente collegato al cervello e può richiamare l’azione quasi istantaneamente. Il design del profumo è stato realizzato in collaborazione con l’azienda Scent Air. Dopo un lungo studio sugli effetti di varie fragranze e numerosi test sulle essenze, è stato proposto un profumo adatto alla segnalazione dei dati. Questa nuova fragranza contiene essenze di iodio (un profumo un po’ metallico che si associa ai dati e alla tecnologia) ed essenze di agrumi (noti per favorire la reazione).
Infine, Where Dogs Run Group è un collettivo di artisti fondato nel 2000 a Yekaterinburg, in Russia, da quattro artisti: Olga Inozemtseva, Alexey Korzukhin, Vladislav Bulatov e Natalia Grekhova. In Faces of Smell, Where Dogs Run suggeriscono come l’olfatto possa diventare uno strumento di controllo biometrico nelle mani del potere. La sorveglianza governativa può utilizzare gli odori del corpo e il nostro respiro per il tracciamento biometrico dei cittadini, andando oltre le impronte digitali, il riconoscimento facciale e i controlli della retina, ecc. Nei tubi che fanno parte dell’installazione Faces of Smell (2012) sono collocati rilevatori e analizzatori di gas per raccogliere informazioni sulle persone, sulla loro posizione e sulla loro biologia in un momento preciso attraverso il loro odore e il loro respiro.
Quando una persona si avvicina all’analizzatore di gas e annusa i tubi, questi ultimi annusano a loro volta. Una volta elaborati i dati sulla composizione dell’aria, questi vengono compilati e producono un volto – un testimone della posizione, della forma e dei tratti facciali in quel particolare momento.
In breve, una persona vede un volto conforme al proprio odore, esattamente in linea con le attuali esigenze di tracciamento continuo. Il capitalismo della sorveglianza viene analizzato anche attraverso la progettazione dell’odore e delle relative esplorazioni da esso innescate.
I volti visualizzano le informazioni catturate attraverso il nostro respiro e il nostro odore. Questo fa notare come l’olfatto e il respiro, nella loro ovvia invisibilità, possano diventare il terreno preferito del capitalismo della sorveglianza, ora che l’industria dei sensori olfattivi artificiali si sta sviluppando intensamente.
La sensibilità olfattiva digitale sta aumentando e stanno comparendo sistemi ibridi che combinano capacità sensoriali biologiche ed elettroniche, anche se, allo stesso tempo, l’olfatto è ancora così complesso da misurare, decodificare e riprodurre, perché potenzialmente soggetto a letture fallaci e illusorie.
(dal comunicato stampa)
Il Corpo Eterno. L’olfatto come laboratorio del potere, fra crisi ecologica e transumanesimo, a cura di Elena Giulia Abbiatici, Daste – Bergamo, 22.04 – 25.06.2023
Il 29 e 30 aprile MO.CA Brescia ospiterà i diversi appuntamenti del public program che dal riflettere sull’abuso che il nostro sistema olfattivo riceve a causa dell’inquinamento ambientale, vuole spingersi a riabilitarne il ruolo nei processi neurologici e sociali, attraverso percorsi di training olfattivo, e forme di digitalizzazione sensoriale in grado di potenziare le capacità umane al di là dell’individuo. Fra gli ospiti Anna Barbara con Collettivolfattivo, Jas Brooks, Francesca Faruolo, Moon Ribas, Luca Vitone e Tania Gianesin, Giovanna Zucconi. Potete trovare qui tutte le informazioni dei programmi e le prenotazioni.
Il progetto è stato vincitore dell’Italian Council (IX edizione 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
immagini (cover 1): WhereDogsRun, Faces of Smell, installazione, 2012 (2) Peter DeCupere,«Lungs Flower», 2013, pastello, carboncino, matite colorate (3) PeterDeCupere, «Olfabetby» (4) Paul Vanouse, «Labor», installazione multi-sensoriale (dettaglio), Burchfield Penny Art Gallery, Buffalo, NY. 2019, ph: Tullis Johnson (5) Leanne Wijnsme, Froukje Tam, «Smell of Data 01”, 2014 (6) CafloYrot, «Le Parfum de Sang1 (the perfume of blood)», 1899