Lo Stedelijk Museum di Amsterdam presenta una mostra antologica di ZERO, l’innovativo network internazionale di artisti d’avanguardia. Negli anni ’50 e ’60, questa nuova generazione di artisti si rese protagonista di una fase di sperimentazione contraddistinta dall’impiego di mezzi espressivi e materiali radicali e innovativi. Reduci dagli anni cupi e pervasi di pessimismo della seconda guerra mondiale e del periodo post-bellico, i membri di ZERO lottarono per dare all’arte un nuovo futuro. ZERO è noto come il più grande network di artisti della storia dell’arte, un fenomeno distintosi per ottimismo, energia positiva e dinamismo.
Nel 1962, lo Stedelijk organizzò la prima presentazione museale di ZERO. Qualche anno più tardi seguì un’antologica più ampia, Nul 1965, generalmente considerata come uno dei punti più alti raggiunti dal movimento. Oggi, 50 anni dopo, lo Stedelijk è orgoglioso di presentare una retrospettiva storica che fa luce sulle modalità impiegate dagli artisti del network-fra i quali ricordiamo Armando, Heinz Mack, Henk Peeters, Otto Piene, Jan Schoonhoven, Günther Uecker, Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni, Jean Tinguely e Yayoi Kusama – per ridefinire il significato e la forma dell’arte.
Beatrix Ruf, direttrice dello Stedelijk Museum, dichiara: «Sono estremamente orgogliosa dello stretto legame che unisce questo network sperimentale alla storia dello Stedelijk Museum e di come questo progetto di ricerca davvero unico ci consenta di vedere e apprezzare la nostra straordinaria collezione di opere di ZERO attraverso una prospettiva più ricca e profonda.» (tradotto dal comunicato stampa)
ZERO
Al termine della seconda guerra mondiale, dopo gli anni bui della ricostruzione post-bellica, un gruppo di giovani artisti si riunì con l’obiettivo di dare all’arte un nuovo futuro. Spinti dal desiderio di cercare nuove, radicali modalità di fare arte, i membri del movimento condividevano un approccio ottimistico, sperimentale e pionieristico. Gli artisti di ZERO erano appassionati di tecnologia e materiali moderni, ed attratti dalla forza della natura e dal cosmo. Il movimento rifiutava l’espressionismo astratto dell’arte dell’epoca e l’idea tradizionale del pittore che ricorreva alla «gestualità del pennello» per esprimere sensazioni personali e soggettive. Gli artisti di ZERO crearono dipinti monocromatici dalle sfumature brillanti. La prevalenza delle monocromie del bianco divenne il tratto distintivo del network artistico, che si cimentò però anche in varie sperimentazioni con oggetti comuni come chiodi, batuffoli di cotone, piume, monete, pneumatici di autoveicoli e casse di birra. Effetti spettacolari vennero ottenuti «dipingendo» con il fuoco e il fumo, scoccando frecce sulle superfici, effettuando incisioni nelle tele, o utilizzando superfici riflettenti che producevano giochi di luce. Equipaggiate con piccoli motori, le opere d’arte prendevano vita, muovendosi, sferragliando e persino esplodendo. I lavori realizzati con materiali piacevoli al tatto come il cotone e il velluto invitavano i visitatori a toccare le opere. La partecipazione del pubblico aveva un ruolo cruciale nell’ambito delle performance e degli eventi organizzati dagli artisti. Strade di città o vasti panorami fornivano lo sfondo alle manifestazioni.
Con ZERO emerse una nuova tipologia di artista, vestito in giacca e cravatta, esperto di strategie mediatiche e fervente promotore dell’arte e delle idee artistiche del movimento. Grazie a questo “nuovo artista” è stato possibile preservare un vasto patrimonio documentario che include performance, mostre e altri progetti. Nella mostra, i visitatori scopriranno un’ampia gamma di bozzetti preliminari, progetti, foto degli artisti al lavoro, filmati delle performance e vecchie riprese televisive, che insieme danno vita alle idee di ZERO. (tradotto dal comunicato stampa)
Zero Let us explore. La mostra è curata da Margriet Schavemaker, 04.07-08.11.2015
immagini (cover – 1) ZERO – Let Us Explore the Stars, Stedelijk Museum Amsterdam, 2015, installation view. Photo: Gert Jan Van Rooij (2) ZERO – Let Us Explore the Stars, Stedelijk Museum Amsterdam, 2015, installation view. Photo: Gert Jan Van Rooij. (3) ZERO – Let Us Explore the Stars, Stedelijk Museum Amsterdam, 2015, installation view. Photo: Gert Jan Van Rooij.