La scenografia contemporanea offre spettacoli inaspettati, formule creative che assorbono le nuove tecnologie per costruire inediti e piacevoli stratagemmi linguistici i cui risvolti illuminano di nuova luce il mondo del teatro e della lirica. Del resto, si sa, già con un movimento indimenticabile, il Futurismo appunto, la dimensione tradizionale del palcoscenico è tagliata da un nuovo teatro totale (1933) dove, a detta di Marinetti, è possibile trovare «una perfetta organizzazione collaborante di cinematografia, radiofonia, telefono, luce elettrica, luce al neon, aeropittura, aeropoesia, tattilismo, umorismo e profumo».
Il Rigoletto di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, opera tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (e come non ricordare ancora una volta Marinetti impegnato, nel 1909, a Torino, con La donna è mobile, versione italiana delle sue Poupées electriques?), proposto a Macerata per aprire la 51. Stagione Lirica dell’Arena Sferisterio, mostra, accanto ad una serie di attraenti, fluide e dinamiche riorganizzazioni dei tre atti di cui è composto, un contesto la cui illuminazione, come una deuteragonista silenziosa che invade con prepotenza la scena, ha acceso – illato lumine suggerirebbe Ovidio – ogni singolo sentimento dei protagonisti (meravigliose le voci di Gianluca Buratto nei panni di Sparafucile e di Jessica Nuccio in quelli di Gilda – l’interpretazione migliore quella di Rigoletto, Vladimir Stoyanov) per accompagnare l’intero spettacolo.
Nel primo atto, ad esempio, il canto d’amore della solitaria Gilda («Col pensiero il mio desir / a te sempre volerà, / e fin l’ultimo sospir, / caro nome, tuo sarà» è un periodo avvincente) è affiancato da una luce sentimentale, da un mondo fioco infiammato dalla luce fragile di un lampione, da quella fatina dell’elettricità che spinge l’antico verso la modernità. L’ambientazione, firmata dal regista fiorentino Federico Grazzini (l’allestimento è di Leo Muscato), invita, infatti, immediatamente, tra i rottami di un LunaPark di periferia dove, gli ultimi fra gli ultimi della società, accanto ai potenti di turno, sono rischiarati da sapienti espedienti illuminotecnici (l’addetto alle luci è Alessandro Verazzi) per consumare un gioco crudele che si perde tra le cose di oggi, di ieri, di domani.
immagini (all) Rigoletto – Vladimir Stoyano – Rigoletto -Tabocchini. (2) Rigoletto – Vladimir Stoyanov, JessicaNuccio – Rigoletto Gilda-Tabocchini (3) Rigoletto-Vladimir Stoyanov-Rigoletto-Tabocchini