Fu l’epistemologo Thomas S. Kuhn nel suo libro più famoso, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, ad indicare che la scoperta comincia con la presa di coscienza di un’anomalia rispetto alle aspettative, che viene esplorata finché la teoria paradigmatica non viene riadattata, e ciò che era anomalo si trasforma in normalità. Esiste, dunque, un legame di continuità fra scienza e rivoluzione, nel senso che lo scienziato opera sempre all’interno di una cornice di riferimento riconosciuta e apparentemente solida, fino ad individuare il limite e a superarlo con un adattamento teorico, alimentando dunque il seme del cambiamento verso una nuova rivoluzione.
Seguendo il pensiero di Kuhn, anche il mondo dell’arte può dirsi scandito da brevi momenti di rivoluzione, Manifesti o Secessioni, a cui si alternano lunghi periodi di “accademismo”, che, riproducendo certi principi compositivi o teorici, stimolano a loro volta un cosiddetto “punto di svolta” sul piano culturale.
Le opere presenti in mostra sono accumulate perciò da un pensiero anti-passatista, inteso non tanto come rifiuto del passato quanto piuttosto come rilettura obiettiva della storia, lontano da riferimenti ideologici pretestuosi, per proiettare la prassi artistica su tematiche più universalistiche attinenti il mutamento e la trasformazione, componenti ultimi e soluzione del reale.
La mostra collettiva Il paradigma di Kuhn riunisce le opere di 19 artisti, dilatandosi in due sedi e in due momenti diversi: il primo atto ha inaugurato lo scorso 20 gennaio alla galleria FuoriCampo di Siena, il secondo atto il 27 gennaio negli spazi di Studio O2 a Cremona, un ex edificio industriale gestito da un gruppo di giovani ingegneri, (estratto dal comunicato stampa)
Paradigma di Kuhn, progetto di Ettore Favini, Esther Biancotti e Jacopo Figura con un testo di Rossella Farinotti
Primo atto: Galleria FuoriCampo di Siena (fino al 31 marzo) | Secondo atto: StudioO2, Cremona (fino al 28 febbraio)
Artisti: Marco Basta, Thomas Berra, Alessandro Biggio, Andrea Bocca, Pamela Diamante, Antonio Fiorentino, Mafalda Galessi, Corinna Gosmaro, Helena Hladilovà, Vincenzo Napolitano, Dario Pecoraro, Alessandro Polo, Gianni Politi, Agne Raceviciute, Stefano Serretta, Namsal Siedlecki, Luca Trevisani, Serena Vestrucci, Mauro Vignando.
immagini: (cover 1) Stefano Serretta, Forever, 2017, neon (2) Pamela Diamante, Black Mirror n2_n3, 2017, Liquid Crystal Display, ferro zincato con verniciatura a polvere, 83 x 36 cm. cad (3) Thomas Berra – Studio Tondo per Vagabonde – Pastello e acquerello su carta – 2017 – 18 x 18 – ph. Marco Fava – courtesy Placentia Arte (4) Marco Basta, Mississippi, 2016, ceramica smaltata (5) Pamela Diamante_2015 ph Serena Zanchi