Il 12 giugno, 2014 la DIA Art Foundation lancia il nuovo progetto per le commissioni web, questa volta affidato a Iñaki Bonillas. La giovane fotografa d’arte cubana ha scelto di condividere con il mondo il lavoro del proprio nonno, a sua volta fotografo, il quale ha prodotto nell’arco della propria esistenza un archivio straordinario composto da oltre 3800 scatti. Bonillas ha scelto di digitalizzare questo tesoro e nel farlo ha iniziato a manipolare, osservare, entrare in contatto con la varietà dei soggetti, la mutevolezza di formati e materiali, la testimonianza di un passato vicino eppure, come sappiamo, all’apparenza preistorico. Dalle immagini sono scaturite parole, creando una connessione ad un altro livello, tra due epoche e generazioni diverse, tra pubblico e privato, tra tangibile e virtuale. Lentamente ha preso forma il progetto dell’artista, intitolato in un secondo momento Words and photos proprio in virtù di quello che le immagini hanno il potere di richiamare alla mente di ognuno di noi, libere da vincoli e nessi logici, una sorta di metaforico specchio.
Il mastodontico lavoro che c’è dietro al progetto Words and photos – presentato sulla piattaforma virtuale del Dia il 12 giugno 2014 – è durato anni ed è stato cominciato nel 2003. Oggi, semplicemente accedendo al sito, ci è data la possibilità di digitare o scegliere dall’elenco disponibile una parola, ed essa verrà associata ad un’immagine ogni volta diversa, per ognuno dei 3800 scatti realizzati in vita da Plaza, grazie al lavoro di sua nipote. Attraverso la sua dedizione e grazie al web, ci vengono forniti nuovi spunti per esplorare un progetto artistico attraverso tutte le possibili e soggettive associazioni mentali.
La DIA Art Foundation
Venticinque anni fa New York ha avuto il privilegio di ospitare la prima sede di una grande istituzione del mondo dell’arte contemporanea, fortemente voluta da Philippa de Menil e Heiner Friedrich e battezzata con il nome di Dia Center for the Arts. Non si tratta di un acronimo, bensì di una traduzione della parola «attraverso» dal greco antico διά, una sorta di pensiero rivolto alla grandiosità del passato e contemporaneamente a progetti futuri altrettanto imponenti. Questo termine racchiude l’essenza della fondazione, la mission con la quale è stata inaugurata e tramite cui sono nate sedi in tutti gli USA e oltre, grazie alla realtà virtuale. Infatti, il Dia Center for the Arts è nato come realtà «attraverso» cui gli artisti contemporanei potessero realizzare – fisicamente e concettualmente – progetti grandiosi altrimenti impossibili da collocare all’interno di strutture museali. Un esempio su tutti, il celebre lavoro di Walter De Maria dal titolo The Lightening Field (1977), fisicamente tradotto in 400 pali di acciaio inox collocati in una vasta zona del deserto del Nuovo Messico. Essendo una realtà innovativa e nata per supportare le esigenze degli artisti contemporanei, non stupisce come il Dia Center nel 1995 abbia aperto un proprio sito internet – www.diaart.org – e che sia stata la prima fondazione a spingere gli artisti ad usare il web come medium, esplorandone le potenzialità estetiche e concettuali. In molti, anche non soliti utilizzare la realtà virtuale come espressione della propria arte, hanno accettato l’invito ed oggi i loro web projects sono fruibili attraverso il sito della fondazione.
immagini (all) Screenshot of Iñaki Bonillas, Words and Photos (2014). Courtesy the artist, Dia Art Foundation.