Per un museo della polvere, è questo il titolo dell’installazione di Gian Maria Tosatti al Museo Archeologico di Salerno, terzo appuntamento del progetto «Tempo Imperfetto», a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani.
Parte di un ciclo di opere e interventi con cui l’artista interroga l’archeologia del presente e la nostalgia del futuro, mirando a conservare, a preservare e a ripensare l’attualità attraverso le stratificazioni del passato, Per un museo della polvere, il progetto realizzato da Gian Maria Tosatti per gli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, muove da un discorso orientato a decifrare e a condensare in reliquia la contemporaneità. Allacciandosi a La Peste, primo step del ciclo espositivo Sette Stagioni dello Spirito – a cura di Eugenio Viola – tenutosi negli spazi della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, nella zona dei Banchi Nuovi a Napoli, Tosatti propone a Salerno un lavoro che, scrivono i curatori, «se da una parte mostra una solida passione del reale (Badiou), dall’altra tende a «creare storia con gli stessi detriti della storia» (Benjamin) adottando l’approccio archeologico proposto da Giorgio Agamben, lettore e interprete di Michel Foucault, per rappresentare uno spazio utile a leggere l’oggetto stesso di un sapere che, lo suggerisce Foucault nel suo volume L’archéologie du savoir (1969), tende a ricercare e a interrogare l’attualità mediante un dispositivo che getta sul passato l’interrogarsi sul presente».
Composto di una base in legno lavorato e dorato, una teca in plexiglass riempita di polvere – di una «sostanza del presente prima ancora di essere residuo del passato» (Tosatti) – e una struttura metallica che sigilla l’intero contenitore, La mia parte nella seconda guerra mondiale decontestualizza archeologicamente i residui ritrovati nell’antica chiesa per collocarli in un luogo deputato e custodito, per spostare e depositare in un raccoglitore il detrito storico, la mole indigesta, il rimasuglio di una storia illeggibile ma intellegibile. «La polvere» suggerisce Tosatti, «è un elemento con cui mi trovo sempre a fare i conti, perché è ciò che conserva, come una coltre, i luoghi dimenticati che, come lo Stalker di Tarkovskij, vado a riattivare con la mia presenza in quanto artista. […]. È l’elemento attraverso cui, si scrive una storia, […] è l’elemento che definisce spesso una grandezza temporale e il suo contenuto in termini storici, o meglio, in termini di Storia e di storie. Saper districare le trame di questo romanzo è ciò che ho fatto […]» e, «in fondo, è quel che faccio ogni volta».
Gian Maria Tosatti • Biografia
Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) dopo gli studi ed una attività di ricerca nel campo performativo, presso il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera, si trasferisce a Roma per intraprendere un percorso artistico nel territorio di connessione tra architettura e arti visive realizzando principalmente grandi installazioni site specific. Sono frutto di questa ricerca tutte le opere successive, installative e fotografiche, oltre ai due progetti: Devozioni e Landscapes, realizzati in collaborazione con la Fondazione Volume!. Il primo è un ciclo di dieci grandi installazioni per spazi architettonici particolari, il secondo è un percorso di arte pubblica legato ai luoghi di conflitto urbano.
Attualmente la ricerca dell’artista è legata a tre nuovi progetti, Fondamenta, basato sull’identificazione degli archetipi dell’era contemporanea, Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta, ciclo dedicato agli enigmi che risiedono nella memoria personale e alle tracce che gli uomini lasciano alle loro spalle, e le Sette Stagioni dello Spirito, una indagine mirata a comprendere i limiti del bene e del male nell’uomo.
Oltre all’attività artistica Tosatti è giornalista ed è stato direttore del settimanale di cultura «La Differenza». Ha fatto parte del team di direzione del centro culturale indipendente Angelo Mai di Roma. Nel 2011 ha curato l’ideazione e la direzione del progetto RELOAD, prototipo d’intervento culturale urbano sull’uso temporaneo di spazi improduttivi (www.reloadroma.it).
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Gian Maria Tosatti, Per un museo della polvere, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani, Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d’Arte Contemporanea, in collaborazione con la Provincia di Salerno e con il Comune di Salerno, soci fondatori della Fondazione, Museo Archeologico Provinciale di Salerno (in via San Benedetto, 28). Opening: mercoledì 10 settembre alle ore 18.00 (10.09 – 10.10.2014). In occasione dell’inaugurazione della mostra l’artista sarà coinvolto in una conversazione critica dedicata alla sua ricerca e alle ragioni che hanno guidato la realizzazione del progetto realizzato per il Museo Archeologico Provinciale. Il progetto «Tempo imperfetto» si avvale del patrocinio del DISPAC – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno e dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Sponsor tecnici: Associazione ArteXa e Fonderie culturali.
immagini (1 cover) Gian maria Tosatti, Il mio ruolo nella Seconda Guerra Mondiale – studio, 2014, matita e acquerello su carta, 42×29,7cm, quarto progetto del ciclo Tempo Imperfetto della Fondazione Filiberto Menna (Salerno) organizzato nel Museo Archeologico Provinciale di Salerno, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani, courtesy dell’Artista e Fondazione Filiberto Menna (Salerno-Roma).