In occasione di Romaeuropa Festival: DIGITALIVE18, Kamilia Kard ha esteso la sua ricerca multimediale all’esperienza virtuale. Da queste premesse è nata Untitled, la sua prima installazione di VR. L’artista, docente e curatrice italo-ungherese gioca con i luoghi comuni del web e li inserisce in un linguaggio creativo che comprende diverse forme espressive, come net art, installazione, scultura. Con un linguaggio derivato dalla comunicazione digitale, Kamilia Kard rende palpabile una realtà virtuale dove busti scultorei e altre creature dall’ossatura html si muovono all’interno di un visore che presta i suoi occhi di vetro a uno spettatore alla volta. Mentre il visore consentiva agli occhi di perdersi nella contemplazione di un mondo ‘altro’, un telecomando permetteva di agire sull’ambiente, usando i pulsanti per dare impulsi ad una mano tridimensionale che spostava oggetti, li sollevava, li buttava. L’ospite della realtà virtuale perdeva il senso dello spazio ‘attuale’ mentre la sua gestualità osservata dal pubblico nello spazio fisico, diventava performance. La doppia modalità di fruizione crea uno spazio in cui reale e virtuale si sovrappongono in uno strano effetto di spaesamento e sdoppiamento.
Combinando un’iconografia tradizionale con un immaginario Vaporwave, Kamilia Kard ha creato un universo visivo che rimanda alla complessa interrelazione tra immagine e identità nell’era del digitale. Kard confronta e modella le nuove tecnologie per investigare nozioni di comunicazione, di relazione e di costruzione visiva in un mondo dove l’identità propria e altrui è mediata da una moltitudine di immagini standardizzate dai social media e dalle varie piattaforme online che si presentano come siti di costruzione dell’io. L’opera di Kamilia Kard spiazza la distinzione tra reale e virtuale, instaurando un insolita percezione del sé diviso tra corpo e mente, tra qua e là, tra assente e presente.
L’installazione VR di Kamilia Kard era ospitata dal cosiddetto Acquario, spazio all’interno del Mattatoio delimitato da pareti di vetro. Al centro dell’Acquario, un tappeto nero delimitava una zona intermedia, una soglia in cui si accostavano il mondo reale e quello digitale. Accanto ad oggetti tangibili quali la scultura di un busto stampata in 3D, due sculture digitali occupavano lo spazio schermico di un televisore e di un Ipad appoggiato su dei cuscini.
Al centro del tappeto, un quadrato bianco marcava la soglia di un altrove intangibile, uno spazio surreale simile a un quadro di De Chirico, in cui oggetti che riprendono l’iconografia della classicità, prendono vita su uno sfondo bianco attraversato da una striscia nera che dava prospettiva al paesaggio virtuale. Dal 4 al 7 ottobre, gli spettatori di Digitalive erano invitati a percorrere questa stratificazione di spazi sovrapposti in un’esperienza spiazzante che poteva cambiare di volta in volta, in base alle scelte ed azioni di ognuno.
Sofia Dati
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato 24 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del DIGITALIVE18, nuovo format dedicato all’arte digitale curato da Federica Patti e parte del Romaeuropa Festival. Gli articoli, pubblicati con cadenza settimanale, costruiscono la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. La struttura dei contenuti è stata concepita su ispirazione della Metodologia del Progetto di Antoni Muntadas, come proposto da Valeriana Berchicci.
immagini: (cover -1-2-3-4) Kamilia Kard, «Untitled», DIGITALIVE18, Mattatoio, Roma, photo: Maria Giovanna Sodero, Eleonora Mattoni realizzate per il progetto BACKSTAGE /ONSTAGE, sinergia tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, con il supporto di Arshake (5) Kamilia Kard, «Untitled», DIGITALIVE18, Mattatoio, Roma, photo: Aleandro Sinatra realizzate per il progetto BACKSTAGE /ONSTAGE, sinergia tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, con il supporto di Arshake (6) Kamilia Kard, «Untitled», DIGITALIVE18, video documentazione di Alex Fanelli e Ambra Lupini