Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro è la personale di Luca Pancrazzi ospitata dallo spazio milanese Assab One e curata da Pietro Gaglianò. Opere inedite e disegni, oggetti, sculture, foto e diapositive, ritagli di giornale, feticci riemersi dall’archivio, un film e un lungo fregio, sono messi in gioco per analizzare il tema del viaggio, del paesaggio, dell’archivio, del tempo. «L’artista (sempre da immaginare mentre porta con sé la propria mappa fenicia, che contiene oggetti e intanto guida il viaggio per il quale viene compilata) mette in campo due tensioni: la sintesi tra il mezzo e la visione, attraverso la quale l’arte manifesta se stessa, e l’apertura della percezione in uno sviluppo analitico, che esalta e amplifica la possibilità di significazione del lavoro, sul piano formale, sensibile, culturale» (Pietro Gaglianò).
Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro è la personale di Luca Pancrazzi ospitata dallo spazio milanese Assab One e curata da Pietro Gaglianò. Opere inedite e disegni, oggetti, sculture, foto e diapositive, ritagli di giornale, feticci riemersi dall’archivio, un film e un lungo fregio, sono messi in gioco per analizzare il tema del viaggio, del paesaggio, dell’archivio, del tempo. «L’artista (sempre da immaginare mentre porta con sé la propria mappa fenicia, che contiene oggetti e intanto guida il viaggio per il quale viene compilata) mette in campo due tensioni: la sintesi tra il mezzo e la visione, attraverso la quale l’arte manifesta se stessa, e l’apertura della percezione in uno sviluppo analitico, che esalta e amplifica la possibilità di significazione del lavoro, sul piano formale, sensibile, culturale» (Pietro Gaglianò).
Il titolo della mostra è quello del film che viene presentato qui per la prima volta, un piano sequenza monumentale di un disegno lungo 35 metri. Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro si riferisce alla continua attività dello sguardo e alla sua attenzione sulle forme del paesaggio, talora interferita e deviata dalle richieste interiori di sintesi, dai processi di traslazione che subiscono anche i condizionamenti del medium prescelto. «Una linea d’orizzonte – così spiega Gaglianò nel testo critico – si svolge lungo otto ore di piano sequenza che riprende un disegno tracciato su un rotolo di carta per scontrini fiscali. Scorre un paesaggio continuo fatto di segni sovrapposti: il viaggio ondivago lungo una strada peri-urbana, scandita dalla verticalità dei lampioni, caseggiati e radi gruppi di alberi. Il film rivela l’errore del segno lasciato a penna: il gesto di ricaduta dell’esecuzione calligrafica apre l’orizzonte e nella grande dimensione diventa uno sguardo periferico, che trattiene le forme approssimate dalla velocità».
Lo spazio centrale di Assab One viene occupato da un’installazione scaturita da un lavoro di recupero, osservazione e ricostruzione con immagini, testi, feticci ritrovati o riemersi dall’archivio dell’artista e da un lungo fregio visibile a tratti sulle pareti; tutti questi elementi ridefiniscono l’atlante immaginativo di Luca Pancrazzi. Fili da me lontano da te visualizzano lo spazio attraverso la misura data da decine di fili a piombo sospesi al soffitto, già presentata in altre occasioni viene proposta in una nuova versione, rivisitata e ampliata. Il lavoro inedito Restituzione di paesaggio, proietta una sequenza di diapositive dall’interno dello spazio della mostra verso la città e verso il paesaggio esterno senza incontrare uno schermo su cui fermarsi: un flusso di immagini raccolte nel corso di anni e adesso rese, in modo inconvenzionale, alla sfera dalla quale provengono.
Con Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro Pancrazzi si addentra in una deriva quasi debordiana – di dimensioni però sovraurbane – dove raccoglie, ritrova e crea squarci di paesaggio e intervalli di tempo che alla fine rielabora in una visione complessa. Il visitatore dovrà contribuire a ricomporla, riannodando suggerimenti e direzioni, percorrendo più volte le superfici di Assab One.
Luca Pancrazzi, Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro, a cura di Pietro Gaglianò ASSAB ONE, Milano maggio-giugno 2014, opening 8 maggio dalle 18,30.
Immagini
(cover) Luca Pancrazzi, Cubare il cubabile, 1989, acrilico su cartoncino e morsetto (1) Luca Pancrazzi, Paesaggio fuori scala, 1996, china su carta da lucidi e cornice di plastica.
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